Lucca

Laureata in giurisprudenza, Ylenia vive e lavora a Varsavia come traduttrice in una multinazionale

Perché ti trovi a Varsavia? «Due anni fa sono stata in Spagna per due semestri diversi, prima a Toledo, poi in Galizia, in Erasmus. Volevo fare un’altra esperienza all’estero prima di laurearmi e non mi restavano esami da dare: quindi ho deciso di fare un tirocinio all’estero. Ho mandato curriculum in tutta Europa, volevo lavorare in una Camera di Commercio: mi avevano preso a Porto, a Malta, in Turchia e a Varsavia. Ho scelto di fare la cosa più diversa rispetto a quello che avevo fatto. Ho fatto tre mesi di tirocinio alla Camera di Commercio di Varsavia mentre scrivevo la tesi – era tutto online – e alla fine sarei dovuta tornare a casa, ma ho deciso di rimanere, mi sono messa a cercare un altro tirocinio, ma in compenso ho trovato lavoro qui. Da gennaio sto lavorando, nel mentre mi sono laureata online direttamente da Varsavia». In che cosa ti sei laureata? «La magistrale in giurisprudenza all’Università di Pisa». Che lavoro fai? «Lavoro per una multinazionale di traduzione e localizzazione. Mi occupo di vendite nel reparto farmaceutico: vendiamo le traduzioni alle aziende farmaceutiche. Non mi hanno preso per giurisprudenza, ma perché parlo spagnolo, italiano e inglese». Sei contenta? «Sono contenta, non è magari il lavoro della mia vita, però in una multinazionale è facile scalare di posizione».  Come va con la lingua polacca? «Una tragedia. A parte le formule cortesi. Un po’ perché l’ho rifiutata, un po’ perché è difficile. Ti ci devi dedicare e io non le ho mai dedicato del tempo: magari se decido di restare più tempo… Vediamo». Riusciresti a fare la stessa vita in Italia? «È una cosa di cui parliamo spesso con quelli che hanno trovato lavoro qui: probabilmente in Italia non avremmo trovato gli stessi lavori soprattutto da neolaureati in giurisprudenza, perché ti aspetta la pratica forense non pagata o pagata poco. In Italia si passa da tirocinante a tirocinante senza mai assumere nessuno». Quali sono i contro del vivere a Varsavia? «Ora è estate e non ci sono i -25° e la neve che abbiamo patito d’inverno. Ora è più facile godersi Varsavia. D’inverno c’erano la neve, il tramonto alle 2 e il buio alle 3 del pomeriggio. Col coronavirus tanti locali erano chiusi o aperti illegalmente e generalmente una passeggiata non la facevo. L’estate è iniziata la settimana scorsa: fino a due settimane fa stavo in cappotto. Ora fanno 30- 35° e non c’è via di scampo perché il mare è a quattro ore e le piscine sono affollate. Questo, per noi che abbiamo la montagna vicino, il mare vicino – siamo un poi viziati a Lucca! – è una bella sfida». Ti vedi di più all’estero o in Italia? «Negli ultimi nove mesi non ero mai tornata in Italia e sono tornata due settimane fa. Quando ero piccolina Lucca la odiavo: perché dovevo vivere in posto così piccolo in cui non c’è niente da fare? Quando sono tornata ho detto: invece ci sono un sacco di cose, aperitivi belli, il mare, la montagna: c’è tutto. Lucca l’ho riapprezzata, ma per il momento non ci tornerei perché il lavoro è in smart-working e teoricamente potrei andarmene via da Varsavia quando voglio. Ho in mente di vedere almeno un altro paese. No, per ora non tornerei in Italia, però nel futuro».