Arezzo - Cortona - Sansepolcro

L’abbraccio dei giovani a don Danilo Costantino

Li chiama i “miei giovani” quando prende la parola al termine della celebrazioneCon la casula bianca indossata da poche decine di minuti, don Danilo Costantino ha il volto sereno anche se emozionato. E’ stato appena ordinato sacerdote dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, che ha imposto le mani su di lui, lo ha unto con il Crisma e gli ha consegnato il pane e il vino.Sorride don Danilo. E, dopo aver saluto i genitori, la famiglia, il seminario e il Vescovo, scegliere di parlare ai ragazzi che si stringono attorno al presbiterio, nella cattedrale di Arezzo dove la folla si allunga fra le navate. E’ lunedì sera: data insolita per una ordinazione ma significativa visto che è la memoria liturgia di San Giuseppe. Il neo sacerdote guarda i giovani che ha accompagnato in questi anni. Prima li definisce «miei», quasi a voler sottolineare il legame che don Danilo, 29 anni ad agosto, ha stretto con centinaia di loro incontrati grazie alla Pastorale giovanile di cui è stato uno degli animatori più attivi. Poi si corregge: «Non siete i miei giovani – dice – Siete i giovani del Signore e della Chiesa. Comunque statemi vicino e pregate per me».Di sicuro i suoi «compagni d’avventura» non hanno voluto mancare all’ordinazione. Tutti nelle prime file per sentire l’«eccomi» che il giovane sacerdote originario di Erice, in Sicilia, ma aretino d’adozione, afferma di fronte al Vescovo. Scout, ragazzi delle associazioni e dei movimenti, giovani delle parrocchie. E ancora le famiglie, gli adulti, gli anziani che don Danilo ha incrociato a Rigutino, parrocchia di famiglia, a Castiglion Fiorentino, dove ha trascorso l’adolescenza e nelle tre comunità in cui ha presto servizio durante gli anni del seminario: Santa Teresa d’Avila a San Giovanni Valdarno dove don Danilo è rimasto per tre anni, Badia al Pino in cui si è fermato per un anno e l’Orciolaia dove il sacerdote è tuttora.Al neo-prete il Vescovo indica come modello San Giuseppe che, spiega monsignor Bassetti, «ha saputo andare al di là delle cose che si sperimentano». «Per comprendere il visibile – afferma il Vescovo – egli aveva gli occhi fissi sull’invisibile. E i fratelli si vedono e ti vengono incontro con le loro realtà concrete. Ma sappi sempre vedere in loro un mistero di amore». Da qui l’invito a «stare in mezzo alla gente con l’atteggiamento di colui che serve». Cominciando dai giovani: «Ridona loro fiducia – dice monsignor Bassetti a don Danilo – Canta e cammina con loro senza stancarti». Poi l’esortazione ad essere «ministro della riconciliazione e della pace» per «portare fra gli uomini di oggi perdono, verità, gioia e luce».E quando, alla fine della S.Messa, don Danilo attraversa insieme al Vescovo la navata centrale, la festa può cominciare. Davanti al duomo dove il sacerdote viene salutato con canti e strette di mano e nel seminario che fino a notte fonda resta aperto per accogliere gli amici di don Danilo.G.G.