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L’attenzione alla donna: il «grazie» non basta
Infine, la denuncia della sottovalutazione della maternità, spesso più penalizzata che socialmente sostenuta, della prostituzione e della violenza sessuale. Ancor più profondamente, il Papa, soffermandosi sulla “lunga e umiliante storia – per quanto spesso sotterranea – di soprusi perpetrati nei confronti delle donne nel campo della sessualità”, vi collega il male intrinseco dell’aborto; l’invito a non arrestarsi alla denuncia delle discriminazioni e delle ingiustizie, ma ad impegnarsi “per un fattivo quanto illuminato progetto di promozione che riguardi tutti gli ambiti della vita femminile”.
LE SPERANZE. Il ritardo della Chiesa in questo campo è già costato caro e non promette bene per il futuro. È vero che il Concilio Vaticano II ha rappresentato una svolta decisa, ma la questione femminile sollevata dalle donne un secolo prima vi era appena sfiorata. Molteplici (presenza femminile nella Chiesa e potere decisionale dei vertici maschili; diaconato e matrimonio; insegnamento e riflessione teologica; la questione dei ministeri; il potere della Tradizione e quello della Chiesa) sono i temi di discussione sui quali si dovrebbe essere in grado di riflettere apertamente senza intaccare l’unità della comunione ecclesiale, sapendo che se è possibile affrontarli è grazie ad un grande Papa che ha avuto il coraggio di mettere il dito sulla piaga e proporre la sua “antropologia uniduale”.