Toscana
Lavoratori stranieri sottopagati
Sono state presentate due ricerche sul rapporto tra immigrazione e mondo del lavoro. Il quarto Rapporto sui lavoratori di origine immigrata attraverso i dati dell’Inps, curata dal Centro studi e ricerche della Caritas italiana e dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con lo stesso istituto e la ricerca della Fondazione Moresca, che ha affrontato il tema della differenza salariale tra lavoratori italiani e stranieri.
La ricerca attraverso i dati Inps mette in luce come vi siano interi settori economici che si reggono grazie al supporto dei lavoratori stranieri, in particolare l’assistenza famigliare e l’agricoltura, settori dove però si registrano le retribuzioni più basse. L’assistenza famigliare coinvolge circa mezzo milione di donne assicurate, molte di più quelle non registrate, permettendo al sistema pubblico di risparmiare 6 miliardi di euro, dati del Ministero del Lavoro, ricordiamo infatti, che un quinto della popolazione italiana è composta da ultrasessantacinquenni, 2,6 milioni i non autosufficienti. L’altro settore è l’agricoltura dove gli stranieri rappresentano un quinto del totale degli addetti e stante le difficoltà del comparto al ricambio generazionale potrebbero rappresentare anche una risorsa per il futuro.
La crisi economica ha colpito anche i lavoratori immigrati, spingendoli verso mansioni sempre più basse sia dal punto di vista salariale che retributivo, come evidenziato dalla ricerca della fondazione Moresca, che analizzando le buste paga nei diversi settori ha messo in evidenza come un dipendente straniero percepisca il 22,9% in meno rispetto a un dipendente italiano con le stesse mansioni, tale differenziale è superiore nelle provincie del Sud e come , ancora una volta siano più penalizzate le donne rispetto agli uomini.
Per quanto riguarda il titolo di studio non influisce sul livello retributivo, non vi è differenza tra chi ha la licenza elementare e media e un diplomato, leggermente superiore il salario di un laureato. Mentre maggiore è il livello di istruzione maggiore il gap con i dipendenti italiani, a parità di condizione. È evidente che ancora una volta il sistema italiano si conferma poco meritocratico e incapace di attrarre alte professionalità tra i lavoratori stranieri, ipotecando pesantemente il futuro dell’intero paese.
Per quanto riguarda il sistema pensionistico, i dati dell’Inps hanno messo in evidenza il contributo dato dai lavoratori stranieri alle casse previdenziali pari a 7,5 miliardi di euro a fronte di un numero di beneficiari stranieri pari al 2,2% della popolazione in età pensionabile.
Ambedue le ricerche evidenziano gli effetti negativi dal perdurare di questa disparità tra lavoratori, da un lato la situazione di crisi economica mette a rischio le famiglie dei lavoratori stranieri che non hanno fonti di guadagno diverse dal reddito da lavoro e non possono avvalersi del supporto della rete famigliare ciò li porta ad accettare condizioni di lavoro e salariali marginali e a volte sottopagate tali da accrescere disparità di trattamento e un abbassamento dei salari medi nei diversi comparti. Tali meccanismi sono a maggior ragione determinati dal collegamento tra permesso di soggiorno e lavoro, senza il quale il lavoratore e la sua famiglia sono a rischio clandestinità. Questa analisi dovrebbe essere oggetto di riflessione da parte del legislatore, per introdurre dei correttivi a una normativa che si regge sul binomio lavoro regolare permesso di soggiorno, ma che in questo momento di crisi rischia di agevolare discriminazione e disparità di trattamento tra lavoratori.
È prevista una sezione chiamata «Dati Modello Q» che dovrà essere compilata, per le assunzioni, solo in caso di utilizzo del modello Unilav in sostituzione del Modello Q. In questa sezione sono previsti due campi: sussistenza della sistemazione alloggiativa e impegno del datore di lavoro al pagamento delle spese per il rimpatrio. Il Ministero dell’Interno con con la circolare prot. n. 3666 del 13 maggio 2011 ha, però, precisato che in caso di assunzione di un cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia, il datore di lavoro dovrà ancora trasmettere per raccomandata allo Sportello Unico per l’Immigrazione il contratto di soggiorno per lavoro subordinato su modello cartaceo «Q». Infatti, secondo il Ministero dell’Interno, l’introduzione dei nuovi standard operativi previsti dal 30 aprile 2011, nel modello UNILAV, sono soltanto in via sperimentale, per cui il modello «Q» dovrà essere ancora utilizzato.