Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La vita consacrata: testimonianza profetica

Monsignor Vittorio Gepponi, delegato vescovile per la vita consacrata, ci ha introdotte sul tema della consacrazione a Dio. «Niente anteporre all’amore di Cristo», ha spiegato in un’aula del Seminario, venerdì 2 febbraio. Noi religiose eravamo riunite per prepararci alla festa della Presentazione del Signore.«Non c’è nessuna situazione che impedisca di mendicare Cristo. Cristo per noi che cos’è? Che valore ha? E’ realmente l’oggetto del nostro amore? Il fallimento di qualsiasi amore inizia quando l’amore lo diamo per scontato». Così monsignor Gepponi ha iniziato la sua meditazione. Poi ha continuato dicendo che tutti siamo infettati di dualismo e questo significa che Cristo è semplicemente un’aggiunta. Prima ci sono io e poi qualche volta si aggiunge Cristo. «La vita consacrata – ha chiarito il sacerdote – nel continuo affermarsi di forme sempre nuove, è già in se stessa un’eloquente espressione della presenza del Risorto, quasi una specie di Vangelo dispiegato nei secoli». Nella vita di ogni giorno la vita consacrata cresce in progressiva maturazione per diventare annuncio di un modo di vivere alternativo a quello del mondo e della cultura dominante. Monsignor Gepponi ha concluso dicendo che nel mondo attuale si rende urgente una testimonianza profetica che poggia sull’affermazione del primato di Dio e dei beni futuri.Ci siamo poi incamminate verso la cattedrale per partecipare alla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo. Monsignor Gualtiero Bassetti nell’omelia ha sottolineato la presenza di Maria e Giuseppe come famiglia nell’offerta di Gesù al Signore. «La consacrazione dei religiosi ha la sua origine in famiglia – ha spiegato il Vescovo – e la vita consacrata è lo sviluppo di una chiamata che si radica proprio nella famiglia. Nel Vangelo emergono due figure: Simeone, l’uomo giusto e Anna la donna che si offre nel tempio. Simeone s’accorgerà che Gesù è Luce, Luce delle genti. E Anna terrà desta l’attesa del Signore». «I religiosi – ha concluso monsignor Bassetti – sono chiamati a stare nel tempio per dedicarsi alla preghiera ed essere attenti ai bisogni degli uomini».suor Lucia Zamboni