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La Valtiberina rende omaggio al giornalismo di coraggio.

Un articolo di troppo. La morte di Anna Politkovskaja». E’ questo il titolo del film documentario proiettato ad Anghiari nella sala degli audiovisivi. Prodotto dalla Televisione Svizzera Italiana e realizzato dal regista Eric Bergkraut, arriva in Italia come anteprima nazionale proprio durante l’ultimo appuntamento con gli incontri proposti dal direttore artistico dello spazio culturale Andrea Merendelli e dal comune di Anghiari.I 53 minuti di filmato presentano Anna Politkovskaja, donna liberaldemocratica nella Russia di Putin, una giornalista pronta ad impegnare la propria vita andando alla continua ricerca della verità e incarnando il senso della giustizia più profondo. Anna Politkovskaja venne uccisa il 7 ottobre 2006 e fu ritrovata nell’ascensore del suo palazzo a Mosca. La prima pista seguita era quella dell’omicidio premeditato ed operato da un killer a contratto. L’8 ottobre, la polizia russa aveva sequestrato il computer della Politkovskaja e tutto il materiale dell’inchiesta che la giornalista stava compiendo. Il 9 ottobre, l’editore della Novaja Gazeta Dmitry Muratov aveva affermato che la Politkovskaja stava per pubblicare, proprio il giorno in cui è stata uccisa, un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al Primo Ministro Ramsan Kadyrov. Gli appunti restanti sono stati pubblicati il 9 ottobre sulla Novaja Gazeta, giornale per il quale lavorava.L’ immagine che emerge è quella di un paese dove i servizi segreti hanno riconquistato gran parte del potere perduto e dove il rispetto dello Stato per il cittadino è ancora molto precario. «La libertà è un lavoro faticoso»: questa è la frase attorno alla quale gravita il senso più intimo di questa produzione che fa riflettere lo spettatore il quale rimane attonito ad osservare una realtà così vicina ma allo stesso tempo lontana: la giornalista appare come donna vincitrice moralmente, che occupa la sua intera esistenza inseguendo la chiarezza dei fatti, spendendo il suo tempo alla continua ricerca di situazioni, di fonti da poter studiare, comprendere e rendere pubbliche.La situazione dei media in Russia non è semplice. La televisione e la stampa sono quasi censurate e di giornalisti che scrivono la verità ce ne sono ma molti sono stati costretti ad emigrare. Non ha mai voluto «urlare» tutta la sua conoscenza Anna che dichiarava in un’intervista di qualche anno fa: «Non dirò mai a voce alta quello che mi fa paura perché spero che in questo modo la disgrazia non accada». E invece la consapevolezza più vera che traspare dal filmato è proprio quella della sua sincerità legata al forte senso di giustizia e di grande professionalità. La giornalista russa aggiungeva anche: «Quando scegli la tua strada la devi vivere, anche perché c’è molta gente che conta su di te». Una donna colta, elegante e allo stesso tempo sensibile che lascia un vuoto incolmabile nel giornalismo e nell’impegno verso il prossimo. Una dote, quella di Anna. indiscussa e profonda: l’onestà che usa nella sua forma più vera per aiutare chi ne ha bisogno. Ad Anna nacque una nipotina, quattro mesi dopo la sua morte. Alla piccola è stato dato il nome di Anna Un omaggio alla grande giornalista.Linda Mencaroni