Dossier

L’altra vacanza tra ostelli, rifugi e agriturismi

Quanti bei castelli trasformati in ostellidi Andrea BernardiniPapà albergatore e mamma albergatrice accolgono il turista nel loro ostello in riva al mare o in cima alla montagna, nel verde della campagna o nel centro storico della città. Si fanno ancora chiamare così i gestori degli alberghi della gioventù: un modo diretto per far entrare l’ospite in un clima familiare. Centoventi strutture in tutta Italia, quindici nella sola Toscana. L’associazione degli alberghi della gioventù (Aig) è la prima catena di alberghi per presenze nel nostro Paese: se ne sono contate 1 milione e 350 mila nel 2003. «Gli ostelli – ricorda l’avvocato Vanni Cecchinelli, di Carrara, presidente nazionale dell’associazione – nacquero in Germania all’inizio del secolo. Fu il maestro Richard Shirmann ad usare alcune aule scolastiche per offrire ai giovani la possibilità di praticare turismo culturale a basso costo». In Italia, invece, gli ostelli arrivarono nel 1945 per merito di Franco Aldo Pessina: camerate collegiali, arredamenti ridotti al minimo, comforts quasi inesistenti.«Oggi non è più così – commenta Roberto Messina, giornalista calabrese convertito alla causa degli ostelli della gioventù – il numero delle strutture disponibili è aumentato notevolmente, alcune ricavate da dimore storiche, altre rilevate, restaurate o ricostruite ex novo. I comforts sono aumentati, si trovano camere anche per famiglie e a due soli letti ed anche l’igiene è notevolmente migliorata».Rispetto al passato ciò che è rimasto è il clima amicale. Tiene la regola secondo la quale la sera si chiude alle ore 23,30, anche se le eccezioni non mancano (papà albergatore permettendo). E le tariffe sono rimaste basse.

Sedici euro e cinquanta per i soci (pernottamento e prima colazione) nella magnifica villa quattrocentesca «Camerata» (florenceaighostel@virgilio.it) alle pendici della collina di Fiesole, adattata ad ostello – camere a quattro, sei, otto posti letto, ristorante, bar, cinema – .

Tredici euro all’Ostello degli Agostiniani a Fivizzano, in Lunigiana, una struttura datata 1336, recuperata nella sua interezza ed adeguata per un’accoglienza all’avanguardia. Nove euro (solo pernottamento, per il breakfast è richiesto un contributo aggiuntivo di 1,55 euro) all’Ostello Apuano di Marina di Massa (ostelloapuano@hotmail.com), ricavato all’interno di una villa al centro di un parco di cinquemila metri quadrati a dieci metri dalla spiaggia.

Da 11 a 13 euro (pernottamento e prima colazione) all’ostello dell’Abetone (bucaneve@abetone.com), cifra che sale a 15 se si richiede una stanza per famiglia con bagno non in comune.

Gli alberghi della gioventù, anche in Toscana, si trovano al mare, in collina, in montagna, ma anche nei centri storici, come gli ostelli di Siena «Guidoriccio» (siena.aighostel@virgilio.it) o di Lucca (ostello.san.frediano@virgilio.it) adiacente alla chiesa di San Frediano. O nelle città di porto: a tre km da Livorno, c’è l’ostello per la gioventù «Villa Morazzana» (info@villamorazzana.it) una dimora nobiliare costruita alla fine del ‘700 in una straordinaria posizione panoramica che gode della vista mare.

Gli alberghi della gioventù si sposano bene con un turismo dallo spirito giovane, fatto di gente che ha voglia di vedere il mondo senza spendere troppo. Non godono di molti «sponsor», soprattutto non sono sostenuti dalle agenzie di viaggio.

E forse anche per questo risultano, ancora, poco conosciuti. Molti italiani, ad esempio, non hanno mai fatto l’esperienza degli ostelli: e in effetti, il 73% degli utenti anche lo scorso anno era di tipo straniero, proveniente per lo più dal nord Europa: turisti interessati a scoprire i luoghi più caratteristici e storici del nostro paese, con un’età media tra i 25 ed i 30 anni, anche se sono in costante aumento le famiglie, compresi i nonni.

Cosa fare per il futuro? «L’Aig – commenta il suo presidente Vanni Cecchinelli – ha mezzi limitati. Ha una sua rivista, pubblica ogni anno una guida destinata ai soci, ha attivato un sito internet (www.ostellidellagioventù.com), cerca sempre più sinergie con le compagnie aeroportuali che promuovono viaggi low-cost, calamitando un target di viaggiatori che sono gli stessi dei nostri ostelli». Ma soprattutto, quel che ha decretato il successo fino ad oggi degli alberghi della gioventù, è stato il … passaparola. Nasce anche da questa considerazione la proposta dei vertici dell’associazione lanciata a Pisa, in un recente incontro tenutosi all’aereoporto Galilei: facciamo vivere l’esperienza degli ostelli della gioventù a gruppi di giornalisti. Raccontando quello che hanno vissuto, saranno i migliori promoter della vacanza nei nostri alberghi. Sconti e facilitazioni per i soci AigEsser soci dell’Associazione alberghi della gioventù conviene. Gli ostelli della gioventù sono infatti convenzionati con una fitta rete di musei, cinema, teatri, parchi, riviste di tutta Italia. Nella nostra Toscana, ad esempio, i soci Aig e quelli della più vasta organizzazione internazionale Hostelling International possono usufruire, a Montelupo Fiorentino, di uno sconto sull’ingresso al Museo archeologico e della ceramica (www.montelupoceramica.firenze.it), di sconti ai ristoranti della catena brek (a Campi Bisenzio c/o il Centro Commerciale I Gigli). Agevolazioni sul noleggio di biciclette, scooters, moto, auto e Kayaks marini all’Isola d’Elba, mentre abbonamenti superscontati sono riservati ai soci Aig per una miriade di periodici.

Shopping convenienti in negozi convenzionati a Castiglion Fibocchi (Arezzo) e Firenze. Sconti particolari per il soggiorno sono invece riservati a gruppi che soggiornano all’ostello dell’Abetone (informazioni telefoniche allo 0573/60117) per più di una notte. O a quanti partecipano, dopo aver soggiornato a Firenze, alle visite guidate da Enjoy Florence.

«Girando per ostelli – commenta Roberto Messina – il visitatore scoprirà sempre nuove sorprese. Ma soprattutto troverà sempre qualcuno che farà di tutto per rendere piacevole e costruttivo il suo soggiorno».

Rifugi, un’oasi che cancella la faticadi Marco LapiScarponi ai piedi, zaino in spalla e via. Per gli appassionati di trekking, non c’è vacanza più bella di quella che li vede scarpinare su mulattiere e sentieri. E al termine della giornata, sudate le proverbiali sette camicie, la vista dell’agognato rifugio non è certo meno appagante rispetto a quella di un’oasi nel deserto. Fa pregustare una bella doccia e una rifocillante cena, magari con il classico minestrone: inutile infatti aspettarsi ricchi menu, nei rifugi si mangia quel che passa il convento. E la mattina dopo, riposto il proprio sacco a pelo o sacco letto, si riparte di buon ora freschi e riposati.

Per gustarsi una vacanza del genere non c’è bisogno di raggiungere Dolomiti o Valle d’Aosta. Basta restare in Toscana, dove sono ugualmente numerose le proposte del genere, legate anche ai diversi percorsi trekking a cominciare dalla Grande escursione appenninica. Oltre ai rifugi per antonomasia gestiti dalle varie sezioni del Club Alpino Italiano, non mancano quelli che fanno capo ad altre associazioni, a privati o a Comunità montane e amministrazioni locali.

L’area in cui se ne contano di più è senza dubbio quella apuana, dove sono presenti da oltre 100 anni. Fu la Sezione Ligure di Genova ad inaugurare nel maggio del 1902 il Rifugio Aronte al Passo della Focolaccia, un semplice bivacco tuttora esistente. Novant’anni dopo, dall’altra parte della Tambura, la sezione di Massa avrebbe inaugurato il «Nello Conti», presso la storica Via Vandelli.

Risale invece a poco più di cinquant’anni fa il rifugio Pietrapana alla Foce di Mosceta, tra il Monte Corchia e la Pania della Croce, realizzato dalla sezione di Viareggio e successivamente ampliato e dedicato al suo indimenticabile presidente Giuseppe Del Freo. Aperto tutti i giorni nel periodo estivo (15 giugno-15 settembre) e nei fine settimana e altri festivi e prefestivi nel resto dell’anno – come del resto molti rifugi del Cai – dispone di 50 posti letto e si raggiunge solo a piedi (tel. 0584-778007). Gli approvvigionamenti arrivano per teleferica; la mezza pensione costa 29 euro per i non soci Cai e 24 per i soci. Stefano Frasca, che lo gestisce dal 1998 assieme a Francesca Ottanelli, parla di un progressivo aumento dell’affluenza, in parte legato anche al «decollo» turistico del sottostante Antro del Corchia. Ma l’escursione classica resta quella che porta i mattinieri (o per meglio dire nottambuli) scarpinatori ad ammirare l’alba dalla vetta della Pania, per poi magari ridicescendere, sull’altro versante, verso il rifugio Rossi del Cai di Lucca.

Un po’ più in basso, sul versante garfagnino, l’associazione massese «Il Sentiero» (tel. 0585-45440) ha realizzato presso l’antico alpeggio del Puntato il Rifugio La Quiete e la Baita Il Robbio, proposti con la formula della piena autogestione a 7 euro al giorno o come pensione completa a 27 euro, ma richiedendo anche in questo caso una compartecipazione attiva alla gestione e alla pulizia della cucina (con fuoco a legna!) e della casa. «Intendiamo così – racconta Giovannella Locatelli, uno dei gestori – coinvolgere maggiormente le persone nell’atmosfera del posto». Spartana, certo, ma a pieno contatto con la natura, e capace di attrarre anche tantissimi stranieri, peraltro presenti in numero notevole anche al Del Freo soprattutto tra giugno e luglio. Grazie ai contatti avviati dall’associazione, alla Quiete e al Robbio capitano danesi e perfino islandesi, ma sono numerose anche le famiglie e le scolaresche, cui vengono proposti programmi di educazione ambientale. E presto si potrà anche andare a cavallo.

Agriturismo, arrivano… i toscaniUn’azienda agricola su venti tra quelle attive in Toscana ha pensato di aprire le sue porte all’accoglienza per integrare il suo reddito. È una percentuale alta che è cresciuta rapidamente per impennarsi negli ultimi anni e che, seppure in modo più cauto e rallentato, continua a salire». Paola Saviotti, segretaria regionale di Terranostra, l’associazione agrituristica della Coldiretti, sottolinea così il più eclatante fenomeno degli ultimi tempi nel campo della ricettività, soprattutto nella nostra regione. «Non a caso infatti in Toscana, una delle regioni con maggiore densità di posti letto agrituristici, seconda solo al Trentino Alto Adige – continua Paola – si concentra il 30 per cento dell’offerta italiana. In realtà, trattandosi di strutture di piccole dimensioni, dove la media non supera i 12 posti letto, le aziende agrituristiche assorbono poco più 5 per cento dei turisti che trascorrono vacanze e week end nella nostra regione, ospiti delle altre strutture ricettive».

Ma nonostante i flussi relativamente piccoli che muove, l’agriturismo produce importanti risultati. «Il primo – spiega ancora la segretaria di Terranostra Toscana – è quello di aver permesso agli imprenditori agricoli di continuare a vivere di agricoltura e allevamento. Inoltre ha contribuito a valorizzare la campagna, le sue tradizioni e i suoi prodotti. Per merito dell’agriturismo, ad esempio, la vendita diretta dei prodotti agricoli ha subito una bella accelerazione». Senza dimenticare un altro aspetto importante, la sostenibilità ambientale dell’agriturismo, che – sottolinea ancora la Saviotti – «ha permesso di richiamare in campagna i turisti senza bisogno di stravolgere il paesaggio, anzi valorizzandolo con il recupero di antichi casolari abbandonati e con la tutela di un ambiente che, senza gli agricoltori, rischiava di perdere il suo fascino e il suo potere di attrazione». La provincia con la maggiore concentrazione di posti letto agrituristici è Siena, seguita da Livorno e Firenze, dove l’agriturismo è nato ormai da anni, ma la percentuale è tutta in crescita anche nell’area costiera della Toscana centromeridionale.

«In realtà queste zone agrituristicamente mature, che continuano ad avere un buon numero di visitatori – sottolinea ancora la Saviotti –, cominciano a mostrare qualche segnale di stanchezza. Anche perché non sempre sono riuscite ad assicurare una buona integrazione dell’agriturismo con l’ambiente rurale. Si tratta di frequente di alternative al pernottamento in hotel, dove si consuma una vacanza mordi e fuggi, dove il soggiorno non diventa occasione di conoscenza dell’ambiente e dell’attività agricola, ma semplicemente un modo per trascorrere una o più notti nella tranquillità e nel relax della campagna. Ben diverso da quanto invece offrono province che, non potendo beneficiare di troppe rendite di posizione (vicinanza di città d’arte e mare), propongono un modello di vacanza fortemente integrato nell’ambiente rurale. Si concentrano in queste aree (Lucca, Massa, Pisa, Prato) le aziende che offrono ristorazione, degustazioni, accoglienza familiare, possibilità di praticare sport legati all’ambiente rurale, di conoscere tradizioni e lavorazioni artigianali e quant’altro. Il nuovo “Eldorado” dell’agriturismo permette ai turisti di scoprire i valori di una vacanza diversa e riesce spesso ad abbinare la grande varietà e ricchezza dell’offerta a prezzi decisamente abbordabili». E se fino al 2001 fa le agrivacanze toscane erano per il 69% praticate dagli stranieri, tedeschi in testa, negli ultimi anni la clientela si è sensibilmente modificata, con l’arrivo, soprattutto di lombardi e veneti, ma non solo. «La vera novità degli ultimi anni – conclude infatti Paola – è rappresentata dal turismo regionale: sono tanti i toscani che, per periodi più o meno brevi, scelgono la sistemazione in agriturismo per scoprire la loro regione».M.L. L’accoglienza poveraRiscoperta in occasione del recente Giubileo, l’accoglienza cattolica continua a proporsi come uno dei punti di riferimento del turismo alternativo, pur con le tante sfaccettature che la contraddistinguono. Tra case per ferie gestite da associazioni o diocesi e foresterie di santuari e monasteri, occorre infatti distinguere quante praticano semplicemente un’accoglienza a fini spirituali o tutt’al più socioculturali (convegni, corsi di studio ecc.) da quelle aperte al settore turistico-sociale.

Un ottimo aiuto in questo senso viene da «Itinerari», la guida-annuario dell’accoglienza cattolica in Italia pubblicata dall’Editoriale Italiana 2000 e dal Centro Italiano Turismo Sociale, la cui quarta edizione, attualmente in commercio, è aggiornata al 31 maggio 2002. Divise per regioni e province, vi sono elencate schematicamente le tante proposte presenti, con tante indicazioni utili anche se non sempre, purtroppo, sono riportati i prezzi, comunque solitamente piuttosto contenuti se non decisamente accessibili a tutte le tasche.

Una semplice simbologia evidenzia immediatamente la presenza o meno di accoglienza a fini spirituali, turistico-sociali, socio-culturali o la gestione come pensionato per studenti o lavoratori, nonché la possibilità di ospitare anziani o disabili e l’eventuale concessione in autogestione.Ben 45 su 718 le pagine dedicate alla Toscana, in cui è riportano sostanzialmente il panorama delle offerte attualmente presenti in regione, pur con qualche piccola lacuna, che magari potrà essere colmata alla prossima uscita insieme alle novità da aggiungere, come la foresteria dell’Antico Piviere di Caselle, nel comune di Vicchio di Mugello e non lontano da Barbiana (la storica parrocchia di don Lorenzo Milani), che sarà inaugurata nel pomeriggio di sabato 19 giugno.

Attualmente, comunque, le case censite sono 221, ben 57 delle quali nella provincia di Firenze e 45 in quella di Arezzo. Seguono con 31 Siena, con 27 Lucca, con 25 Pisa e poi Pistoia con 11, Massa Carrara con 9, Livorno e Grosseto con 7 ciascuna e infine Prato con 2.

Corredata di fotografie a colori, «Itinerari» è in vendita al prezzo di 39 euro, questo, forse sì, un po’ meno conveniente rispetto a quelli delle tante strutture che presenta…M.L. Col sacco al peloSiete alla ricerca di suggerimenti per come ottimizzare il tempo libero nel periodo estivo? Bene, «Dimensioni nuove», storica rivista salesiana rivolta ai giovani, edita da Elledici, dedica un intero numero alle vacanze. Si parte dalle esperienze vissute da alcuni giovani, che raccontano come hanno passato le vacanze all’estero e quali arricchimenti personali ne hanno tratto. Dopo la felice esperienza vissuta l’anno passato presso la comunità di Taizé in Borgogna, il pellegrinaggio a San Giacomo di Compostela è la proposta suggerita quest’anno per i gruppi. Ma non basta. «Dimensioni nuove» pubblica un intero supplemento dedicato alle vacanze estive intitolato «Vacanze in sacco a pelo: con chi, dove, quando», curato da Giovanni Godio. Vi si trova un ampio ventaglio di scelte per una vacanza diversa. Scopo del libretto è dunque fornire suggerimenti per chi vuole trascorrere le proprie vacanze all’insegna della solidarietà e dell’approfondimento spirituale, lontano dalle più comuni e scontate mete del divertimento giovanile. Si spazia dai campi di lavoro e studio ai ritiri spirituali immersi nel rasserenante silenzio dei conventi; dai campeggi «intelligenti» e dalle comunità di accoglienza alle iniziative di solidarietà missionaria.

Informazioni: www.dimensioni.org