Non ci può essere vero impegno senza compromissione, non può esserci vero servizio se non nel contesto di un legame di comunione. Così ha parlato oggi pomeriggio nella cattedrale di Firenze l’arcivescovo, mons. Giuseppe Betori, alla concelebrazione eucaristica per i partecipanti alla Settimana di aggiornamento pastorale. La dimensione ecclesiale, intesa come luogo di esercizio della comunione, e la dimensione storica della vita credente, ha precisato, si implicano vicendevolmente. Solo un cuore aperto all’incontro e alla comunione ha sottolineato può diventare sorgente di testimonianza e di servizio verso il mondo. L’esperienza del credente nella Chiesa costituisce la radice e l’apprendistato di una comunione che è il dono più proprio che egli può fare a tutti nell’impegno storico. In questo senso la Chiesa è lo spazio educativo della responsabilità storica. Per mons. Betori la vita quotidiana è lo scenario in cui la radice battesimale dell’esistenza di fede è chiamata a produrre frutti: non manca il pericolo di falsi profeti, di miraggi magari di efficace impatto sociale ma che potrebbero falsificare il Vangelo; tuttavia proprio il segno dei frutti e la loro corrispondenza allo spirito delle beatitudini diventa il luogo della verifica della coerenza che ogni corresponsabilità presuppone, se vuole davvero contribuire alla manifestazione del regno di Dio.Sir