Toscana
La Toscana per l’Algeria/2: A Seravezza imparano ad usare le «nuove gambe»
DI MARIO PELLEGRINI
«Quello che è importante sottolineare dice ancora il dottor Battaglia è che il Campana di Seravezza è diventato un preciso punto di riferimento internazionale sotto l’alto patronato della Comunità europea (Romano Prodi vi ha fatto una visita ufficiale subito dopo la sua elezione a presidente) ottenendo di conseguenza cospicui finanziamenti per il suo sviluppo nell’attività sanitaria di riabilitazione anche a livello extra-nazionale ed extra-europeo, come è quella con l’Algeria che stiamo portando avanti con reciproca soddisfazione».
È per questo che dal 20 dicembre scorso sono ospiti del «Campana» cinque giovani algerini con gravi amputazioni agli arti inferiori, attualmente assistiti anche da un medico loro connazionale che qui sta effettuando un tirocinio specifico. A questo proposito è da sottolineare il fatto che al «Campana» il 2 febbraio ha fatto visita ufficiale il console algerino in Italia, Sidi-Mohamed Gaovar, che ha espresso tutto il suo compiacimento al primario e a tutto il personale per l’accoglienza, l’assistenza e le cure riservate ai cinque giovani. Tanto è vero che nelle sedi appropriate sta avanzando la richiesta per poter aumentare il numero di volta in volta.
Il primario di Seravezza sottolinea anche che la tipologia d’intervento richiesta per i giovani algerini, completamente diversa da quella normalmente eseguita in Italia, ha portato a migliorare la competenza tecnica degli operatori sanitari toscani.
«La cosa che comunque mi preme mettere in evidenza conclude Battaglia è che con i fondi messici a disposizione dalla Comunità europea, viene portato avanti un progetto che quanto prima verrà concretizzato proprio in Algeria, e precisamente a Medea, una località a circa 80 chilometri da Algeri. Lì, infatti, con la nostra collaborazione si sta realizzando proprio un centro sanitario per la riabilitazione che verrà gestito da medici che hanno effettuato il necessario tirocinio presso di noi, oltre che un centro per la produzione delle protesi. La relativa struttura muraria è già stata completata per tutto il piano terra e con fondi reperiti in loco. In sostanza stiamo applicando alla lettera e nello spirito quel proverbio cinese che dice: A chi ha fame non dare del pesce, ma una canna per pescarlo».