Vescovi Toscani

La Toscana offre l’olio per Assisi: il Messaggio dei Vescovi Toscani

LA REGIONE TOSCANA OFFRE L’OLIO PER LA LAMPADA VOTIVA A SAN FRANCESCO PATRONO D’ITALIA – ASSISI 3-4 OTTOBRE 2019

Messaggio dei Vescovi della Toscana

La nostra ammirazione e la devozione             a Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, trova quest’anno un’occasione nuova per esprimersi. Nel 2019 spetta, infatti, alle comunità della Toscana offrire l’olio per alimentare la lampada che arde dinanzi alla sua Tomba.Il 3-4 ottobre, secondo un calendario nazionale che va avanti da 80 anni, una regione d’Italia è invitata, nelle sue componenti ecclesiali, istituzionali, civili e popolari, a recarsi pellegrina ad Assisi per compiere questo gesto di devozione e rinnovare, nell’offerta dell’olio, il desiderio e la volontà di ispirarsi alla testimonianza lasciata a tutti noi dal Poverello. E’ un’occasione bella            che, con tutte le nostre spiccate differenze  e originalità, ci fa incontrare attorno ad un uomo povero, libero, santo, vicino e fratello di tutti. E’ un’opportunità            che ci fa stare dinanzi alla sua vita e al suo animo, che sono divenuti messaggio e stimolo per gli uomini e le donne di ogni epoca, credenti o semplici cercatori di armonia, di riconciliazione e di umanità. E’ un impegno semplice            come lo è trovare buon olio delle nostre colline per la lampada votiva, ma diventa anche un impegno simbolico per trovare luce, vivacità, senso di generosità e di offerta di noi stessi.

Spunti di vita appresi dal modo di vivere di Francesco e desiderio di tutti di tradurli in gesti veri di amore per il nostro tempo, per il creato, per le urgenze della nostra società e le necessità di tanti poveri, nel corpo e nello spirito.

E’ una grazia            come lo fu Francesco per il suo tempo e come lo è stato sempre, in questi 800 anni,  per la Chiesa e per gli uomini desiderosi di pace e di bene. Nei paesi, tra le città, ovunque…Con Francesco il Vangelo divenne come più luminoso. Attraverso di lui la persona di Gesù sembrò riprendere vita e “risuscitò nel cuore di molti che lo avevano dimenticato” (cfr. FF 470). “Nuovi patti di pace” (FF 2252) furono sanciti e con lui rapporti di amore, perdono, dialogo e servizio furono seminati nel cuore di tanti e “il mondo ritrovò una nuova giovinezza e una insperata esultanza” (FF 475). La Toscana            fu spesso la sua terra. Peregrinando in silenzio o predicando con brevi e semplici parole (FF 98-99) per città, paesi, campagne e luoghi solitari,  con la sua luminosa umanità portò ovunque il Vangelo di Gesù Cristo. Suscitò seguaci e ispirò molti – popolani e artisti, commercianti e contadini, maestri e gente semplice, governanti e uomini di Chiesa  –  a tradurre nel loro stato di vita ciò che egli mostrava con la sua esistenza conformata a Cristo. Quasi ogni borgo toscano rivendica una sua presenza, una parola, un miracolo: dalla Verna, dove “da Cristo prese l’ultimo sigillo” (Dante, Paradiso XI), all’Amiata, da Siena ad Arezzo, da Firenze a Poggibonsi, a Cortona… fino a quando, per l’ultima volta salutò la nostra terra, segnandola col sangue dei suoi piedi feriti dalle Stimmate, nel settembre del 1224. Nella nostra regione             lo seguirono figli e figlie, che, nei secoli, fecero parte dei suoi tre Ordini e attualizzarono il suo messaggio: da Bernardino da Siena a Dante Alighieri, dal beato Lucchese commerciante al prof.  Giuseppe Toniolo “inventore” delle Settimane sociali, da Pietro Pettinaio al sindaco “santo” Giorgio La Pira, da Margherita da Cortona a Madre Caiani, da santa Verdiana a  Francesco Petrarca, da Giovanni Papini  al poeta Giulio Salvadori e molti altri… Anche oggi            la nostra terra ha bisogno di lui, della sua protezione e della sua umanità, del suo amore a tutto e a tutti, del suo dolce e robusto parlare di Cristo agli uomini, del suo modo di guardare alla vita, a ogni persona, alle cose della natura come a quelle spirituali, alle stelle in cielo  e a Dio, il suo “Altissimo, onnipotente, bon Signore…” (FF 263).Abbiamo bisogno di ricominciare, col suo aiuto di Patrono, ad amare, ascoltare, onorare, adorare e cantare Dio, vedendolo e servendolo in ogni persona “cun grande umilitate” (ibid.).

I mesi che ci preparano

            al 3-4 ottobre, festa del Patrono d’Italia, il nostro fratello e padre Francesco, possono essere, se vogliamo, un’opportunità di incontro con lui, di riflessione e di collaborazione fraterna tra noi, di preghiera e di avvicinamento o forse di apprendimento di qualche tratto del suo stile di vita: uomo nuovo, evangelico, fratello donato a tutti, testimone di Cristo e aiuto a ognuno per essere più uomo.

Noi Vescovi della Toscana             salutiamo la gente di Assisi (il vescovo, il sindaco, il popolo e le autorità tutte, i frati, le clarisse, il clero, i religiosi e le religiose, i pellegrini…) e li ringraziamo dell’opportunità che ci è donata.             Con cuore fraterno e paterno invitiamo tutti gli uomini e le donne della Toscana, i fedeli e le popolazioni delle nostre terre con le loro istituzioni, a rispondere generosamente e di persona a questo invito: Quest’anno… la Toscana da san Francesco!                                 A tutti il suo saluto:”Bongiorno, brava gente!…                                                                                                                                     Il Signore vi dia Pace!” (FF 121)

                                                                    I Vescovi della Toscana

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FF 470 – Tommaso da Celano, Vita I: “… per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva resuscitato nel cuore di molti, che l’avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria”.

 FF2252 – Tommaso da Spalato, Historia…: “tutta la sostanza delle sue parole mirava  a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace”.

FF 475 – Tommaso da Celano, Vita I: “così in lui e per suo merito, il mondo ritrovò una nuova giovinezza e una insperata esultanza, e il virgulto dell’antica religione ha subito rinnovato rami, che erano ormai vecchi e decrepiti”.

FF 88-89 – Regula Bullata: “Ammonisco anche ed esorto gli stessi frati che nella  loro predicazione le loro parole siano ponderate e caste a utilità e a edificazione del popolo, annunciando ai fedeli i vizi e le virtù, la pena e la gloria con brevità di discorso poiché il Signore disse sulla terra parole brevi”.

FF 262 – Cantico delle Creature: “Altissimo, onnipotente, bon Signore // tue so le laude, la gloria e l’onore e onni benedizione.

… Laudate e benedicete mi Signore  // e rengraziate e serviteli cun grande umilitate”.

L. Wadding, Annales Minorum

FF 121 – Testamento: “Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace!”