Cultura & Società

Le antiche carte del nuovo mondo

di Marco LapiPochi anni dopo la scoperta di Colombo, l’America ebbe già una sua prima, anche se approssimativa rappresentazione cartografica. Fu il tedesco Martin Waldseemüller a disegnarla nel suo planisfero del 1507, e a lui si deve di averla «battezzata» con il nome dell’esploratore fiorentino, che ne aveva descritto le caratteristiche durante i suoi viaggi, il quarto dei quali iniziato da Lisbona nel 1503, esattamente 500 anni fa.

Anche nell’Isolario di Benedetto Bordone, pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1528 (nella foto), il Nuovo Mondo appare all’estremità occidentale di un planisfero grossolano ma nel complesso non troppo scorretto. Appare già evidente la tripartizione del continente, con la «strettoia» dell’America Centrale, mentre la Settentrionale è etichettata come Terra del laboratore.

È questo, in ordine cronologico (sia pure nell’edizione del 1547), il primo documento cartografico esposto a Firenze nella stupenda biblioteca dell’Istituto Geografico Militare dove, fino al 14 novembre, è allestita la mostra «Le carte d’America», nel quadro dell’iniziativa regionale «La Toscana e le Americhe». Carte geografiche, planisferi, mappamondi, ma anche strumenti topografici, studi e relazioni di viaggio che evidenziano come, nel corso dei secoli, sia cambiata la percezione e la rappresentazione della realtà territoriale a livello planetario.

In tutto, circa duecento documenti tra i quali, oltre all’Isolario in questione, spiccano quello dell’aretino Tommaso Porcacchi (1590), la prima e la quinta edizione del Theatrum Orbis Terrarum (il primo atlante moderno) di Abramo Ortelio (1570-1595), il Tolomeo tradotto da Girolamo Ruscelli (1599), la Nova Totius Americae Sive Novi Orbis Tabula di Willem Joan Blaeu (1669), il Corso Geografico Universale di Vincenzo Coronelli (1692), lo studio critico sui viaggi di Amerigo Vespucci dello scolopio fiorentino Stanislao Canovai (1817), la versione unica dei dodici album di fotografie, stampe geografiche e vedute approntate da E.H. Giglioli in occasione del viaggio intorno al mondo della nave Magenta (1865-68) e, infine, la carta topografica del vulcano messicano Pico de Orizaba, disegnata e stampata da Guido Cora (1879).

Solo nell’Ottocento la rappresentazione geografica del continente americano raggiunse finalmente la correttezza formale, come si nota dalle più recenti carte storiche esposte nella biblioteca, ma non si può che restare stupiti di fronte alle approssimazioni progressivamente migliori già raggiunte nei secoli precedenti, obiettivo non facile per un territorio così vasto ed esteso da Nord a Sud.

Altra attrazione della mostra è poi la serie di carte e tavole storiche della Toscana, a partire dalla relativa sezione della celebre Tabula Peutingeriana, che scorrono in un grande monitor al plasma collegato a un computer: quasi un’anteprima dell’ormai prossima immissione in rete delle scansioni di tutte la cartografia storica dell’Istituto, prevista – se tutto va bene – entro la fine dell’anno in corso.

Una vera miniera: ma, nell’attesa, cultori e anche «profani» della materia faranno bene a non perdere quest’occasione di ammirare almeno queste carte dal vero, approfittando degli ultimi giorni di apertura della mostra, da lunedì 10 a venerdì 14 con orario 9-12. Sarà anche l’occasione per ammirare gli affreschi, recentemente restaurati, di questo grande ambiente – già «libreria» dell’attiguo Convento della Santissima Annunziata – dove sono conservati circa 120 mila volumi, 750 atlanti, 700 riviste e 19 mila carte.

Martedì 11, infine, l’Istituto vivrà una giornata particolare con la cerimonia del cambio di comandante: al Maggior Generale Pietro Guariglia subentrerà infatti il Maggior Generale Renato De Filippis, proveniente da Roma.La scheda della mostra Toscana e Americhe nelle bibliotecheSe la terra scoperta da Cristoforo Colombo è diventata America lo si deve a un viaggiatore fiorentino, di nome Amerigo, che per primo, cinque secoli fa, capì di trovarsi di fronte a un nuovo continente cui avrebbe poi dato il suo nome. Storia risaputa fin dagli anni di scuola, d’accordo, ma poi solitamente non approfondita a livello culturale. Nemmeno da noi toscani, che pure con quei viaggi di Vespucci abbiamo iniziato il nostro secolare rapporto con la terra d’Oltreoceano, fatto – come per il resto d’Europa – di scambi commerciali e… culinari (con l’acquisizione di prodotti prima d’allora sconosciuti, come le patate e i pomodori e, secoli dopo, anche… la Coca Cola), ma soprattutto di emigrazione, fenomeno che dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del XX secolo ha interessato in misura massiccia alcune aree della nostra regione.

Non a caso, proprio ai nostri emigranti sono dedicate molte delle 67 mostre sul tema «La Toscana e le Americhe», organizzate su iniziativa della Regione nelle biblioteche di tutte le nostre province dal 3 al 15 novembre. Oltre all’esposizione di cartografia storica allestita dall’Istituto Geografico Militare (nella foto), di cui parla il servizio in basso, sono da ricordare infatti le rassegne sull’emigrazione visitabili in numerose biblioteche della provincia di Lucca (Altopascio, Barga, Borgo a Mozzano, Camaiore, Capannori, Castelnuovo Garfagnana, Lucca, Massarosa, Porcari) ma anche da quelle di Loro Ciuffenna, Santa Croce sull’Arno, Cecina, Portoferraio, Bagnone, Murlo e Campotizzoro.

Di grande interesse, tra l’altro, anche gli allestimenti tematici in biblioteche particolari come quelle fiorentine dell’Accademia dei Georgofili (dove viene ospitata la mostra sul rapporto tra l’Accademia stessa e l’America), dell’Istituto Stensen (dove si può ammirare l’iniziativa dedicata alle «missioni della Compagnia di Gesù nel Nuovo Mondo») e del Club Alpino Italiano (con la rassegna su alpinismo ed esplorazione nelle Americhe). Prato, invece, mette in mostra antichi libri di viaggio alla Biblioteca Lazzerini e dedica una delle conferenze collaterali in programma a Gerardo Mercatore, cartografo cinquececentesco e inventore del termine «atlante», di cui la città conserva due rarissimi «globi» alla Biblioteca Roncioniana. Il programma completo delle iniziative, con recapiti e orari, è consultabile sul sito Internet della Regione Toscana all’indirizzo www.cultura.toscana.it.