Vita Chiesa
Le norme del Conclave: la «Universi Dominici gregis»
Le norme che regolano il Conclave sono state stabilite da Giovanni Paolo II con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis del 22 febbraio 1966, che ha completamente sostituito quanto previsto precedenza sul conclave e sull’elezione del papa.
– confermato il numero degli elettori ad un massimo di centoventi;
– le operazioni elettorali debbono essere precedute dal giuramento dei cardinali di osservarne scrupolosamente tutte le prescrizioni, di mantenere il più rigoroso segreto su tutto ciò che avviene in conclave e di non essere portatori di nessun veto politico;
– abolito il sistema di elezione per acclamazione o per ispirazione (quando i cardinali liberamente e spontaneamente proclamano uno Sommo Pontefice all’unanimità) e quello per compromesso (che si aveva quando i cardinali elettori affidavano ad un gruppo di loro, formato da un minimo di nove ad un massimo di quindici persone, ma sempre in numero dispari, il potere di eleggere, al posto di tutti, il Pastore della Chiesa cattolica) l’elezione deve esser fatta soltanto per scrutinio, mediante votazione per schede segrete;
– ripristinata la prassi di bruciare di volta in volta le schede usate in ciascuna votazione insieme con qualsiasi altro scritto ad essa relativo;
– confermata la disposizione reintrodotta da Paolo VI, già sancita da Pio XII nel 1945, e soppressa da Giovanni XXIII nel 1962, che prevede per una valida elezione la maggioranza di due terzi dei voti più uno, in modo che l’eletto riscuota i due terzi sicuri dei voti dell’elettorato, anche se contro le regole avesse votato per se stesso.
Quanto al meccanismo elettorale, Giovanni Paolo II ha confermato la nuova prassi introdotta da Paolo VI e diretta a risolvere eventuali difficoltà di scelta, per cui dopo tre giorni di scrutini senza esito ci sarà la sospensione di un giorno (al massimo) da dedicare alla preghiera e al libero colloquio tra i votanti; seguiranno altri sette scrutini e, nel caso, un’ulteriore fermata, infine una terza serie di sette votazioni; se anche queste risultassero inutili, il Cardinale Camerlengo dovrà invitare i Cardinali elettori ad esprimere parere sul modo di procedere e si procederà secondo quanto la maggioranza assoluta di loro avrà stabilito. Solo in questo caso è previsto che si possa procedere «o con la maggioranza assoluta dei suffragi o con il votare soltanto sui due nomi, i quali nello scrutinio immediatamente precedente hanno ottenuto la maggior parte dei voti, esigendo anche in questa seconda ipotesi la sola maggioranza assoluta».
Giovanni Paolo II ha confermato che il conclave per l’elezione del sommo pontefice si svolgerà tra 15 e 20 giorni dalla morte del Papa (in modo da favorire l’arrivo a Roma di tutti i cardinali) entro il territorio della Città del Vaticano, in settori ed edifici determinati, chiusi agli estranei, in modo tale da garantire una conveniente sistemazione e permanenza dei Cardinali elettori e di quanti, a titolo legittimo, sono chiamati a collaborare al regolare svolgimento della elezione stessa. Come dimora il Papa ha indicato il Domus Sanctae Marthae.