Pisa

LE FESTE DELLA MADONNA DEL CARMINE IN DIOCESI

di Andrea BernardiniScapolari, rosari, sussidi di preghiera presi d’assalto, celebrazioni eucaristiche molto partecipate, nonostante la calura che, in questi giorni, rende le nostre chiese delle vere e proprie «fornaci». Chi, nei giorni scorsi, si è trovato in molte chiese della nostra diocesi, ha potuto toccare con mano quanto ancora viva sia la devozione dei pisani alla Madonna del Carmelo.Una festa sentita soprattutto dai carmelitani dell’antica osservanza, che per prepararla avevano promosso una novena.La festa liturgica era sabato 16 luglio. Alla chiesa del Carmine, al mattino, ha celebrato l’Eucarestia monsignor Vasco Giuseppe Bertelli, vescovo emerito di Volterra; al pomeriggio monsignor Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo di Pisa. Per tutto il giorno i fedeli hanno potuto lucrare – alle solite condizioni – l’indulgenza plenaria. In tanti si sono confessati e in tanti hanno ricevuto la sacra comunione.«Ti seguiremo, dovunque ci condurrai, Vergine Maria» recitava il responsorio della liturgia del giorno.ntorno a Maria, «guida» del nostro cammino di fede è ruotata l’omelia dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Maria ci porta a Gesù. Una certezza, in un tempo in cui vedi persone girovagare senza una mèta precisa, affaticarsi senza sapere perché, né dove stiano andando.La celebrazione è stata animata dal coro «Voci di pace» diretta da Francesco Biondi. Presente anche una delegazione degli ordini dei Cavalieri di Malta e del Santo Sepolcro.Mille altri spunti hanno offerto, in questi giorni, le omelie pronunciate dai celebranti. Padre Giuliano De Angeli, ad esempio, parlando della Parola di Dio, ha confessato: «Sul finire della vita, ancora mi chiedo: quanto l’incontro con il Vangelo ha cambiato la mia vita? Devo constatare, purtroppo, che in alcune cose non sono affatto cambiato. Rimando sempre al domani. Tutti noi chiediamo ancora un giorno di tempo per iniziare a cambiare. Ma domani potrebbe essere già tardi. Il domani non dipende da noi». A Campo senza don MirioPensiamo ancora a queste parole e ci viene in mente l’«epilogo» – il 2 gennaio 2011 – di don Mirio Coli, il pievano di Campo. Era domenica, il giorno del Signore, e lui era pronto a celebrare l’Eucarestia, quando fu colpito da un malore: si accasciò a terra di fronte ai fedeli impietriti per quello che stava succedendo e, in pochi attimi, morì.Non il domani, ma il minuto successivo non dipende da noi…Sabato sera, il palio delle contrade che si è svolto nella frazione sangiulianese era dedicato a don Mirio. C’era un po’ di tensione, all’inizio della kermesse, una sorta di «Giochi senza frontiere» con tanto di giudici di gara, del via dato dopo il classico «un, deux, trois», del jolly e del tifo della «piazza». Poi, al primo break, tutti con il naso all’insù verso lo schermo gigante, dove sono passate le immagini della festa 2010: con don Mirio premiato dai contradaioli, commosso e riconoscente a tutti i campigiani per aver reso la festa della Madonna del Carmine la più bella e la più sentita di tutta la zona. Silenzio assoluto, lucciconi agli occhi, applauso liberatorio finale.Il Palio è andato a «I Ponti». Seconda la contrada di Pozzo, terza quella de Il Chiesino, ultima de Il Duomo. Premi anche alle famiglie che hanno curato l’addobbo più bello.Domenica, la festa è proseguita con la processione guidata da monsignor Gino Biagini e con lo spettacolo pirotecnico. Lunedì, il «memorial» don Mirio è andato avanti con la messa in scena della commedia «La Prastia» de «Gli Skiantos», gruppo di teatro vernacolare, quel vernacolo cui don Coli era molto affezionato. Alcuni suoi sonetti, pubblicati su «Il Tirreno» e anche sul nostro settimanale con la firma di «Micol», sono stati letti la sera successiva, in cui il sacerdote è stato ricordato dall’arcivescovo Benotto e dal vicesindaco Yuri Sbrana.Torniamo a Pisa, perché la festa del Carmine ha «calamitato» molti fedeli anche nella chiesa di San Torpé, dove prestano servizio i carmelitani scalzi.La festa del Carmine è stata vissuta anche a Pietrasanta, nella chiesa dei frati carmelitani e a San Giovanni alla Vena. A Colognole anche BrosioA  Colognole, frazione del comune di San Giuliano Terme di appena 169 anime, si è svolta la quinquennale della festa del Carmine.La gente, per prepararla, si era ritrovata nelle case di alcuni parrocchiani per recitare il rosario. Domenica mattina almeno in 250 hanno partecipato all’Eucarestia, presieduta dall’arcivescovo e concelebrata da tre sacerdoti nel campo sportivo parrocchiale attiguo alla chiesa. E almeno in 750 hanno «scortato» la venerata immagine della Madonna del Carmelo (risale al XVII secolo) in una interminabile processione, in ogni angolo di Colognole e di Patrignone. La processione era presieduta dal vicerettore del Seminario don Francesco Bachi ed accompagnata dalle note della Filarmonica Bientinese. Tra i fedeli, uno meno comune di altri, Paolo Brosio. La festa si è conclusa, anche qui, con uno spettacolo pirotecnico curato dalla ditta Bertoli Diego Barsotti.La gente non si darebbe tanto da fare se non fosse pienamente convinta che la «festeggiata» davvero lo merita.