Pisa

Le famiglie verso il convegno di Verona

Famiglie e ragazzi della catechesi si danno appuntamento domenica 26 marzo in Santa Caterina per un pomeriggio di festa, di condivisione e di riflessione in preparazione al convegno ecclesiale del prossimo ottobre a Verona. La festa inizierà nel primo pomeriggio. Si tratta di una novità rispetto alle recenti edizioni della stessa iniziativa o meglio un ritorno alle origini: ciò permetterà a tutti di partecipare alla celebrazione eucaristica nelle proprie comunità parrocchiali. L’appuntamentoLa giornata è stata pensata per favorire l’approccio di bambini e genitori con il tema che guiderà il convegno ecclesiale di Verona del prossimo autunno: «la speranza che viene dalla risurrezione». Un’occasione quindi per aprire gli occhi sulla realtà, ma anche per aprire il cuore alla speranza, con uno sguardo educato a scoprire il bene, desideroso di costruirlo anche là dove sembra difficile, collaborando con stile comunitario. Tutto questo attraverso la strada più semplice del gioco, dell’ascolto e della condivisione di esperienze concrete.L’incontro avrà inizio alle ore 15, con una preghiera guidata dall’arcivescovo. Poi ragazzi e genitori seguiranno itinerari paralleli, costruiti in modo che ciascuno possa riflettere e confrontarsi con esperienze che sollecitano mentalità e atteggiamenti aperti alla speranza.Il gruppo di Cascine di Buti rappresenterà un fatto realmente accaduto che appartiene alla «cronaca della carità», una cronaca poco appariscente, ma molto efficace per allargare il cuore alla speranza in chi dona come in chi riceve. La presentazione aiuterà a visualizzare una situazione in cui la difficoltà si è trasformata in comunione, per la forza di una speranza che non ha paura di «sporcarsi le mani», mettersi in gioco, ma anzi accetta di «rimpastare» la realtà attraverso gesti concreti, facendo così «lievitare» il regno di Dio.A questo punto i percorsi di piccoli e grandi si differenzieranno più nettamente e per i ragazzi avrà inizio una caccia al tesoro.Certo, non si possono qui raccontare tutti i particolari per non rovinare la sorpresa. Come vuole la tradizione di ogni caccia al tesoro è bene conservare una buona dose di enigma per rendere poi più avvincente la ricerca da parte bambini. Si può però anticipare che sarà ritmata in diversi momenti, corrispondenti all’ascolto dell’esperienza di suor Carla che, essendo stata per tanti anni missionaria in Brasile, è sicuramente una esploratrice esperta della ricchezza interiore e dell’umanità spesso nascoste nelle situazioni di povertà estrema. Il gioco di ricerca e le attività proposte condurranno i ragazzi a conoscere le esperienze che fanno fiorire la speranza e la novità di vita nella «lontana» Salvador Bahia tra i ragazzi di strada… ma non solo: nel gioco la «palla» passerà anche a loro, ai più piccoli. I bambini infatti saranno invitati a indicare, lavorando attorno ad alcune parole chiave «lanciate» nel momento di ascolto, possibili «piste» per fare strada a speranza e novità più «vicine» e quotidiane… quelle meno eclatanti ma che chiamano in gioco la propria partecipazione, un saper scegliere proporzionato alla età, ma comunque significativo e capace di porsi in relazione e continuità con quel saper scegliere e saper donare che la risurrezione di Gesù testimonia.All’interno della dimensione ludica, l’ascolto interattivo di una «testimone in diretta di speranza» e le varie attività, stimoleranno a leggere anche i propri ambienti come luoghi nei quali si può vivere cercando modalità concrete, suggerite da uno sguardo attento verso chi ci sta a fianco e sente la fatica, per trasformare la difficoltà in opportunità di bene. La preparazioneCom’è facile comprendere si tratta di un «gioco» serio che può continuare e che, come ogni gioco serio, richiede costanza, preparazione e …«allenamento»: da questo nasce l’invito ad arrivare «preparati», come gruppi e parrocchie, alla giornata del 26 marzo.La proposta, rivolta soprattutto ai catechisti, è dunque quella di dedicare, assieme ai ragazzi, nel periodo quaresimale, tempi di ricerca, di discussione e di lavoro a scoprire «indizi di speranza» nel proprio territorio provando a raccontarli ad altri per una condivisione, «fotografandoli» con qualsiasi mezzo espressivo (cartellone, simbolo, collage, mostra fotografica…) . Saranno così avvantaggiati nel gioco quei gruppi già avviati a leggere la realtà, trovando anche nella povertà la ricchezza umana da promuovere e sostenere; nelle situazioni difficili o deludenti, strumenti per poter risollevare, far risorgere la speranza. Il tutto si concluderà, intorno alle 18, con un momento di preghiera… preceduto ovviamente da una solenne premiazione dei vincitori e dei partecipanti.Con il desiderio, anzi con la «speranza certa» che si possa coltivare l’attitudine, a partire anche da questo momento, alla comunione e a guardarsi intorno con fiducia e a rimboccarsi magari creativamente le maniche per attuare una «fantasia di carità».