Pisa

L’altro Natale

di Andrea Bernardini

Chiese stracolme di gente, presepi in una casa su due, il calore di amici e parenti. Natale rievoca questi ed altri segni. A tavola si riuniscono papà, mamma, nonni, zie e nipoti ed anche la preparazione del menù è una bella occasione di condivisione.Non per tutti, però. Il Natale è più freddo e più vuoto di altri giorni per quanti – e sono molti – vivono ai margini della società. La chiesa si occupa anche di loro. Il buon esempio viene dal nostro arcivescovo che, com’è ormai tradizione, nel giorno di Natale fa visita ai detenuti del carcere don Bosco di Pisa. È la cappella l’aula più bella di tutto il carcere, «anche se ad impreziosirla è la presenza della gente che prega» commenta il cappellano delle carceri don Roberto Filippini.Un piccolo presepe ed un albero vicini all’altare, adobbi curati da suor Cecilia Falconieri. E soprattutto i colori vivacissimi delle tredici icone realizzate secondo lo stile bizantino da Andrea Trebbi e dai detenuti dell’istituto penitenziario e che raffigurano il ciclo dei misteri della vita di Gesù: la natività, il battesimo, la trasfigurazione, la cena, la crocefissione, la pentecoste, il giudizio finale (dove compare il buon ladrone, il primo a fare il suo ingresso in paradiso); o la Madonna con il piccolo Gesù o i santi – cari ai detenuti – Madre Teresa e padre Pio. C’è attesa per le parole che riserverà l’arcivescovo ai detenuti. In questa particolare occasione, potranno ritrovarsi insieme alla mensa del Signore i detenuti della sezione femminile, di quella penale (quelli cioè che sono già stati definitivamente giudicati) e del centro medico, piccolo presidio ospedaliero collegato con il Santa Chiara, dove sono in cura detenuti delle carceri di tutta Italia. Mancherà quest’anno la novella di Adriano Sofri pronunciata, solitamente, a fine messa (Sofri infatti è ancora ricoverato in sala di rianimazione al Santa Chiara a Pisa). I servizi della CaritasA Natale la solidarietà non va in ferie. La generosità di operatori e volontari garantisce l’apertura delle mense dei poveri: ogni giorno nelle mense di San Francesco e del Cottolengo e la sera nella mensa di Santo Stefano extra moenia sono serviti novanta pasti. Ne usufruiscono uomini e donne, italiani e stranieri, e, tra le straniere, specie donne dell’Est che a Pisa e dintorni hanno trovato lavoro come colf. Anche i centri di ascolto in questi giorni sono operativi. A tutti gli utenti è stato fatto dono di un piccolo panettone proveniente dal commercio equo e solidale.Alla sera torna il prezioso servizio degli operatori di strada che «intercettano» e spesso accompagnano al dormitorio notturno i senza fissa dimora o comunque tutti coloro che hanno necessità di un’accoglienza notturna. «L’emergenza freddo pare, per adesso, passata – commenta don Emanuele Morelli – ma ogni anno il rischio di perdere vite di persone che non hanno un tetto sotto cui dormire resta alta». In ospedaleIl pensiero corre anche a quei bambini che sono ricoverati in ospedale. Pier Antonio Macchia, direttore della clinica pediatrica I: «A Natale la presenza dei degenti si riduce drasticamente. Nelle nostre sale ospitiamo, per lo più, i malati oncologici che non possono allontanarsi dalla struttura ospedaliera». Saranno veramente in tanti a cercar di donar loro un sorriso: i medici della struttura, i dottori-clown che ormai da qualche anno operano con successo al Santa Chiara, persino un asinello – vero, verissimo – che sosterà nell’atrio di pediatria. Una festa che si concluderà con la distribuzione di doni. L’accesso è aperto a tutti, specie ai pazienti più abituali, per cui la partecipazione si annuncia massiccia. E per il 31 dicembre…L’arcivescovo Alessandro Plotti consegnerà il messaggio del Papa per la giornata della pace in occasione del «Te Deum» (ore 17, in Cattedrale). Una proposta è rivolta a tutti i fedeli per la sera dell’ultimo giorno dell’anno: un incontro di preghiera nella chiesa di San Francesco, dalle ore 22 alle ore 23.30.