Toscana

Lavoro, a Firenze 33mila nuove assunzioni ma mancano camerieri e cuochi

L’ultima tendenza viene dagli Stati Uniti e si chiama “great resignation”: l’uscita volontaria dal mondo del lavoro, o meglio dal lavoro dipendente. La pandemia ha spinto molte persone a ripensare la propria carriera e il bilanciamento vita-lavoro. Il fenomeno riguarda tutti i Paesi occidentali e sembra destinato a diventare strutturale. In Italia, nel primo trimestre di quest’anno, sono state 519mila le dimissioni volontarie, e secondo le prime stime più di 50mila in Toscana (dove nel 2021 erano state tra 130 e 160mila). “Siamo davanti a cambiamenti epocali, ai quali le imprese devono poter rispondere con gli strumenti adeguati e la giusta flessibilità, perché oggi sempre più persone guardano alla qualità della vita e anche alla qualità del lavoro”, commenta Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze.

Non solo dimissioni volontarie, che per un’azienda vogliono dire costi e disagi (diretti e indiretti): il mercato del lavoro, in Toscana come nel resto d’Italia, soffre di una crescente divaricazione tra domanda e offerta. Nella città metropolitana fiorentina, nel trimestre maggio-luglio, in base all’ultimo report dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze (su dati Excelsior-Unioncamere), le imprese hanno previsto 32.810 nuove assunzioni, il 21% in più dello stesso periodo del 2019 (ultimo dato pre-covid), ma la difficoltà di reperimento ha superato il 41% rispetto al 30% di tre anni fa. Il 68,2% delle nuove assunzioni di oggi sono a tempo determinato, contro il 19,4% a tempo indeterminato. Vent’anni fa questa proporzione era capovolta (nel 2001 il 57,6% dei nuovi ingressi era a tempo indeterminato e il 31,2% determinato).

Tra le dieci figure professionali più richieste ci sono cuochi e camerieri (16,9% del totale), addetti ai servizi di pulizia (15,2%), commessi (5,8%), personale amministrativo e di segreteria (5,6%), operai specializzati (4,7%) esperti di marketing (4,3%), informatici (3,9%). Aumenta il livello di scolarizzazione e di specializzazione ricercato dalle imprese. E cresce la richiesta di competenze green e digitali, che nei prossimi cinque anni riguarderanno rispettivamente il 56% e il 50% del fabbisogno di personale.

“Per rispondere a queste esigenze dobbiamo lavorare sulla formazione, puntando su scuole di alta qualificazione tecnica e professionale, come nel caso degli Its – dice Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze -. La nostra Camera è impegnata sul fronte dell’orientamento dei giovani, con oltre 5mila studenti delle superiori coinvolti quest’anno nei programmi realizzati insieme al Ministero. Sul territorio, inoltre, abbiamo modelli virtuosi, penso al Polimoda e alla Scuola di Scienze aziendali, che non a caso hanno livelli di placement superiori al 90%, ai quali ispirarsi per preparare le nuove generazioni al mondo del lavoro”.

Per quanto riguarda questo aspetto, è stata presentata oggi in Camera di commercio la nuova piattaforma interattiva smartfutureorienta.it, nata dall’esperienza di Smart Future Academy, con l’obiettivo aiutare gli studenti delle scuole superiori italiane a capire cosa fare nel mondo del lavoro. “La piattaforma è uno strumento interattivo che servirà alla imprese per presentarsi in maniera innovativa ai giovani e a questi per orientarsi meglio nella scelta delle prime esperienze lavorative – spiega Lilli Franceschetti, presidente di Smart Future Academy -, ma in generale pensiamo di facilitare l’incontro di domanda e offerta in un momento in cui le cose sembrano complicarsi su entrambi i fronti”.