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Le lettere dalla clausura della Madonna del Sasso.

Si è appena concluso l’Anno sacerdotale voluto da Benedetto XVI per riflettere sul ministero presbiterale. E le monache di Santa Maria del Sasso a Bibbiena lo hanno voluto celebrare con una pubblicazione che vuole «onorare la Madonna del Sasso» e ricordare l’ottavo centenario della nascita delle suore claustrali domenicane. Ma soprattutto la pubblicazione vuole essere una speciale «invocazione al Padre perché incoraggi le vocazioni religiose e sacerdotali, e un ringraziamento alla sua bontà per aver donato al monastero casentinese suor Petra Giordano».Lettere dalla Clausura di Suor Petra Giordano op (Santa Maria del Sasso, 2010) è la seconda opera dedicata agli scritti di Suor Petra. Nel 2006 fu pubblicato il suo diario. Il libro «Attratta dalla divina bellezza» ha avuto – scrivono le monache domenicane – un’accoglienza e un gradimento impensati e siamo perciò liete di poter pubblicare oggi anche le sue lettere.Nicoletta Giordano era nata a Napoli nel 1912, prima di nove figli di Luigi e Rosa Ciardiello. Entrò nel convento in Casentino nel 1934. Nel 1939 fece la solenne professione di fede e divenne suor Petra. Fu maestra delle novizie dal 1941 al 1967 e priora della comunità dal 1986 al 1992. Suo fratello Ciro divenne sacerdote nel 1982 e sua sorella minore Bernadetta entrò nel suo stesso monastero per diventare monaca claustrale.Il suo carattere affabile e gioviale riuscì a celare le sofferenze fisiche che per oltre trent’anni sopportò in silenzio. Nel libro il suo medico Rizieri Emilio Minelli scrive: «Dal 1975 ha cominciato ad avere problemi all’apparato respiratorio, scheletrico ed agli occhi, che si sono accentuati negli anni. La suora ha accettato con serenità il dolore e le limitazioni funzionali, senza mai perdersi d’animo».La corrispondenza con l’amica Elena va dal 1939 al 1973. Elena era entrata in convento con Nicoletta ma ne uscì tempo dopo. Non a caso all’inizio la chiama suor Pia, il nome che avrebbe assunto se fosse diventata monaca. Le lettere con suor Concetta Rampa risalgono invece al biennio 1970-1971 quando Concetta, prima novizia di suor Petra e poi monaca a Bibbiena, si trattenne lungamente a Roma per ragioni di salute.Nelle lettere suor Petra mostra all’amica e alla consorella ogni più piccola attenzione alla loro vita. Parla della sua famiglia e delle loro famiglie. Come riferimento ha sempre «l’affidamento a Gesù». Non si stanca di «chiedergli con insistenza grazie». Manifesta tutta la sua sofferenza per la crisi delle vocazioni. Il 27 novembre 1958 scrive: «Con questa Professione resterà vuoto il Noviziato. Te lo dico col pianto nel cuore. Da che sono a Santa Maria non era mai avvenuto. Ma il Signore ha i suoi adorabili fini e certamente vorrà ricavare un bene da quello che a noi sembra un male». E il 15 febbraio 1972: «La mancanza di vocazioni porta ad un certo scoraggiamento! Credi, è una grande prova, ma il Signore è Lui che dirige ogni cosa» a noi il solo compito di «seminare tra angustie e incertezze».Nel 1973, dopo il Concilio Vaticano II, entrano in vigore per le suore claustrali le Nuove Costituzioni. È un cambiamento profondo di vita nei monasteri e suor Petra ne parla all’amica Elena: «È un gran pensiero. Cambiare le cose dopo una vita, diventata una seconda natura è molto difficile». Ma anche qui ci offre una grande lezione di fedeltà e di fiduciosa apertura al nuovo che emerge dal Vaticano II. Scrive: «Bisogna adorare il disegno di Dio che noi ora non possiamo afferrare appieno», anzi «bisogna affrettare il passo, perché il tempo diventa sempre più breve».Merita di essere infine citato, per la sua delicatezza, un passaggio della lettera di risposta su un deludente viaggio di Elena da Padre Pio nel 1964: «Come mi scrivi la tua andata da P. Pio è stata una mezza delusione. Io a dire il vero me l’aspettavo, perché altre persone che conoscevo e chi si erano recate da lui per avere una parola di luce non ebbero una risposta soddisfacente. Certo non sempre il Signore gli darà i lumi speciali, perché in fondo tutto dipende dalla sua volontà. Non ti crucciare, il Signore ti darà lume per altra via. A lui non mancano i mezzi».Ma «Lettere dalla clausura» non è solo un epistolario di intensa spiritualità e di umana comprensione. Il libro è arricchito di altre parti che aiutano a capire meglio la suora di origini partenopee. Suor Candida Monterumici, attuale priora del convento, fa da biografa di suor Petra e traccia una breve storia del convento. Vi sono estratti delle cronache del Convento e numerose testimonianze di consorelle, sacerdoti, religiosi e laici che l’hanno direttamente conosciuta o scoperta attraverso i suoi diari, come quella di sua sorella Bernadetta suora domenicana. In tempi così dispersivi, cerchiamo anche noi di «toglierci il pensiero» dagli affanni quotidiani per poterci dedicare – come scriveva suor Petra all’amica Elena – «alle pratiche di pietà e al pensiero di Gesù. A me fa tanto bene. È come tenere un bicchiere sotto un filino d’acqua. Il bicchiere resterà sempre pieno e sempre limpido». Questa è una eredità della religiosa che aveva messo le sue radici nella valle «santa» del Casentino. Il libro è distribuito in omaggio. Basta richiederlo al monastero di Santa Maria del Sasso a Bibbiena. di Alessandro Gambassi