Vita Chiesa

La vita è tua… ma per farne che cosa?

DI DON FRANCESCO SENSINIOra di pranzo. Ho la TV alle spalle perché sto sistemando l’ acqua sul fuoco per la pasta. L’annunciatrice dice: «Vi mostriamo delle immagini drammatiche. Sono la conferma, ancora una volta, che la città uccide». Sono subito attratto dal vedere ma la mente è più veloce degli occhi e inizia a riempire di immagini le parole ascoltate.

Si tratta certamente di un dramma della solitudine. Vedo un enorme condominio alla periferia di una grande città. Lì al settimo piano un piccolo appartamento dove si è consumata la tragedia. Due persone anziane, marito e moglie, trovate morte dopo alcuni giorni. Mai una visita, mai un saluto da parte degli altri. Entro e vedo la moglie in un lago di sangue, in cucina, colpita alla testa. Vedo poi in fondo al corridoio, vicino alla porta della camera, anche il corpo insanguinato del marito e accanto a lui una pistola. Nessuno ha sentito o udito nulla.

Ora sono davanti alla TV e vedo con gli occhi le drammatiche immagini di una città che uccide. Ma rimango sconcertato e disorientato. Ecco cosa vedo: un giovane capriolo che, fuori dal bosco, prigioniero, in uno spazio verde, delle strade vicino alla città non è purtroppo riuscito a trovare una via di uscita ed è morto per la stanchezza di cercarla. Mi è dispiaciuto, mi ha fatto tenerezza.

Immagini drammatiche… la città uccide… Sono un essere disumano o sono stato preso in giro? La Polizia municipale di Firenze ha scelto come slogan per la campagna sulla sicurezza stradale «La vita è tua, non perderla per strada». Queste parole mi hanno fatto riflettere. La vita è tua…Non credo che sia il «possesso» o la proprietà la motivazione sufficiente per essere educati al rispetto del codice stradale. «Se la vita è mia, ho tutta la libertà di farne quello che voglio» mi ha risposto un giovane commentando lo slogan. Ma non devi perderla per strada… «Questo è un problema mio, peggio per me» ha insistito.

Educare al rispetto e alla correttezza in un contesto in cui la libertà è l’unica manifestazione di identità personale è difficile. Se ti fosse detto invece che la vita è un valore, una ricchezza? Non sarebbe allora più ragionevole comportarsi per non perderla? Quello della educazione alla sicurezza stradale dei giovani, al di là dello slogan, è certamente un obiettivo da raggiungere presto per evitare quelle vere «immagini tragiche» a cui non vorrei essermi abituato.