Il Governo deve intervenire per fare in modo che la proprietà dell’azienda Eaton di Massa “rispetti gli impegni assunti al tavolo nazionale”. È quanto richiede una mozione sottoscritta da tutti i gruppi consiliari – prima firmataria Anna Annunziata (Pd), altri firmatari: Paolo Marini, Pdci; Jacopo Ferri, Alleanza Federalista; Alessandro Antichi, Fi-Pdl; Alberto Monaci, Pd; Alessia Petraglia, Sd; Monica Sgherri, Prc; Mario Lupi, Verdi; Marco Montemagni, Gruppo misto; Roberto Benedetti, An-Pdl; Marco Carraresi, Udc; Pieraldo Ciucchi, Ps – e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta di oggi. L’atteggiamento dell’azienda è considerato “lesivo della dignità dei lavoratori e gravemente offensivo nei confronti del Governo, della Regione e dei soggetti istituzionali” presenti al tavolo nazionale. Con la mozione, si ribadisce “il sostegno alle istanze dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali” e si conferma l’invito alla Giunta regionale “a promuovere e sostenere ogni iniziativa utile” al mantenimento dei livelli occupazionali e alla “difesa del presidio produttivo”.L’Assemblea toscana aveva approvato una prima mozione il 15 ottobre scorso, contro la chiusura della Eaton di Massa ed il licenziamento dei 350 lavoratori, “ulteriore gravissima ferita al sistema economico locale, già provato da difficoltà strutturali e crisi aziendali in corso”. Il 23 ottobre, al tavolo nazionale attivato al Ministero dello Sviluppo economico, la multinazionale americana aveva acconsentito all’attivazione della cassa integrazione ordinaria, per l’avvio di un serio ragionamento sui possibili sviluppi per il presidio produttivo massese. Poi, “l’improvviso gravissimo ripensamento comunicato alle organizzazioni sindacali dall’azienda nella giornata di ieri, con la conferma della volontà della dismissione del presidio produttivo ed il licenziamento, di fatto, del personale dipendente”. Un comportamento che spinge il Consiglio a condividere “l’indignazione” delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali, nonché “la protesta avviata immediatamente dai lavoratori”. (s.bar)