Italia

L’abbraccio di Misericordie e Fratres a Papa Francesco. Dalla Toscana in 20 mila

Era sicuramente quello toscano il ‘contingente’ di confratelli di gran lunga più numeroso stamani, in piazza San Pietro, a Roma, per l’incontro di Misericordie e Gruppi Fratres con Papa Francesco.

Dalla nostra regione sono partiti (Fratres esclusi), 20mila confratelli delle Misericordie appartenenti a oltre 200 diverse Misericordie, guidati da 134 Governatori e 56 Correttori. Oltre 200 i pullman partiti dalla regione per consentire a tutti di essere presenti all’incontro. Il gruppo più numeroso quello della Misericordia di Lastra a Signa, in provincia di Firenze, con 294 partecipanti.

I confratelli delle Misericordie e i donatori dei Gruppi Fratres hanno animato la piazza fin dalle prime ore del mattino, con i colori delle loro divise giallo-ciano e bianco-rosso, con canti, preghiere e testimonianze, guidati dal ‘correttore’ delle Misericordie toscane, don Simone Imperiosi e dal ‘correttore’ nazionale delle Misericordie, Vescovo di Prato, monsignor Franco Agostinelli. Per i ‘Governatori’ di ciascuna Misericordia invece la veste storica, nera e con il cappuccio che si utilizzava alle origini per rendere anonimi i volontari e dunque totalmente gratuito il dono.

Tra le testimonianze quelle di Kami, 51 anni, originario dell’Iran, uno dei mediatori culturali del CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Sant’Anna, gestito dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto (Kr); Emilio Tincani, uno dei fondatori della giovane Misericordia di Milano Sant’Ambrogio, che lavora in strada con chi vive ai margini della società; Federico Bonechi, responsabile del progetto della Confederazione nazionale che ha portato alla nascita a inizio anno di una Misericordia a Betlemme; Federico Finozzi, presidente dell’AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi) di Pisa e detentore del record del mondo di nuoto sui 50 rana per trapiantati; Alfredo Pisu, Governatore della Misericordia di Cagliari Pirri, che fa parte del Comitato Paraolimpico della Sardegna.

Sono state ricordate anche le coincidenze di questo 14 giugno, Giornata mondiale del donatore di sangue e 28esimo anniversario (era il 14 giugno del 1986) dell’incontro delle Misericordie con san Giovanni Paolo II, che incitò i confratelli a farsi “promotori e fautori della civiltà dell’amore, testimoni infaticabili della cultura della carità.”

Alle 12,00, un’esplosione di gioia ha accolto l’arrivo di Papa Francesco in piazza. A rivolgere il primo saluto al Papa è stato l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, che ha ricordato la tradizione secondo la quale il vescovo del capoluogo toscano è anche capo di guardia della Misericordia di Firenze. “L’operoso servizio delle Misericordie accanto a tutti coloro che soffrono”, ha proseguito, “ha preso forme diverse nei tempi, per rispondere a sempre nuovi bisogni; un servizio che non si svolge in una gelosa separatezza, ma entra in dialogo e collaborazione con altre realtà di volontariato e con le istituzioni della società civile”. Pertanto, ha detto l’arcivescovo di Firenze, “non è frutto di un sia pur nobile sentimento solidaristico ma è fede che si fa carità”. “Essere fratello e sorella della Misericordia – ha concluso – ha la sua radice nel dono del Battesimo ed è espressione di appartenenza ecclesiale, di una Chiesa ‘in uscita’ verso le periferie del dolore nel mondo”.

A presentare i due movimenti al Santo Padre sono stati poi il Presidente delle Misericordie, Roberto Trucchi e il Presidente Fratres, Luigi Cardini.

“Santo Padre – ha detto Trucchi – Lei ha detto che la Chiesa è un “ospedale da campo” e che c’è tanto bisogno di curare le ferite, di portare la carezza di Dio sulle piaghe dei nostri peccati. Questo è ciò che il nostro Movimento fa da 770 anni: avvicinarsi a chi ha bisogno e curare le sue ferite, corporali e spirituali, testimoniando l’amore di Dio attraverso le opere di misericordia. L’incontro di oggi ci offrirà una ulteriore, profonda, motivazione per rinnovare il nostro impegno verso coloro che soffrono e continuare a farlo anche nei prossimi 770.”

“Ci conceda, Santità, la sua benedizione –ha invocato Cardini– che rappresenterà per noi un grande sostegno per continuare a donare una parte di noi stessi e promuovere perpetuare la nostra opera di promozione della cultura della donazione: una cultura di amore e di fratellanza di cui ci sembra che la nostra società abbia sempre più bisogno.”

Il Papa si è rivolto ai confratelli con affetto, ricordando che “tutto il vostro servizio prende senso e forma dalla parola Misericordia che, etimologicamente, significa donare il cuore ai miseri, a quelli che hanno bisogno. Ed è quello che ha fatto Gesù, ha spalancato il cuore a chi ha bisogno.”  Poi Papa Francesco ha ammonito dal rischio di “essere spettatori informatissimi e disincarnati”, di restare cioè passivi davanti alle “tantissime statistiche sulla povertà” che abbiamo a disposizione. “Troppe parole, troppe parole –ha incalzato il Papa- ma non si fa niente, questo è un rischio. Non è il vostro eh, –ha sottolineato- voi delle Misericordie lavorate bene. Di parole ne abbiamo sentite tante. Quello che serve è l’operare –ha aggiunto-, l’operato vostro, la testimonianza cristiana, l’andare dai sofferenti, avvicinarli come Gesù ha fatto. Imitiamo Gesù. Egli va per le strade e non ha pianificato né i poveri, né i malati, né gli invalidi che incontra lungo il cammino. Ma con il primo che incontra si ferma, diventando presenza che soccorre, segno della vicinanza di Dio, che è bontà, provvidenza e amore.”

“Vi incoraggio a portare avanti con gioia la vostra azione e a modellarla su quella di Cristo. Lasciando che tutti i sofferenti possano incontrarvi e contare su di voi nel momento del bisogno. Cari fratelli e sorelle grazie, grazie di nuovo a tutti voi per quello che fate. Grazie.”

“Che le Misericordie e i gruppi Fratres – ha concluso il Papa, prima di impartire la sua benedizione sui due movimenti – continuino ad essere luoghi di accoglienza e di gratuità nel segno dell’autentico amore misericordioso per ogni persona.”

“Il Papa – dice il Presidente della Federazione delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi – ci ha messi in guardia da chi usa tante, troppe parole, ma poi non si impegna per cambiare ciò che non va. Facciamo nostro con convinzione questo ammonimento e questo d’ora in avanti sarà, ancor più, il nostro stile e la nostra modalità d’azione”

Tra i pellegrini toscani anche una presenza istituzionale, con l’assessore regionale Gianni Salvadori che ha partecipato all’evento in piazza, fin dalle prime ore del mattino, insieme ai confratelli delle Misericordie.

Dalla Toscana presente anche monsignor Antonio Buoncristiani arcivescovo di Siena e monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole.