Lettere in redazione
Lazio, i cattolici del Pd possono votare Bonino
Se fossi un elettore del Lazio, non avrei alcun problema, come cattolico, a sostenere e votare, per il PD, la candidatura di Emma Bonino (non altri esponenti radicali) alla presidenza della Regione. È vero, nel Partito Radicale ha condotto battaglie in aperto contrasto con alcuni fondamentali principi che orientano l’impegno politico dei cattolici nella società e in politica. Ma la militanza nel PD presuppone il riconoscimento di un partito plurale e laico nel rapporto con la vita pubblica e nell’esercizio dell’azione politica rispetto agli obiettivi da perseguire per lo sviluppo della democrazia, della libertà, della giustizia, del lavoro, della solidarietà, della pace.
Credo che la Bonino, per il senso di tolleranza e responsabilità che ha sempre caratterizzato il suo impegno politico, non abbia esitazione a rispettare valori e riferimenti morali etico-religiosi, collegati ad aspetti della vita individuale e sociale, di quanti (e sono tanti) nel Pd si fanno portatori. Concetti e convinzioni sui quali il significato del «bene comune» trova la sua implicazione e realizzazione nella tutela e nella promozione della dignità e uguaglianza di tutte le persone. A livello internazionale ha portato avanti esemplari lotte contro la fame nel mondo e contro la pena di morte, mentre nel conflitto israelo palestinese si è adoprata con equilibrio e passione a suggerire e a favorire occasioni di dialogo e d’incontro per il raggiungimento di una convivenza pacifica fra i due popoli. In questa ricerca di soluzioni improntate alla costruzione di un mondo migliore, si vedono riflessi (a mio parere) quei richiami evangelici delle Beatitudini che parlano alla coscienza di tutti, per riscattare, anche con l’azione politica come ha fatto la Bonino le condizioni di quanti si trovano immersi nella fame, nella miseria o sottoposti alle ingiustizie, alle violenze, alla guerra.
Sul piano amministrativo, l’esperienza e le capacità maturate ed espresse negli incarichi di Governo e nella Commissione Europea, rassicurano e garantiscono onestà di comportamento e competenze di rilievo per assumere il mandato di Presidente della Regione Lazio.
Mi dispiace, ma non sono d’accordo con l’amico Canzani. Riconosco che Emma Bonino ha fatto anche qualcosa di buono nella sua lunga attività politica, soprattutto sul piano internazionale. Ma la sua militanza nel partito radicale e il suo impegno in prima persona per le battaglie sull’aborto, contro la legge 40 e per l’eutanasia (solo per citare le più importanti), battaglie peraltro mai rinnegate, ma anzi esibite come tante «medaglie», la rende per me un candidato non proponibile alla guida della regione Lazio.