Vita Chiesa

L’attesa si fa struggente nostalgia

Il sorgere del giorno, mentre celebriamo le lodi in un’alba che stenta ad affacciarsi alle grandi finestre del coro monastico, ci troviamo davanti al salmo 42 e alla sua descrizione dell’anima del credente che, come in esilio lontano dal Signore (cf. 2 Cor 5,6-8), anela a vedere Dio.L’attesa del Signore diviene struggente nostalgia dell’incontro, veglia di preghiera intrisa di spazi di silenzio alla quale concorrono voci provenienti da lontano, a ridire il desiderio che abita il profondo e che neppure i ritmi di vita più intensi possono annullare: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Salmo 42). Il grido del cuore si eleva, nella notte dei tempi, come accorata domanda cui risponde l’invito del veggente: «Sentinella, quanto resta della notte?». La sentinella risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte: se volete domandate, convertitevi, venite!» (Is 21,11-12).Non sono pochi coloro – siamo noi tutti – che il profeta, con forti accenti, convoca per un serio cambiamento. «Poiché ci sarà un giorno del Signore degli eserciti contro ogni superbo e altero…»; e allora «sarà piegato l’orgoglio degli uomini, sarà abbassata l’alterigia umana; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel giorno e gli idoli spariranno del tutto» (Is 2,12-17-18). Venendo a tempi più vicini ecco il Battista, l’ultimo e più grande dei profeti, il cui rude aspetto da solo già scuote la coscienza. Egli grida nel deserto, e la sua parola ardente indica percorsi impegnativi per una trasformazione interiore che non resti priva di frutti, anzi sia preparazione autentica all’atteso incontro con il Salvatore. Egli ci dice: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto… Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe … Viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3,11.14.16).

È, quella del precursore, la via della verità, del cuore che si lascia interpellare dal bisogno del fratello e si apre al gesto di condivisione, inaugurando così l’era della giustizia illuminata dall’Amore.

Ma non basta… Dall’antico villaggio della Palestina avanza nello spazio celebrativo la figura di una giovane donna: è Maria, la vergine in cui il desiderio s’incarna.Nella mente , nel cuore, nel corpo l’attesa in lei ora si compie. «Concepirai un figlio, – le dice l’angelo – lo chiamerai Gesù… “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”» (Lc 1,13.38).Le tenebre del peccato retrocedono e svaniscono davanti al cuore spalancato all’obbedienza: il sì dell’umile fanciulla permette al Sole di giustizia di sorgere sul mondo. In lei il lungo cammino di secoli giunge alla svolta; in lei l’umano desiderio di vedere Dio si adempie prima che nei gesti nell’adesione piena alla Parola che, se accolta, ci conduce verso la visione. Ed eccoci ormai prossimi all’evento. Se, seguendo i testimoni dell’Avvento, avremo camminato sulla via del vero amore, non saremo solo noi ad andare incontro a Cristo, Egli stesso ci accoglierà sul suo natale, e sarà gioia.a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa