Vita Chiesa

LE PARROCCHIE E LA GUERRA, MINI INDAGINE A PRATO

C’è chi ha distribuito rametti di olivo con un biglietto che chiedeva un’«ave maria» per la pace. L’idea è stata dei bambini del catechismo di un gruppo di quinta elementare e prima media. In un’altra parrocchia, nel corso della Messa, alcuni ragazzi indossavano dei cartelli: sopra c’erano scritte parole come «odio», «razzismo», «violenza»; arrivati davanti all’altare e aperte le giacche scure, hanno scoperto le magliette con i colori della pace. Sono alcuni esempi della sensibilizzazione che si è svolta durante molte celebrazioni eucaristiche festive di sabato 22 e domenica 23 marzo, le prime dallo scoppio della guerra. Ma le parrocchie toscane si sono davvero mobilitate contro la guerra in Iraq e per la promozione di una mentalità evangelica? Oppure lo strenuo impegno del Papa in favore di una soluzione pacifica delle controversie internazionali – e di questa in particolare – cade nel silenzio delle nostre assemblee liturgiche? Una piccola indagine è stata svolta in diocesi di Prato dalla nostra redazione locale su un campione rappresentativo di parrocchie: 28 su 76, ovvero il 36% del totale. Dall’indagine è emerso che su 124 Messe (delle circa 300) in 24 casi (il 19%) non si è fatto nessun cenno alla tragedia che sta tenendo con il fiato sospeso il mondo intero. Né una intenzione di preghiera, né un cenno nella predicazione, né – tantomeno – è stato letto il messaggio dei Vescovi toscani. Nella altre 100 Messe si è invece fatto, in modi diversi, riferimento alla guerra e alla pace.