Firenze

«La via del Vangelo», la Caritas di Firenze organizza incontri di formazione e spiritualità per i volontari

«Cari amici, ricordatevi, per favore, di queste tre vie e percorretele con gioia: partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività». Le parole di papa Francesco (nel suo discorso alla Caritas italiana lo scorso 26 giugno a Roma) tracciano il percorso degli incontri che la Caritas diocesana di Firenze propone agli operatori dei diciassette vicariati. La via del Vangelo, questo il titolo degli incontri di formazione e spiritualità che, dal 29 settembre al 29 ottobre, si snoderà attraverso i diversi vicariati della diocesi. I primi appuntamenti sono a Castelfiorentino (mercoledì 29 settembre alle 17) per il vicariato della Valdelsa e a Montespertoli (giovedì 30 settembre alle 21,15) per il vicariato di San Casciano-Montespertoli-Tavarnelle.Finalmente incontri in presenza come ci ricorda don Fabio Marella vice direttore della Caritas: «Sono due anni che non riusciamo a incontrarci in presenza e di questo abbiamo sentito tanto la mancanza ma, nonostante la distanza, le Caritas parrocchiali non si sono mai fermate e, grazie ai volontari, ai tanti giovani che si sono aggiunti e grazie anche ai sacerdoti, la carità è andata avanti. E così ripartiamo proprio dalle tre tematiche che il Papa ci ha dato, tre filoni da portare avanti: la via degli ultimi, la via del Vangelo e la via della creatività». «Abbiamo pensato di ripartire – prosegue don Fabio – da una serata fondata sulla preghiera, proprio per ristabilire il rapporto fra noi e il Signore e in questo ci aiuterà quest’anno la riflessione di fra Antonello Mura del convento francescano di San Salvatore al Monte alle Croci».«L’intento di questi incontri è duplice – spiega il direttore della Caritas di Firenze, Riccardo Bonechi – vorremo, innanzitutto ricreare un rapporto con la gente, incontrando le persone dopo un anno e mezzo di pandemia; tornare quindi sul territorio per essere più a diretto a contatto con le realtà parrocchiali e interparrocchiali». «L’altro intento – prosegue Bonechi- sarà quello di creare momenti di approfondimento, di riflessione e preghiera, che faremo con l’auto di fra Antonello. Ogni anno cerchiamo partner, collaboratori diversi per i nostri incontri che ci aiutino comprendere, a riflettere anche in sostegno al cammino che facciamo quotidianamente con tutte le attività di Caritas. Quest’anno questo sostegno spirituale ci viene dalla spiritualità francescana».«Dobbiamo recuperare – sottolinea ancora Bonechi – un senso di carità che non si fermi solo alla distribuzione dei generi di prima necessità ma, al contrario, cercare di fare della carità anche una cultura, stando vicini alle persone per ridare loro dignità e, proprio per questo, noi come Caritas ci stiamo occupando del sostegno alle famiglie non solo dal punto di vista economico. Quindi andare sui territori in questo momento è importante sia per fare una verifica, sia per informare le parrocchie su quelle che sono le attività messe in campo dalla diocesi attraverso la Caritas per il sostegno alle famiglie».Tema dell’incontro sarà anche la condivisione e l’ascolto che in questi tempo di pandemia ha assunto un ruolo fondamentale nella relazione tra i volontari e le persone che chiedevano aiuto, ma soprattutto di essere ascoltate, come ci ricorda Elsa Dini, referente relazioni con le Caritas parrocchiali: «Se la pandemia ha rischiato di appiattire il servizio sul fare, sulla consegna dei viveri, dall’altra parte abbiamo visto un crescere di richieste da parte dei volontari delle parrocchie, per essere formati e per aprire nuovi centri di ascolto». «L’ascolto insomma – continua Elsa Dini – proprio in questo tempo difficile è tornato ad avere un ruolo importante e ci si è resi conto che si ha bisogno di incontrare, accogliere, ascoltare queste persone, oltre che di sostenerle economicamente. Abbiamo notato questo risveglio, questa necessità di allenarsi ad ascoltare l’altro, nello stile Caritas, che significa accoglienza. E infatti stiamo seguendo varie parrocchie dove stanno per aprire, (alcuni sono già aperti) nuovi Centri di ascolto». «E ora – conclude – la Caritas diocesana attende i volontari con molto affetto, con questa proposta di carattere spirituale, oltre che formativo, proprio perché in questo tempo dominato a volte da paura e isolamento partire dalla Parola di Dio era importante per ricentrarci, rimotivarci al servizio, che mai si è interrotto anche nel periodo più duro del loockdown».Gli incontri si svolgono in due momenti. Nella prima parte fra’ Antonello metterà in luce, tramite brani biblici e fonti francescane, tutta quell’attenzione, quella cura, quel rispetto per l’altro che San Francesco, nel suo desiderio di configurarsi a Cristo, aveva per ogni persona, per ogni creatura. «Partendo dall’intervento del Papa che aveva come sottofondo la prima lettera ai Corinzi di San Paolo sulla carità – precisa Fra Antonello- svilupperemo, soprattutto, la parte in cui Paolo afferma che la carità “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Porterò, quindi la mia esperienza su questi quattro ambiti citati da san Paolo in riferimento alla vita fraterna che noi viviamo in quanto frati minori, oltre che in relazione all’esperienza vissuta da San Francesco nel 1200 e, quindi mi collegherò ai suoi scritti, come quando Francesco esortava Frate Leone a sopportare sempre ogni fratello, proprio nell’ottica di saperne portare il peso». Nella seconda parte dell’incontro, invece, don Fabio Marella partendo proprio dal testo paolino su cui si basa la meditazione cercherà di calarlo nella realtà personale e comunitaria dei volontari, ponendo alcune domande (Da chi siamo sostenuti? Cosa ci chiedono i poveri oggi? In che contesto operiamo?) riflettendo, poi su cinque parole: pregare, ascoltare, curare, collaborare, profetizzare.Claudia Frascherelli