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La Toscana in aiuto dell’Algeria

L’idea è partita nel ’97, quando vennero in Toscana l’arcivescovo di Algeri Henri Teissier e il monaco Roberto Fouquez a pochi giorni dal massacro di 450 persone in una notte sola e a poca distanza dall’uccisione di sette monaci trappisti vicino a Medea. Da quella visita è nato un legame che oggi permette a giovani algerini, mutilati in seguito ad atti di terrorismo, di seguire presso l’ospedale di Seravezza cure riabilitative o di dotarsi di protesi prodotte in Val di Cornia al Centro Ortoprotesico di Campiglia Marittima. E la Regione Toscana sta già pensando di intensificare questa attività di cooperazione sanitaria in attesa che venga allestito un centro riabilitativo direttamente in Algeria.

I servizi:Gli algerini tornano a camminare grazie alla solidarietà dei toscaniA Seravezza imparano ad usare le «nuove gambe»Da Campiglia Marittima arrivano le protesiToscana e Algeria, un legame dai tempi di La Pira