Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Lavoro a rischio: continua l’allarme.

Un anno difficile per l’Aretino, segnato dalla crisi e dai problemi. È il volto del 2010 che tratteggia Marco Salvini segretario generale della Cisl Arezzo. «Occorre fare fare il punto della situazione – afferma – ma anche sulle strategie da mettere in campo per fronteggiare una crisi che, malgrado qualche timido segnale di frenata, si sta ancora rivelando molto dura per il territorio e specialmente per l’occupazione». Tra le azioni che hanno caratterizzato l’anno appena concluso c’è stato un forte ricorso alla cassa integrazione. I dati riportano un incremento sia della cassa integrazione speciale che quella in deroga mentre per quella ordinaria si è registrato un decremento. In particolare si evidenzia che, da una parte, nel territorio aretino ci sono aziende che si sono avviate verso la ripresa e dall’altro persistono realtà importanti sempre più in crisi. «Dobbiamo anche mettere in luce – sottolinea Salvini – che, in questa fase di cauto ottimismo le aziende in fase di ripresa, allo stato attuale, non sono in grado di fare da ammortizzatore ovvero non possono assorbire quelle centinaia e centinai di unità lavorative che, purtroppo, oggi il mercato dispone». In particolare nella provincia di Arezzo ci sono alcune «incognite» aperte come la UnoAErre, il caso Eutelia, la Sadam, Terreal Italia e la Beltrame da cui dipende non solo il futuro di circa 1000 lavoratori, ma l’uscita da una situazione di crisi di tutto il territorio provinciale. «Comunque neppure la piccola impresa – prosegue Salvini – dà segni di ripresa tanto è vero che continua ad essere ingabbia in questa crisi anche a causa del ristagno dei consumi e di un atteso rilancio che ancora non c’è stato nel settore dell’edilizia».Oggi il ruolo del sindacato, aggiunge il segretario, è quello di essere presenti nelle fabbriche, nei posti di lavoro tanto del privato che del pubblico, con l’obiettivo prioritario di migliorare la qualità della vita e del lavoro di questa provincia, dove le differenze tra aziende sono ancora accentuate e l’occupazione stenta a riportarsi a livelli accettabili, ma anche quello di adattarsi alle varie realtà senza svendersi in funzione delle esigenze sia del lavoratore che dell’azienda. «Temi come l’orario di lavoro, mobilità e flessibilità sono elementi che devono restare al centro della contrattazione – afferma Salvini –. Non ci sono modelli standard che vanno bene per tutti. Certe rigidità si rivelano negative sia per la produttività che per la tutela dei lavoratori e, ogniqualvolta si abbandona il tavolo della contrattazione, si abbandonano i lavoratori. Il sindacato ha un ruolo se contratta». In questo difficile quadro uno spiraglio di ripresa potrebbe arrivare in queste settimane se si dovessero concretizzare le aspettative legate alle sorti di Eutelia e della UnoAErre. «Se ciò si verificasse determinerebbe oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro anche uno sviluppo futuro del territorio ed una ripresa non trascurabile di tutto ciò che riguarda l’indotto legato a queste due grosse realtà industriali».Sul piano generale è evidente, prosegue Salvini, Arezzo e la sua provincia devono mettere in campo una serie di priorità strategiche che siano funzionali allo sviluppo del territorio, alla ripresa del lavoro e della produzione, vale a dire viabilità, infrastrutture, banda larga per Internet (esistono molte zone non cablate, malgrado la densità industriale del territorio). In sostanza è necessaria una rete efficiente di servizi a sostegno delle politiche attive del lavoro. In questo, conclude Salvini, si richiede una precisa assunzione di responsabilità anche da parte dei politici locali.