«C’è a chi prende il mal d’Africa e a chi il mal d’Albania». Questa battuta del nostro seminarista Gianluca è condivisa da tutti coloro che hanno partecipato nella prima parte dell’estate alle attività nel «Centro Giovanile Spes», che la diocesi ha costruito in Albania, ad Uznove-Berat. Da ormai cinque anni alcune persone trascorrono parte delle loro ferie in questo centro, fraternizzando con le comunità cattoliche del luogo e le persone che lo frequentano.Cosa ci attrae in questo paese da farci ritornare ogni anno? Certamente la freschezza ed il fermento vitale che pervade le piccole Chiese che, dopo decenni di nascondimento e di persecuzioni, hanno ritrovato la forza e l’orgoglio della testimonianza dei gesti semplici e delle liturgie, profondamente partecipate. Che dire poi della gioia che si prova nel pregare in una chiesa ricostruita e riconsacrata, dopo che per anni era servita da cinema e da magazzino?Com’è possibile, inoltre, esprimere con le parole la commozione di ritrovare bimbi cresciuti nell’ateismo di stato, ormai adolescenti, che senza alcuna costrizione, recitano il rosario o la compieta e chiedono di entrare nel catecumenato? Come definire se non opera di Dio l’apostolato con e verso i disabili che stanno compiendo tre suore coraggiose e Nicola, il giovane microcefalo che assistono? In meno di due anni, con la dolcezza della loro presenza, hanno scardinato il pregiudizio verso il «diverso», riuscendo a far emergere dal nascondimento più di settanta handicappati, che sin dalla nascita vivevano richiusi in casa, perché ritenuti la vergogna della famiglia.Quello che abbiamo respirato in questi giorni è stato un cristianesimo vissuto concretamente, tra grandi difficoltà di tipo logistico, economico e culturale, ma è stato come fare un tuffo nella Chiesa delle origini. Naturalmente non sono mancati i momenti di svago, di animazione, di convivialità e le gite insieme ai tanti ragazzi che ogni giorno frequentano il «Centro Spes». Sono nati così legami ed amicizie che ormai sanno superare le difficoltà linguistiche, riempiendoci di gioia, di pace e di voglia di ritrovarci ancora. Allora diciamo grazie ai responsabili della Pastorale Giovanile, che hanno accettato molti anni fa questa sfida e che oggi ci consentono di fare un’esperienza seria e coinvolgente che riempie le nostre vacanze. Per maggiori informazioni si può visitare il sito della pastorale giovanile con le pagine dedicate a questa esperienza.Rosanna e Angelo Primavera