Lucca

Laureata all’Accademia di Arte Drammatica

Così descrive la sua città di origine l’attrice Matilde Bernardi, 24 anni il prossimo luglio, originaria di Saltocchio ma da qualche anno di stanza a Roma. La raggiungiamo al telefono e iniziamo a parlare della difficoltà di ottenere l’indipendenza economica lavorando in àmbito teatrale: «Deve essere riconosciuta ai professionisti una regolarità di pagamento, anche nei periodi di stand-by tra un lavoro e l’altro, come accade in Francia. Con la pandemia se ne è parlato in quanto siamo stati tra le categorie più colpite e c’è una bozza di legge in proposito che speriamo venga approvata». Com’è nata la passione per la recitazione? «In realtà per caso. A 14 anni una delle mie più care amiche, Rebecca Fanucchi (attrice lucchese che ha interpretato Clelia ne L’Amica Geniale 2, ndr), frequentava il laboratorio “GiglioLab” di Dimitri Galli Rhol, al Teatro del Giglio e mi chiese se avevo voglia di partecipare pure io. In seguito ho proseguito un po’ col teatro amatoriale nella Compagnia Teatro Giovani di Nicola Fanucchi e poi dopo vari laboratori, in quinta superiore, mi sono decisa a fare il grande salto, vale a dire trasferirmi nella capitale per tentare l’ammissione all’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”». Hai detto «Il teatro deve avere un linguaggio transnazionale e sarebbe auspicabile non parlare più dell’Italia, ma ragionare in ambito europeo, utilizzando linguaggi comuni almeno ai paesi dell’Unione». Puoi spiegarci meglio? «In Italia l’ambiente teatrale si rifà alla tradizione, anche se grazie ad alcuni festival arrivano anche qui spettacoli concepiti all’estero. Vorrei si abbattesse qualsiasi confine riguardo alla distribuzione; sarebbe più proficuo far giungere qua altri spettacoli dell’Unione Europea». C’è il problema della lingua… «Abbattibile con i sovratitoli, che già si usano nella lirica e che non influenzano assolutamente la fruizione. Ci sono anche spettacoli plurilinguistici con attori di lingue differenti. È un settore stimolante». Ti sei recentemente laureata all’Accademia di Arte Drammatica. Come ti sei trovata? È una scuola prestigiosa. Come credi che inciderà la formazione ricevuta nella tua carriera? «Mi sono trovata benissimo! Tornando indietro la rifarei. Non so come inciderà sulla mia carriera. Questo è un mestiere in cui devi sempre continuare a imparare e io ancora non riesco a scindere tra formazione e lavoro. L’Accademia è stata fino ad ora la cosa più importante della mia vita». Ora che progetti hai? «Dal 17 al 22 giugno sarò in scena al Teatro India di Roma con lo spettacolo “OK Goldoni”, la regia è di Antonio Latella. Una trilogia di testi goldoniani: La locandiera, Il servitore di due padroni e La moglie saggia. Sono come episodi di un unico grande spettacolo».