Toscana

LAVORO: CONSIGLIO TOSCANA APPROVA MODIFICHE LEGGE APPALTI

Con 35 voti favorevoli della maggioranza, l’astensione dell’Udc e il voto contrario di Fi-Pdl e An, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato le modifiche alla legge toscana in materia di contratti pubblici e sicurezza sul lavoro dello scorso giugno. Le modifiche nascono da una recente sentenza della Corte costituzionale, che ha sostanzialmente ricondotto l’intera disciplina dei contratti pubblici, compreso il subappalto, alle competenze esclusive dello Stato. Tutte le disposizioni in contrasto con la sentenza della Corte sono state riviste, riformulate o abrogate. L’Aula ha poi approvato all’unanimità una proposta di legge al Parlamento, indirizzata alla Camera, per modificare alcuni articoli del Codice dei contratti pubblici e tentare di ‘recuperare’ le parti abrogate della legge regionale. Per esempio, tra le cause di risoluzione del contratto si chiede di inserire le gravi violazioni di obblighi contributivi, assicurativi, retributivi e le violazioni delle norme di sicurezza. Nel caso ci siano più imprese in uno stesso cantiere, si propone di rendere obbligatoria la redazione dei piani di sicurezza per tutti i contratti di lavoro. Sul provvedimento di modifica è intervenuto, tra gli altri, il vicepresidente della Giunta toscana Federico Gelli che ha ricordato come la legge “tratta una materia di grande sensibilità e delicatezza, che non è del tutto esclusiva dello Stato ma concorrente in alcuni aspetti con le Regioni”. Gelli ha quindi sottolineato che “la Corte costituzionale si è espressa in merito al ricorso contro il Codice nazionale degli appalti fatto da 4 Regioni e non sulla legge toscana, stabilendo le competenze in fatto di appalti”. Sul fronte della sicurezza sul lavoro e dei subappalti, il vicepresidente ha infine ricordato “il patto siglato lo scorso dicembre con stazioni appaltanti, imprese sindacati a cui oggi diamo forza con l’approvazione della legge”. Ampio il dibattito in aula sul provvedimento con le varie anime del centrodestra che, pur condividendo la modifica del testo, ha scelto di votare contro o astenersi, perché critico contro l’atteggiamento della Giunta sulla questione. “Noi votiamo no a questa legge – ha ricordato il capogruppo di An Maurizio Bianconi – non per il suo contenuto, ma per protestare contro un comportamento della giunta che disconosce ruoli e non fa ammenda degli errori. Otto mesi fa non fu solo l’opposizione a spendersi per evitare una legge palesemente incostituzionale. Perciò vogliamo che il presidente Martini venga a chiederci scusa”. Sulla stessa linea gli interventi di Giuseppe Del Carlo (Udc) e Alessandro Antichi (Fi-Pdl) che hanno evidenziato “la giustizia resa dalla sentenza della Corte Costituzionale” e “la forzatura fatta dalla Giunta, violando il ruolo legislativo dell’assemblea e della commissione. La via maestra – hanno sottolineato – è stata indicata nella proposta di legge al Parlamento”. Di altro tono gli interventi dai banchi della maggioranza. Ilio Pasqui (Pd), in qualità di presidente della commissione affari istituzionali ha illustrato in aula i contenuti del provvedimento e spiegato i perché delle modifiche. Eduardo Bruno (Pdci), presidente della commissione lavoro, ha lanciato un “appello a maggioranza ed opposizione ad essere unite sul tema della sicurezza per combattere le morti bianche”. Bruna Giovannini (Sd) ha evidenziato come la legge regionale, “seppur indebolita dalle modifiche apportate, non perde di senso”. Pier Paolo Tognocchi (Pd) ha sottolineato come “dopo i tagli la legge rimane comunque buona, il passaggio in commissione l’ha poi arricchita prevedendo incentivi per le Pa che così raggiungeranno gli obiettivi previsti per quanto riguarda gli ‘acquisti verdi'”. (ANSA).