Toscana

L’addio alle vittime del terremoto

È il tempo del dolore, del pianto e del lutto. Terminato il rito funebre, davanti alle 205 bare (su 287 morti) nel piazzale della scuola della Guardia di Finanza a Coppito, i familiari hanno pianto e reso l’ultimo saluto ai loro cari. “Avevamo tanti progetti insieme”, “ho perso tutto”, si sente esclamare tra i singhiozzi. La scena è straziante, e risuonano più che mai opportune le parole pronunciate dal vescovo mons. Giuseppe Molinari al termine delle esequie: “È il momento della grande fede, una fede che è più forte del dolore, dello smarrimento, della paura, del dubbio e della disperazione”. I carri funebri si preparano a caricare le bare e portare quei corpi – giovani e anziani insieme, padri, madri e figli ora uniti per sempre – alla loro ultima destinazione terrena. È il momento del dolore, che solo la fede trasforma in speranza.La celebrazione delle esequie è stata presidetuta dal segretario di Stato vaticano, il card. Tarcisio Bertone (l’omelia). Tra i concelebranti, 18 vescovi in rappresentanza delle diocesi abruzzesi e delle regioni italiane e il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata. Un messaggio di cordoglio del Papa è stato letto dal suo segretario particolare Georg Gänswein. Nella certezza che “con l’impegno di tutti si può far fronte alle necessità più impellenti”, il Papa ha ricordato di aver seguito “gli sviluppi del devastante fenomeno tellurico dalla prima scossa di terremoto”, notando “con favore il manifestarsi di una crescente onda di solidarietà, grazie alla quale si sono venuti organizzando i primi soccorsi, in vista di un’azione sempre più incisiva sia dello Stato che delle istituzioni ecclesiali, come anche dei privati”. Anche la Santa Sede, ha aggiunto il Santo Padre, “intende fare la sua parte, unitamente alle parrocchie, agli istituti religiosi e alle aggregazioni laicali”: “Questo è il momento dell’impegno, in sintonia con gli organismi dello Stato, che già stanno lodevolmente operando” perché “solo la solidarietà può consentire di superare prove così dolorose”.Presenti alle esequie le massime autorità italiane, dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al capo del governo, Silvio Berlusconi, ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Schifani.Al termine della Messa, per la cui celebrazione in un giorno aneucaristico quale è il venerdì santo, era stato concesso dal Papa un indulto, ha preso la parola l’arcivescovo dell’Aquila, mons. Giuseppe Molinari. Dopo aver salutato le autorità ecclesiastiche, politiche, civili e militari che hanno partecipato ai funerali, l’arcivescovo ha rivolto un commosso saluto nel rito del commiato “ai parenti delle vittime” esprimendo a nome dell’intera Chiesa aquilana “i più profondi sentimenti di partecipazione affettuosa al loro grande dolore”: “Molti di loro sono persone che conosco da tempo e tante volte ho condiviso con loro momenti importanti e belli delle loro storie personali e familiari. Ci siamo abbracciati, abbiamo pianto insieme, abbiamo pregato insieme accanto alle bare delle persone care che non ci sono più”. “Mi sono tornati davanti agli occhi volti noti, legati a luoghi che conservo nel cuore con immenso affetto” ma, ha ricordato mons. Molinari, “neppure la tragedia del terremoto potrà mai strappare dal nostro cuore” le persone care. Questo “è il momento della grande fede, come diceva il papà di due fratellini morti in questa tragedia, una fede che è più forte del dolore, dello smarrimento, della paura, del dubbio e della disperazione”. E rivolgendosi al Signore, l’arcivescovo ha concluso: “Fai vedere anche a noi che i sepolcri dei nostri cari sono già vuoti” perché “da questa insopportabile e assurda storia di morte nasca una nuova e luminosa storia di vita e di speranza”. Diario dal Campo di Castelnuovo – Guarda le foto di Damiano FedeliIl 19 aprile colletta in tutte le chiese E il Papa annuncia una visitaTerremoto, la Toscana in prima fila per gli aiuti