Toscana

L’allarme della Fism: asili e materne a rischio

di Simone Pitossi

Crescono classi e alunni ma non arrivano i contributi. È questa la situazione delle scuole pubbliche paritarie della Fism. E molte di loro, senza l’«ossigeno» dei finanziamenti rischiano di chiudere i battenti.

A lanciare l’allarme è Leonardo Alessi, presidente regionale della Fism: quasi 350 scuole diffuse sul territorio toscano con oltre 19 mila alunni. «La situazione del 2011 – sottolinea Alessi – è ingarbugliata e preoccupante. Ingarbugliata perché attualmente a Bilancio dello Stato dei 530 milioni di euro di finanziamento ce ne sono disponibili solo 280. I rimanenti sono contenuti in un comma della Legge di Stabilità. Ci sono state date assicurazioni sul fatto che questi fondi verranno reintegrati però, nel frattempo, il primo segnale arrivato non è molto incoraggiante: dei 280 a bilancio ce ne sono stati tolti 28 per esigenze statali. E comunque i rimanenti 252 al 1° aprile 2011 ancora non sono stati resi disponibili per la ripartizione. La preoccupazione è che si voglia procedere ad ulteriori tagli». Il Governo aveva inserito nella Legge di Stabilità – come oggi viene denominata la Finanziaria per il 2011 – un maxi taglio di 258 milioni di euro, pari a quasi il 48% dei finanziamenti per le scuole paritarie. Poi, a seguito anche delle pressioni e degli emendamenti di molti parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione, ha presentato in Commissione Bilancio della Camera un maxi emendamento correttivo che inizialmente era quantificato in 150 milioni di euro e poi è stato riquantificato in 245 (–13 milioni rispetto al 2010).

«Il problema – sottolinea Alessi – è che questi fondi non sono stati collocati come avevamo chiesto sull’apposito capitolo per le scuole paritarie, ma in un capitolo a sé legato alla vendita delle frequenze del digitale terrestre. Insomma, un iter burocratico oggettivamente complesso». Il Governo conta di incassare da questa vendita non meno di 2,4 miliardi di euro: ma al momento nessuna gara è stata fatta. «Comunque – spiega il presidente Fism – il reintegro allo storico è un atto votato in Parlamento anche grazie all’interessamento di parlamentari di maggioranza e minoranza ai quali siamo grati, in particolare a quelli toscani. Questo è il punto di partenza e faremo di tutto per far rispettare nelle azioni concrete la volontà del Parlamento».

Non solo. «A questo si aggiunge – continua – la difficoltà che tutti gli anni incontriamo a farci confermare questi finanziamenti necessari per garantire la sopravvivenza delle scuole, in particolar modo quelle dell’infanzia 3-6 anni e le scuole primarie. Tutto ciò poi non equivale all’attuazione della vera parità scolastica nel nostro paese perché da noi le famiglie sono obbligate a pagare una retta, anche se la minima possibile». In Toscana i finanziamenti per la scuola paritaria hanno un peso di 25 milioni di euro, la gran parte dei quali vanno a scuole dell’infanzia e elementari. Quindi vanno suddivisi tra i 350 istituti della Fism (e non solo) che accolgono nei loro banchi oltre 19 mila bambini. Sono numeri importanti, non marginali. «Le nostre scuole – dice Alessi – sono diffuse in modo capillare in tutto il territorio regionale e spesso sono l’unica scuola presente in piccoli paesi e comuni. È davvero dannoso l’uso strumentale che viene fatto da alcuni esponenti politici della questione finanziamenti alle scuole paritarie come se fosse un privilegio che lo Stato concede».

Non bisogna dimenticare che sul piano economico è stato calcolato che il sistema delle scuole paritarie ogni anno consente un notevole risparmio per lo Stato, addirittura fino a 6 miliardi e 245 milioni l’anno. Ad esempio, per la materna statale l’istituzione pubblica spende per ogni bambino almeno dieci volte di più: 6.116 euro a fronte di uno stanziamento di 584 euro per chi è iscritto in una paritaria. E in questi numeri non sono compresi gli edifici che le scuole paritarie mettono a disposizione. «Quindi – continua – costringere alla chiusura numerose scuole paritarie oltre ad essere un’azione irrispettosa della libertà di educazione sarebbe anche un’operazione antieconomica e provocherebbe allo Stato pesanti costi aggiuntivi. Proprio in un momento di grave crisi economica dei conti pubblici come quello attuale sarebbe importante attuare il principio di sussidiarietà valorizzando il nostro apporto che può essere decisivo per alleggerire la situazione. Nonostante questo, ogni anno assistiamo al balletto dei tagli ad uno stanziamento che non ha avuto adeguamenti dal 2000». E da allora sono stati fatti quattro rinnovi del contratto nazionale del settore che, dice il presidente Fism, «purtroppo sono stati pagati dalle famiglie con l’aumento delle rette».

A questo c’è da sommare anche la grave crisi economica che ha attraversato il nostro paese. Per questo la preoccupazione degli operatori del settore – insegnanti e gestori – e da parte delle famiglie che hanno i loro bambini nelle scuole paritarie «è massima». «Tra l’altro – spiega Alessi – anche per il 2012 e 2013 sono previsti i tagli di quest’anno. Per cui, ogni anno dovremo poi chiedere il reintegro allo storico. Insomma, un vero percorso ad ostacoli che non ci fa stare tranquilli».

Unica nota positiva, secondo Alessi, è «lo sforzo che viene fatto da amministrazioni comunali e anche dalla Regione di mantenere i livelli di finanziamento e di sostegno alle nostre scuole». «Questo – sottolinea il presidente della Fism – evidenzia la consapevolezza da parte degli enti locali dell’essenzialità dei nostri servizi sul territorio». In questo senso si inserisce la mozione approvata recentamente dal Consiglio regionale a favore dei reintegro dei finanziamenti alle scuole paritarie da parte del Governo. «A questo punto aspettiamo dei segnali di chiarezza. Altrimenti – conclude Alessi – non escludiamo anche azioni clamorose per combattere questa battaglia per la libertà di educazione».