Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Le «liti» politiche cancellano il premio Piero a Sansepolcro.

La storia è quella di una iniziativa che doveva nobilitare la nostra città ed invece si è persa nel tritatutto della politica. Il premio si intitolava «Borgo Sansepolcro – Città di Piero» e veniva assegnato nel giorno della morte dell’illustre cittadino biturgense. Nato il 3 maggio 1977 (come emerge dalla delibera comunale numero 68), il riconoscimento era attribuito «a quanti, persone o enti, avessero contribuito ad illustrare in Italia o all’estero i valori storici, artistici e culturali della nostra terra o che con la loro opera particolarmente significativa abbiano tenuto alto l’onore e il prestigio della città» o che avessero «apportato un contributo notevole alla conoscenza e all’approfondimento di aspetti o temi della cultura umanistico rinascimentale». Il premio consisteva nel conferimento della cittadinanza onoraria, della medaglia d’oro del Comune di Sansepolcro e di una pergamena artistica. In principio il riconoscimento era stato attribuito a personalità eccellenti come il professor Mario Salmi, il professor Nakanishi, lord Kenneth McKenzie Clark, il professor Eugenio Battisti. Nel 1984 il riconoscimento era stato assegnato al concittadino Fabio Inghirami,Da allora la strada per il premio si è fatta in salita. Il riconoscimento ad Inghirami era stato deciso in sede «politica», aveva seguito l’iter previsto e alla conclusione aveva trovato un largo consenso fra i partiti. L’allora Pci, riconoscendo oneste le motivazioni, si trova però in grave difficoltà in quanto al suo interno erano emerse pesanti resistenze sul nome di Inghirami. E poi c’era è la «base» del partito: che cosa poteva dire della scelta? Inghirami è un noto industriale, neppure «sindacalmente» disimpegnato e ricopre incarichi in Confindustria. Sindaco e amministrazione dovettero faticare per vincere l’opposizione dei «compagni». Si suggerì di premiare gli sbandieratori di Sansepolcro. Ma alla fine il premio venne assegnato comunque all’imprenditore della città.Però la frittata era fatta. Nel 1986, scadenza del premio, questo non venne assegnato. Si arriva al 1987 quando accadde un «giallo». In consiglio comunale si assiste ad un botta e risposta fra il capogruppo Dc Gianni Gorizi e l’assessore Mercati, che aveva spiegato la mancata assegnazione del premio dicendo, fra le altre cose, che non c’erano state candidature ufficiali. In risposta Gorizi rivelava la candidatura di Amintore Fanfani, ma era stata messa in un cassetto. Fanfani come Inghirami. Il penultimo atto di questa storia è del settembre 1989, ad un mese dall’assegnazione del premio ancora non c’era una candidatura. Idea: assegnare il riconoscimento ai balestrieri e agli sbandieratori. Qualcuno in quei giorni suggerì ad entrambi di restituire al mittente la proposta perché le due associazioni hanno un decoro da difendere. Il 12 ottobre 1989 il premio è stato assegnato a sbandieratori e balestrieri.Da allora è calato il sipario su un importante riconoscimento scomparso nel dimenticatoio. Sansepolcro è una città che non riesce a decollare (o non si vuol far decollare) diversamente da quanto accade nei centri limitrofi. Si ha la sensazione – e a volte è molto più di una sensazione – che il futuro della città vada letto nella metafora della tela di Penelope: disfare la notte ciò che si tesse durante il giorno. E ciò equivale ad un lavoro che non avrà mai termine. di Alessandro Boncompagni