«Legalità e diritti dell’uomo» questo il tema della lezione che gli studenti dell’ istituto alberghiero «Buonarroti» di Caprese Michelangelo si sono trovati ad affrontare insieme ad un docente d’eccezione, l’ex magistrato Gherardo Colombo. Uno dei pm della scoperta della loggia P2 e di Mani pulite, che ha lasciato la Corte di Cassazione a soli 60 anni per dedicarsi alla scrittura e alla diffusione della cultura della legalità attraverso incontri con gli studenti di tutta Italia.Giudice, come si fa a trasmettere la cultura della legalità e il rispetto della vita a i ragazzi che si affacciano ad una società in cui ciò che conta è affermarsi a tutti i costi la legge del più furbo e lo stesso aggirare le regole diventa motivo di vanto?La difficoltà sta nel fatto che i ragazzi sommersi da questi modelli ed è difficile, ma in fondo non troppo se ci pensiamo bene, proporre loro un modello diverso un modo di relazionarsi con le persone che si basi invece che sulla sopraffazione, sulla forza, sul mettere i piedi in testa un modello basato sul rispetto della dignità di se stessi e degli altri.Lei ha ricevuto il premio nazionale Cultura della pace 2008 e oggi torna a proporre il binomio legalità e diritti umani agli studenti. Com’è cambiato l’approccio dei ragazzi a questi temi alla luce della sua esperienza maturata in questi quattro anni in cui ha avuto modo di conoscere da vicino la realtà giovanile?Io mi sono dimesso dalla magistratura proprio per dedicarmi a queste cose anche se avrei potuto andare avanti altri 14 anni. E’ abbastanza difficile riuscire a verificare le differenze in un termine non immediato ma i ragazzi sono sempre molto coinvolti molto interessati a questi temi poi dipende anche dalla scuola. Io credo che una parte di ragazzi continuino a ragionare da soli su questi temi mentre altri avrebbero bisogno di essere seguiti e tutto dipende dal fatto se questo aiuto viene dato a meno. Quali sono gli strumenti di cui i ragazzi hanno bisogno oggi per interpretare una realtà sempre più complessa in cui il concetto di legalità è sempre più sfuggente?Avrebbero bisogno che gli adulti fossero diversi. Perché se i ragazzi hanno un rapporto difficile così generalizzato con le regole tanto che la trasgressione diventa quasi normalità e non soddisfa neanche quella spinta che nell’adolescenza esiste a trasgredire le regole è perché imparano dagli adulti e credo ci voglia del tempo perché si riesca a visualizzare e magari anche a seguire un modello diverso; perché è necessario che questi ragazzi diventino loro stessi adulti anche attraverso lo stimolo ad una riflessione di chi ha voglia di presentare loro questo modello diverso e in realtà ci sono molti insegnanti che hanno voglia di farlo.Lei ha scritto che: «La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole» ma quando queste regole non vengono riconosciute come regole giuste è doveroso rispettarle comunque?Io penso che gli italiani avrebbero dovuto non osservare le leggi razziali. Voglio dire con questo che non sempre vanno osservate le regole, le regole vanno osservate solo quando hanno un certo contenuto. Se in Italia fosse stata approvata la pena di morte mi sarei dimesso il giorno stesso dal fare il magistrato; perché secondo me le persone non si possono ammazzare. Allora bisogna riuscire a capire quando e come sia lecito non osservare le leggi. Io credo che sia lecito quando non c’è uno strumento che non consenta di cambiarle tempestivamente in modo che non facciano danni. Quando ledono i diritti fondamentali della persona e quando ci si assume la responsabilità della violazione. Com’è successo per le persone che hanno cominciato ad obiettare qualche anno fa ormai, al servizio militare obbligatorio; io credo che sia stato molto grazie a loro che è stato poi introdotto il servizio civile. Però queste persone si assumevano la responsabilità della loro violazione cioè si presentavano e andavano in prigione. di Elena Girolimoni