Prato

L’allarme povertà della Caritas:aumenta tra le famiglie pratesi

di Gianni RossiI dati sono preoccupanti, nella loro sintetica chiarezza: nel 2006 le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto della Caritas diocesana sono aumentate del 30%, rispetto al 2005. E la stima, compiuta comparando i dati dello scorso anno con una proiezione di quelli del 2006, è sicuramente in difetto, perché non tutte le Caritas parrocchiali hanno inviato i loro dati.

«Sta cambiando – spiega Idalia Venco, il nuovo direttore della Caritas diocesana – la geografia della povertà. Sempre più sulla soglia del disagio ci sono famiglie pratesi: basta che uno degli sposi perda il lavoro per non riuscire più a fare fronte alle spese».

I dati sull’osservatorio delle povertà, gestito dalla Caritas, vengono presentati questo sabato in palazzo vescovile, in occasione del 30° anniversario dell’istituzione dell’organismo caritativo diocesano. Ma da una prima anticipazione risulta chiara la tendenza: nel 2006 l’aumento delle presenze degli italiani – tra coloro che hanno bussato alle porte delle Caritas parrocchiali o di quella centrale – è superiore di tre volte rispetto a quello degli stranieri. «Il fenomeno – sottolinea mons. Santino Brunetti, che della Caritas è stato direttore fino a settembre – si fa sempre più preoccupante, anche perché le difficoltà economiche improvvise sono spesso l’anticamera di un disagio più ampio, a cominciare dalle crisi matrimoniali».

La Caritas diocesana ha nell’ultimo anno potenziato i propri servizi, ma le strutture sono sotto pressione. Gli stranieri sono assai più numerosi degli italiani, quanto a «persone prese in carico», ma «contrariamente a quanto molti pensano – precisa Idalia – l’impegno economico ma anche umano della Caritas diocesana è per il 70% rivolto agli italiani, sia come famiglie che come singoli».

In una recente intervista congiunta rilasciata ai due quotidiani locali – quasi a sancire il passaggio delle consegne – mons. Brunetti e Venco hanno lanciato messaggi chiari. Primo: Prato non può accogliere un numero superiore di immigrati stranieri, perché «accogliere significa poter offrire opportunità vere di integrazione. La città rischia di non reggere più l’equilibrio dei numeri». Secondo: «Per gestire il fenomeno immigrazione in modo adeguato, lasciandoci alle spalle la mentalità dell’emergenza – ha ribadito Idalia – tutte le realtà del volontariato e delle istituzioni devono iniziare finalmente a lavorare insieme. Bisogna dar vita ad un tavolo permanente».Messaggi importanti, alla vigilia dell’iniziativa di questo sabato mattina in palazzo vescovile, in cui si ricorderanno i 30 anni di attività della Caritas.

Un anniversario che giunge all’indomani del passaggio di consegne – come dicevamo – tra mons. Santino Brunetti e Idalia Venco. «Il fatto che il Vescovo abbia voluto nominare una donna – spiega il nuovo direttore – sottolinea anche l’attenzione della Chiesa di Prato per il mondo femminile. Mi piace dire che la donna genera la vita, quella fisica, ma anche quella dell’accoglienza e della solidarietà».