Arezzo - Cortona - Sansepolcro
L’augurio di Natale dell’arcivescovo Riccardo Fontana
«Recuperare la dimensione spirituale della vita e seguire l’esempio di Gesù, che per primo è voluto stare in mezzo alla gente». Con queste parole l’arcivescovo Riccardo Fontana questa mattina ha voluto esprimere il proprio augurio alla stampa locale e alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, per un Natale «dove si riscopra la bellezza del fare festa e dello stare insieme con gioia». Una gioia che nasce dalla consapevolezza che Gesù non è solo morto, ma è risorto e vivo in mezzo a noi. Per questo la Chiesa ci dice «coraggio» e «ci chiede di rimboccarci le maniche e metterci al lavoro soprattutto a vantaggio delle fasce di popolazione che si trovano in maggiore difficoltà».
L’arcivescovo Fontana auspica una Chiesa «che non si arrocchi, ma che sia aperta e pronta a mettersi a confronto con tutti»; un atteggiamento che si inserisca nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II e che «deve passare alla nuova generazione». La diocesi ha intrapreso un percorso che ha visto partire numerose iniziative. Dopo un anno di servizio in diocesi l’Arcivescovo ha voluto ricordare il grande numero di comunità incontrate, gli ottimi rapporti costruiti con i sacerdoti, il clima semplice e famigliare che gli si è costruito intorno. Ci sono anche tanti progetti a vantaggio della gente, a partire dai giovani. La chiesa di San Michele ad Arezzo sarà la sede della Pastorale Giovanile della Diocesi. È il luogo «dove il Concilio ha fatto il suo ingresso ad Arezzo» e che «torna ad essere il centro di propulsione per i giovani». Così l’antica chiesa dei camaldolesi sarà la sede della rinata Fuci aretina, guidata dal monaco camaldolese Dom Matteo Ferrari. «Si recuperano le tradizioni e gli spazi della Chiesa locale mettendosi in linea con la questione della sfida educativa sulla quale la Conferenza Episcopale Italiana ha richiamato l’attenzione dei cattolici italiani». Per vincere questa sfida, va ripreso «un dialogo forte con i giovani», che sia «segnale del coraggio e della fede che Gesù è vivo in mezzo a noi». L’arcivescovo ha richiamato il progetto degli oratori che la Diocesi sta realizzando. Una rete di persone, di saperi e di luoghi adatti all’incontro con la nuova generazione, dove ci si possa incontrare, divertire e formare, dove «avvenga il passaggio del testimone fra generazioni saranno 52 gli oratori aperti di qui ai prossimi 10 anni», ha specificato Fontana, e si parte subito dal recupero della zona limitrofa alla parrocchia di San Domenico, «un luogo che ha visto crescere generazioni e generazioni». I prossimi passi saranno nelle parrocchie limitrofe al centro cittadino, dove già esistono eccellenti strutture quali Olmo e Pescaiola. L’apertura di questi oratori è accompagnata e sostenuta da un corso di formazione attivato appositamente presso l’Istituto superiore di scienze religiose Beato Gregorio X di Arezzo (Issr), che sta formando i formatori, «poiché ragionare sulla formazione dei ragazzi è una cosa seria che non può essere improvvisata».
In ogni operazione, l’arcivescovo Riccardo Fontana, ha voluto sottolineare l’importanza della riscoperta di alcune delle tradizioni della Chiesa locale, come avvenuto ieri sera con i tanti giovani nella chiesetta di San Lorentino e Pergentino, antichi giovani e martiri aretini. L’Arcivescovo ha terminato dicendo: «La notte di Natale sarò in Duomo per la Messa di Mezzanotte (che inizierà alle 23.30). Il giorno di Natale alle 10.30 celebrerò ancora la Messa in Duomo. La sera di Natale sarò a Sansepolcro. Il 26 da Pieve Santo Stefano saliamo alla Verna con un centinaio di ragazzi per due giorni di ritiro». «Tutti ricorderò nella preghiera a tutti invoco la Benedizione del Signore davanti al Presepio».