Livorno

Le parole del Papa dirette al cuore della gente

Luca Collodi, giornalista livornese, direttore del canale italiano di Radio Vaticana è stato uno dei primi a conoscere la notizia delle dimissioni del Pontefice. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista flash.

Come avete vissuto in radio il momento delle dimissioni del Papa? Eravate in allarme o è stato un fulmine a ciel sereno anche per voi? Qual è stata la prima cosa che avete fatto saputa la notizia?«A caldo c’è stato un attimo di incertezza per questa notizia così sconvolgente. Poi però la notizia è rimasta “coperta” fino al pronunciamento del Papa in latino. A dire la verità in radio era nota, a livello di direzione, già dal mattino, ma abbiamo fatto la scelta di far parlare il Papa, senza colpi mediatici. Una scelta difficile, ma condivisa e ritenuta giusta: lasciare al Papa l’annuncio, senza mediazioni mediatiche, perché le sue parole arrivassero più dirette, al cuore delle persone, perché restassero più impresse nella memoria di tutti, pronunciate direttamente dalla sua bocca. Terminata la lettura del documento da parte del Papa, alle 12, dopo pochi minuti dal dispaccio Ansa, abbiamo trasmesso un’edizione speciale del Radiogiornale e a seguire dalle 12.15 alle 14 uno speciale con il briefing di padre Lombardi dalla Sala stampa, il primo, a caldo, poi due interviste allo storico Franco Cardini, e all’Arcivescovo di Chieti, mons. Bruno Forte, teologo. Alle 14, una nuova edizione del radiogiornale. Ma non abbiamo voluto stravolgere il palinsesto del canale italiano». Tu lavori in Vaticano da tanti anni…cos’hai pensato? E come vedi i prossimi mesi?«Personalmente, ritengo che le dimissioni del Papa dal Pontificato rappresentino un grande, enorme, gesto di fede di Benedetto XVI che affida la Chiesa, tutta, a Dio, ma anche un forte atto di governo della Chiesa. Certo, abbiamo cercato di capire cosa dice al riguardo il Codice di Diritto canonico, e ripercorso parte della storia della Chiesa, dove troviamo casi simili ma non uguali di dimissioni papali, non solo di Celestino V» E in Vaticano come si vive questo momento? C’è stato sconcerto? E adesso? Solo fermento organizzativo per il Conclave o qualcosa di più?«Non c’è ancora fermento, anche perché il Papa è regnante, in salute e il Pontificato non è ancora finito. Non c’è sconcerto, ma grande ammirazione e affetto per il Papa, capace di un gesto di straordinaria umiltà, che dovrebbe far riflettere, tra l’altro, tanti politici e potenti dei nostri giorni. Si penserà al Conclave solo dal 1° Marzo e si ipotizza che le sessioni siano fissate intorno al 15 marzo.Certamente sono convinto che, un gesto di enorme significato come quello deciso dal Santo Padre, porterà, ma è una mia opinione personale, ad un Conclave altrettanto ricco di significato per la Chiesa del Terzo Millennio».