Cultura & Società

L’anima verde della Toscana

di Francesca Galluzzi

Toscana terra di… verde. Le aree naturali poste sotto tutela sono molte e sono un patrimonio di cui la nostra regione dispone a piene mani. Già balza all’occhio la presenza di tre parchi nazionali. Ma sono da registrare anche i tre parchi regionali della Maremma, di Migliarino San Rossore e delle Apuane; oltre a parchi e riserve provinciali e le numerosissime Anpil, acronimo che sta a significare Aree naturali protette di interesse locale.

Con l’arrivo della primavera la voglia di esplorare dall’interno e in modo «lento» questi luoghi, belli, incontaminati, segnati con cura e spesso molto ben rappresentati e descritti in opuscoli e cartine edite dagli enti gestori o da quelli di informazione turistica, è anche occasione per conoscere meglio un territorio incredibilmente vario. Le proposte di visita seguono un percorso da sud a nord; non vogliono ovviamente essere esaustive ma accendono l’interesse su angoli diversi e particolarità paesaggistiche e faunistiche di Toscana.

Il Parco regionale della Maremma, dalla foce dell’Ombrone a Talamone, è costituito da un territorio fatto dalla Palude della Trappola, a nord dell’Ombrone, e dai Monti dell’Uccellina, a sud dello stesso fiume. Con i suoi 25 chilometri di costa il parco è molto in auge d’estate, quando schiere di bagnanti vengono attratti dalla bella spiaggia che da Marina di Alberese si presta all’esplorazione fino all’idilliaca Cala di Forno. Ma il Parco è fatto anche di colline verdissime e solitarie, pineta, paludi, pascoli maremmani e aziende agricole con relative coltivazioni. I due Centri visita, di Talamone ed Alberese, presso i quali è utile recarsi per acquistare una visita ottimale, propongono numerosi percorsi di varia durata, che possono essere svolti accompagnati da guide ambientali oppure liberamente e che soddisfano tutti gli interessi. Ci sono quelli di taglio storico-artistico, che conducono alle numerose torri di avvistamento anti-pirateria alte sul mare, oppure ai resti della romanica chiesa di San Rabano; oppure quelli più prettamente faunistici, dedicati al birdwatching oppure all’incontro, in notturna, con i mammiferi che abitano la macchia e il bosco. Il Parco inoltre offre la possibilità di pernottare al suo interno: molte strutture ricettive hanno aderito a un disciplinare ecologico, impegnandosi in buone pratiche verso la sostenibilità ambientale.

La festa dei Parchi qui viene celebrata dal 28 al 30 maggio, con attività di orienteering, escursioni in canoa, bicicletta o carrozza, pulizia della spiaggia di Marina di Alberese e visite in notturna. Le informazioni sul sito www.parco-maremma.it oppure presso il Centro visite di Alberese. Tel. 0564-407098. La Provincia di Grosseto è straordinariamente ricca di aree naturali: sul versante sud ovest del possente cono del Monte Amiata si trova la Riserva naturale del Monte Labbro nel comune di Arcidosso. 650 ettari di media montagna, che includono il Labbro, che misura 1190 metri. La Riserva del Monte Labbro ha la particolarità di racchiudere al suo interno il Parco faunistico dell’Amiata, una realtà molto interessante, con animali tenuti in libertà che possono essere visti nel loro habitat: cervi, daini, camosci, caprioli e anche il lupo appenninico, che ha ripreso a popolare un ambiente dal quale era pressoché scomparso. Il Centro visita del Parco faunistico rappresenta un ottimo punto di partenza per la camminata ad anello, lunga circa 4,5 km che fra pascoli e castagneti porterà fino alla sommità del Monte Labbro, dove oltre a godere di uno splendido panorama e a scorgere il volo di qualche rapace, cosa che del resto può accadere in tutta l’area, si trovano le vestigia dell’avventura profetica di David Lazzaretti. Non è infatti un nuraghe quello che si intravede già da lontano ma la Torre di David, dove il Lazzaretti, originario di Arcidosso, si ritirò nella seconda metà dell’Ottocento per vivere secondo la teoria giurisdavidica. Lazzaretti morì tragicamente per mano delle forze dell’ordine e la torre e la grotta sottostante restano a testimonianza della vita ascetica del Profeta dell’Amiata.

Accesso dal Parco Faunistico oppure da Roccalbegna; info sul sito www.maremmariservadinatura.it

Il Padule di Fucecchio è la più grande palude interna d’Italia, distesa fra le province di Firenze e Pistoia. Area vissuta, subìta, attraversata dall’uomo da sempre, ma anche strettamente legata alla famiglia Medici, che la volle mettere a regime. Il Padule è interessante non solo dal punto di vista naturalistico ma anche da quello storico artistico: le testimonianze sono da ricercarsi nelle numerose ville di caccia o nelle opere come il Ponte a Cappiano, antico ma fatto riprogettare da Cosimo I anche in funzione della sua funzione di regolatore delle acque. Il Padule di Fucecchio, che ha solo un decimo della sua estensione protetta, è una zona estremamente interessante. «Il momento migliore per visitarlo è proprio questo, i mesi di maggio e giugno – spiega Enrico Zarri del Centro di documentazione del Padule – e i motivi per farlo non mancano. Intanto perché qui si trovano 200 specie di uccelli, alcuni dei quali, come gli aironi rimangono sempre, anche in estate».

Gli uccelli infatti si fermano qui nelle loro rotte migratorie, come le cicogne bianche, che hanno nidificato in questa zona già da tempo e che si potranno osservare i prossimi 6 e 13 giugno nel corso della Festa della cicogna. Il Padule vanta però anche esemplari di piante tipiche di climi diversi che prosperano in promiscuità, come gli sfagni e la grande carice, di origine nordica, discesi fin qui durante le ultime glaciazioni. Il Padule ha un centro visite a Castelmartini (comune di Larciano, PT), presso il quale si possono prenotare le visite con guida ambientale, anche personalizzate. Ma la visita può essere svolta anche in modo individuale, seguendo il percorso indicato che dal Centro visite porta fino all’Osservatorio delle Morette, buon punto di osservazione sugli specchi d’acqua. Basterà consultare il sito prima di partire e scaricare le schede descrittive. Il sito www.zoneumidetoscane.it/eventi/padeventi.html Info allo 0573-84540 oppure fucecchio@zoneumidetoscane.it

Il Parco nazionale Foreste Casentinesi, Falterona e Campigna è stato istituto nel 1993 e si estende per 36.000 ettari lungo il crinale dell’Appennino toscoromagnolo. La sua superficie è ricoperta da foreste di altissimo valore e di età vetusta, le più interessanti delle quali sono le Foreste demaniali casentinesi: al loro interno la pregevole Riserva naturale integrale di Sasso Fratino, salvaguardata e chiusa dal 1959. In questa vasta area non mancano gli insediamenti umani, anche se nel dopoguerra questa zona, come molte altre, subì l’abbandono da parte delle popolazioni locali in cerca di migliori condizioni di vita. Il parco è anche popolato da animali, lupi e ungulati: cinghiali, caprioli, daini, cervi e mufloni. La peculiarità del Parco è nella sua multiforme ricchezza di risorse e paesaggi: vi si può andare per la flora o la fauna, oppure per la ricchezza di acque, dalla sorgente del fiume Arno, sul Falterona, alla celeberrima cascata dell’Acquacheta, alla diga di Ridracoli. Sentieri e strade forestali attraversano il Parco e permettono agli escursionisti un ventaglio enorme di passeggiate e trekking di diversa durata e impegno. Uno degli itinerari più recenti della zona unisce il piacere del camminare nella natura alla scoperta dei luoghi religiosi più importanti del Parco, il Monastero di Camaldoli e quello de La Verna.

Il percorso che viene proposto, da San Benedetto in Alpe a La Verna, sviluppato in sette giorni ma modulabile in tratti più brevi, si chiama Il sentiero delle foreste sacre ed è un vero e proprio pellegrinaggio attraverso luoghi caratterizzati da un’innata sacralità, che hanno ispirato l’uomo, nei secoli passati, a creare centri di preghiera, silenzio e meditazione, in simbiosi e contatto diretto e integrale con la natura. Del resto le foreste sono state i primi templi dell’umanità, luoghi intrisi della presenza del divino.

La guida completa con indicazioni dei percorsi, dei tempi di percorrenza, dei luoghi dove pernottare e rifocillarsi può essere acquistata presso le sedi del Parco che si trovano a Pratovecchio (AR) e a Santa Sofia (FC). Oppure si reperiscono presso i numerosi Centri visita. Presso quello di Castagno d’Andrea (FI) il 23 maggio, in occasione della Festa europea dei Parchi, convegno sulla Biodiversità. Nella stessa giornata a Londa, dove si trova l’altro Centro visita, mostra mercato presso il Lago con vendita dei produttori locali e passeggiate nella natura. Le info su www.parcoforestecasentinesi.it – tel. 348-7375663.

A due passi dal mare

Un polmone verde di 1600 ettari che si estende sulle colline dell’entroterra livornese: qui dove la campagna è ricca e florida, si trova la Macchia della Magona, oggi Anpil, in epoca granducale fonte di legna combustibile per la fusione del ferro alla Real Magona di Cecina. Oggi è una meta escursionistica particolarmente apprezzata dagli amanti della natura intatta, infatti la si può percorrere solo a piedi, in bici o a cavallo: la Macchia è solcata da mulattiere e sentieri, tutti catalogati e segnati sulla cartina che si può reperire presso l’ufficio turistico di Bibbona. È proprio dal centro del paese che parte il sentiero, che porta a scoprire una flora tipica della macchia mediterranea All’interno dell’area si trova la Riserva naturale biogenetica, costituita da un arboreto sperimentale di tipiche piante mediterranee, tra le quali prevalgono pini, cipressi e cedri. Molti gli animali che vivono qui, caprioli, daini, scoiattoli, volpi e sarà facile imbattersi nei cinghiali.Info: www.bibbonaturismo.it