Un paese equatoriale di 23 milioni di abitanti, in condizioni difficili dopo anni di guerre e carestie. È l’Uganda, nazione africana da dieci anni più vicina alla Toscana grazie all’impegno del Movimento Cristiano Lavoratori. Da tempo gli aiuti raccolti dall’Mcl toscano rappresentano più di una semplice speranza per la popolazione ugandese. Adesso si lavora per ampliare l’orfanotrofio di Kampala e nei giorni scorsi il cardinale Emmanuel Wamala, primate della Chiesa ugandese, è stato ospite dell’Mcl regionale per promuovere il progetto. «Nel nostro paese ci sono ancora moltissimi bambini che vivono soli dopo la morte dei genitori vittime dell’Aids» ha spiegato l’arcivescovo di Kampala. «Abbiamo completato i lavori per un terzo della struttura che già adesso ospita venti piccoli di età compresa tra zero e sei anni». Un’operazione importante in una nazione che cerca di riprendersi. «Dopo i terribili anni ottanta, che ci hanno visti vittime di guerre civili e carestie, stiamo cercando di rialzare la testa – sottolinea il cardinal Wamala -. Siamo in uno stato di recupero economico, politico e culturale». In questo quadro si inserisce il rapporto con l’Mcl. «Dieci anni fa grazie a un parroco milanese, don Vittorione, sono entrato in contatto con l’Mcl aretino – ricorda Wamala -. Da allora quando vengo in Toscana mi sento a casa». Da quest’anno il gemellaggio si è esteso dalla provincia aretina a tutta la regione. «Ci è sembrato importante aumentare lo sforzo per l’Uganda» dice il presidente regionale, l’aretino Guglielmo Borri: «Abbiamo raccolto, e non ne avevamo dubbi, consensi e aiuti fondamentali». A partire da Firenze dove la scorsa settimana Wamala è stato ospite del circolo di Sesto Fiorentino. «È stato un momento importante – ammette il presidente provinciale di Firenze Pierluigi Grossi – al di là dei fondi raccolti speriamo di aver comunicato anche amicizia e fratellanza al rappresentante della Chiesa ugandese. Da oggi, insieme al suo popolo, può contare su nuovi amici». Italia e Uganda sono unite dalla solidarietà e dalla fede cattolica: «Siamo uniti nel nome di Cristo – conclude Wamala -. Molti sacerdoti ugandesi hanno lasciato l’Uganda per studiare in Italia, da dove molti missionari sono partiti per aiutarci». Fabio Scaffardi