Economia
Lavoro, a Firenze percorsi formativi per soggetti fragili e svantaggiati
Siglato protocollo fra Confindustria Toscana Centro e Costa, Unione degli Agricoltori di Firenze, CFP “Don Giulio Facibeni”, Fondazione Solidarietà Caritas Firenze ETS
Percorsi di inclusione sociale per offrire formazione qualificata finalizzata all’inserimento immediatamente spendibile sul mercato del lavoro di soggetti fragili e svantaggiati in aziende del territorio della area metropolitana fiorentina. E’ quello che si realizzerà a Firenze grazie ad un protocollo di Intessa siglato da Confindustria Toscana Centro e Costa, Unione degli Agricoltori di Firenze, CFP “Don Giulio Facibeni”, Fondazione Solidarietà Caritas Firenze ETS.
Una rete di collaborazione che porterà a realizzare la costruzione di iniziative di formazione professionale in grado di accompagnare soggetti fragili e svantaggiati (ad esempio migranti), in percorsi formativi volti al miglioramento delle proprie competenze e all’ingresso e reinserimento nel mercato del lavoro.
Una iniziativa, unica nel suo genere in Toscana, perché vede dialogare associazioni datoriali e soggetti del terzo settore, fornendo risposte concrete alle esigenze delle imprese che evidenziano un fabbisogno di forza lavoro di breve e medio periodo con particolare specializzazione tecnica e professionalizzata.
Nello stesso tempo, le persone fragili, destinatarie dell’intervento, potranno acquisire tutte quelle competenze necessarie per entrare a far parte del mondo del lavoro ed essere cittadini attivi all’interno del proprio territorio.
In concreto, il protocollo siglato ha l’obiettivo di sperimentare percorsi di inclusione sociale di persone fragili anche attraverso l’inserimento lavorativo in aziende del territorio, attraverso la programmazione e la realizzazione di percorsi di formazione professionale su profili richiesti dalle imprese, favorendo in questo modo il matching tra domanda ed offerta di lavoro.
“Il nostro è un impegno tangibile per creare percorsi concreti che promuovano l’inclusione sociale; e un impegno di lavoro comune per abbattere tutte quelle barriere che ostacolano la piena partecipazione alla vita economica e sociale – sottolinea Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana centro e Costa -. Non è solo una questione di giustizia, ma è anche un fattore chiave di crescita economica. Questo è il frutto di un dialogo costruttivo e di una volontà comune di promuovere l’accesso alla formazione professionale per tutti creando opportunità di lavoro dignitoso e inclusivo. Un sostegno alle imprese sociali e solidali, e un invito alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’importanza dell’inclusione sociale”.
“Nella provincia di Firenze mancano 3500 operai nel settore agricolo, numero addirittura in aumento nei periodi di vendemmia o raccolta – aggiunge Francesco Colpizzi, presidente di Unione Provinciale Agricoltori di Firenze -. Questo protocollo d’intesa è un’opportunità per i soggetti in difficoltà sul territorio di immettersi nel mondo lavorativo. Apre la strada a contratti stabili in un settore fondamentale per l’economia regionale e nazionale, beneficiando noi agricoltori e i futuri lavoratori, colpendo chi sfrutta questi soggetti con occupazioni non regolari e rinforzando la manodopera. Un aiuto concreto e inclusivo su tutti i fronti, compreso quello sociale”.
“L’accoglienza per le persone in difficoltà, come i migranti, è fondamentale, ma il loro futuro passa dal lavoro: è la chiave per garantire un’indipendenza economica e quindi un inserimento sociale, e per porre le basi per una nuova vita in autonomia – spiega Vincenzo Lucchetti, presidente di Fondazione Solidarietà Caritas Firenze -. Per questo motivo siamo particolarmente felici di sottoscrivere questo progetto che risponde a una doppia esigenza: quelle delle imprese di trovare personale qualificato e quella delle persone fragili di acquisire le competenze per inserirsi o reinserirsi nel mondo lavorativo”.
“Il CFP don Facibeni che fa capo all’Opera Madonnina del Grappa ha maturato una esperienza pluriennale nella formazione di studenti che in genere rifiutano un modello educativo trasmissivo e vengono da situazioni di fragilità sociale – conclude Giovanni Biondi, presidente di CFP don Facibeni -. Abbiamo circa 250 studenti e l’85% di loro trova lavoro entro pochi mesi dalla fine dei corsi. Nel settore agricolo abbiamo una scuola nuovissima, costruita pochi anni fa a Campiano (Impruneta) all’interno di un vasto territorio agricolo. Quindi un ambiente di formazione con un vasto “laboratorio” fatto da vigneti, oliveti, cantine, frutteti dove gli studenti possono essere direttamente coinvolti nelle attività e formarsi, è proprio il caso di dire, ‘sul campo’. Queste sono le competenze e le strutture che metteremo a disposizione delle attività che nasceranno da questa collaborazione e che speriamo possano far incontrare la domanda con l’offerta”.
Alla base del protocollo di “Formazione e Lavoro per il Sociale”, l’assunto che l’esclusione sociale di categorie definite “fragili”, tra cui i migranti, è un fenomeno multidimensionale non limitato all’mancanza di un lavoro e di mezzi economici e che i processi di inclusione sociale sono percorsi complessi che non si limitano alla ricerca di un’occupazione lavorativa, ma ad un sostanziale miglioramento della qualità di vita. Facilitare, quindi, il processo di inclusione significa anche formare le persone “fragili” permettendo loro di acquisire competenze e capacità tecniche e professionali, che possono rispondere alle esigenze di quelle imprese che hanno individuato le competenze di cui avrebbero bisogno, ma spesso non riescono a trovare il personale qualificato nei tempi necessari.