Opinioni & Commenti

L’attualità di Agostino, il santo che ci cattura ancora

di Maurizio Schoepflin

Chi ha una certa esperienza di insegnamento della filosofia sa che dinanzi alla figura e all’opera di Sant’Agostino (di cui RaiUno ha appena mandato in onda la fiction, mentre Città Nuova ha da poco terminato la pubblicazione completa dei suoi scritti in oltre 70 volumi, per non parlare della massiccia presenza in rete) anche lo studente meno motivato e appassionato lascia da parte indifferenza e disinteresse e si sente coinvolto dalla personalità e dalle dottrine di questo sommo pensatore che, a buon diritto, viene considerato uno dei Padri della civiltà occidentale, oltre che, insieme a San Tommaso, il maggiore filosofo cristiano di tutti i tempi. Sono numerose le suggestioni provenienti dalla testimonianza e dal pensiero di Agostino che risultano ancora vive e attuali, in grado, per un verso, di interpellare e, per un altro, di guidare l’uomo contemporaneo. Tra queste, ne segnaleremo soltanto alcune, invitando il lettore ad avvicinarsi direttamente agli splendidi testi del Vescovo di Ippona.

Innanzitutto, va notato che in Agostino la filosofia fece un tutt’uno con la vita: egli concepì l’indagine filosofica non come mero esercizio teorico o sfoggio di erudizione, ma come il terreno ove si gioca la partita dell’esistenza. Il grande africano venne spinto da una profonda inquietudine interiore a ricercare il senso autentico della propria esistenza e si accorse che i piaceri e le seduzioni del mondo non potevano soddisfare appieno l’ansia che albergava nel suo cuore.

Agostino fu un uomo vero, che avvertì con forza il richiamo della carne, dell’ambizione, del successo; il suo approdo alla verità che è capace di rispondere agli interrogativi più drammatici della vita fu faticoso, e in ciò egli assomiglia all’uomo di ogni tempo, che desidera trovare il senso del vivere e che, spesso, si illude di incontrarlo al di fuori della fede in Dio. Sant’Agostino insegna a non disperdersi nella nebbia dell’esteriorità e a rientrare dentro di sé, laddove il Signore non mancherà di farsi presente e di illuminare l’anima. Accanto ai fondamentali motivi della ricerca, dell’interiorità e della fede, piace ricordare il profondo valore che Vescovo di Ippona attribuì all’amore e all’amicizia.

Ancor prima della conversione – evento decisivo di tutta la sua vita – egli sperimentò le gioie e i dolori legati agli affetti umani; ma fu dopo l’incontro con Cristo che la dimensione dei rapporti con gli altri acquistò per lui pieno significato ed egli comprese che soltanto alla luce del Vangelo è possibile amare il prossimo in modo autentico. Si tratta senza dubbio di una lezione molto adatta all’uomo di oggi, che, spesso, non riesce a costruire relazioni umane gratificanti. Non bisogna dimenticare poi lo straordinario impegno profuso dal Santo Dottore in favore della Chiesa, per la quale si spese senza risparmio, difendendola dagli attacchi dei nemici ed esaltandone il ruolo salvifico.

Al cuore di tutto questo sta l’amore appassionato che Agostino nutrì per Gesù: egli fece del Cristo il centro della propria esistenza e guardò a Lui come alla stella polare che indica l’orientamento sicuro da seguire. Si legge in uno dei capolavori agostiniani, il De Trinitate: «La nostra scienza è Cristo, la nostra sapienza è ancora Cristo. È Lui che introduce in noi la fede che concerne le cose temporali, Lui che ci rivela le verità concernenti le cose eterne».

Fiction, un bell’Agostino (anche… esteticamente!)