Per la società Italplan la Regione chiede l’intervento del ministro degli esteri. Italplan engineering environment & transports spa è un’impresa con sede a Terranova Bracciolini, in provincia di Arezzo, incaricata nel 2005 di progettare la ferrovia dell’alta velocità fra Rio de Janeiro e San Paolo del Brasile. Un incarico prestigioso che, per la piccola società, significa la svolta. Cinque anni di duro lavoro per realizzare il progetto preliminare e poi per quello esecutivo. Un investimento ingente, che ha consentito nel tempo di dare lavoro a oltre 40 persone, fra ingegneri, architetti, geologi, personale amministrativo. Ma oggi tutto questo è a rischio, perchè il committente, la società concessionaria delle ferrovie brasiliane Valec sa, ha cambiato idea e non sta onorando i suoi impegni.A portare il caso della Italplan all’attenzione del ministro degli esteri Franco Frattini è l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini che, in una lettera, riassume la vicenda e chiede l’intervento del ministro presso il governo brasiliano.«La Italplan spa – spiega l’assessore Simoncini è una realtà piccola ma di eccellenza, che dà lavoro qualificato a oltre 40 persone, per la maggior parte giovani. Il mancato rientro dell’investimento legato alla commessa brasiliana, rischia di penalizzare una realtà innovativa e di valore che, non caso, è riuscita con le sue sole forze ad imporsi nella competizione internazionale. E’ per salvaguardare questa realtà che abbiamo deciso di rivolgerci al ministro».Nel ripercorrere le tappe della vicenda, Simoncini ricorda che «a consegna avvenuta, Italplan ha saputo che, per non meglio individuate scelte di ordine politico, il suo progetto non avrebbe più costituito il riferimento della gara di appalto».Nonostante il decreto ingiuntivo dell’autorità giudiziaria italiana (che dovrebbe essere recepito dalle autorità brasiliane), la situazione non si è sbloccata.«E’ ovvio scrive l’assessore che le sorti di Italplan spa, che in questi anni si è fortemente indebitata nella prospettiva di rientrare, un giorno, nell’investimento effettuato, sono indissolubilmente legate alla favorevole risoluzione della controversia internazionale e il mancato pagamento del credito potrebbe mettere a rischio la stessa continuazione dell’attività produttiva». Al ministro degli esteri l’assessore Simoncini chiede quindi di operare per far rispettare le norme internazionali «vigilando, in particolare, che la Corte suprema brasiliana si conformi alla disciplina che regola la materia». (cs-Barbara Cremoncini)