La vita non può essere messa ai voti». È lo slogan che campeggia su volantini, pieghevoli e manifesti che in questi giorni sono diffusi largamente nelle parrocchie, nelle associazioni e in altre sedi. Ne è ideatore e promotore il «Comitato Scienza e vita» che si è costituito già nel febbraio scorso a livello nazionale «per impedire il peggioramento della legge 40 sulla fecondazione assistita». 120 personalità, cattoliche e non, del mondo della scienza, della cultura e della politica, hanno promosso un manifesto che poi vede ora l’adesione di migliaia di cittadini in tutta Italia. Ai quattro referendum del 12 e del 13 giugno – che chiedono l’abrogazione di quattro passaggi salienti della normativa – il Comitato indica la scelta dell’astensione. In pratica – così come anche la costituzione consente – non andare a votare per non far raggiungere il quorum. Un «doppio no – spiega il manifesto – al contenuto dei quesiti referendari e all’uso distorto del referendum in materia di fecondazione. Dunque – vi si legge – non andremo a votare, proprio per esprimere con fermezza questo nostro doppio no».Il Comitato «Scienza e vita» si è costuito il 15 aprile anche a Prato. Ne è presidente l’avvocato Gabriele Pica Alfieri, apprezzato professionista pratese nonché presidente dell’Unione Giuristi cattolici. «Questa legge è sicuramente perfettibile – spiega – ma rappresenta un importante punto di incontro tra sensibilità e culture diverse. Sicuramente la migliore che il Parlamento avrebbe potuto in questo momento storico emanare per porre fine ad una gravissima situazione di far west nella più delicata delle questioni: la vita nascente».Ad un mese dall’appuntamento referendario si moltiplicano gli appuntamenti e gli incontri organizzati da parrocchie e associazioni, ma anche privati cittadini, a cui partecipa il Comitato. Pica Alfieri e gli altri membri illustrano la legge, il dibattito, la scelta del non voto: «L’astensione che, ribadisco, è consentita anche dalla Costituzione nel caso di referendum, esprime valori chiari: la scelta operativa di un rifiuto di questo modo di fare politica, che affronta tematiche complesse con uno strumento inadeguato quale il referendum, e la scelta di sottrarsi ad una campagna populista e, in gran parte, faziosa e falsa». Un punto tiene a ribadire il presidente: «Il comitato si chiama Scienza e vita perché vuole promuovere un’alleanza tra la ricerca scientifica e la promozione dell’uomo. Nessun rifiuto della scienza, quindi, come una certa propaganda vorrebbe far credere».G.R.