Toscana
La Toscana dei Comitati
di Sara D’Oriano
Se proprio la parola Monticchiello non ci suggerisce niente, non si fa troppa fatica a trovare in Toscana qualche altro «ecomostro» che ci sia, in qualche modo, famigliare. Dal sottoattraversamento Tav nel sottosuolo di Firenze, al cosiddetto «Corridoio tirrenico», dagli inceneritori, alle proposte di nuovi aeroporti, ma, se proprio ancora non ci siamo, forse il progetto di un megaparcheggio sul porticciolo turistico, o la lottizzazione in riva al mare, o la variante che passa sotto casa sono esempi più a portata di mano. Di questo si occupano i numerosi Comitati cittadini, gruppi spontanei che nascono quando le istituzioni autorizzano la cosiddetta «cementificazione» in luoghi del nostro territorio che al contrario dovrebbero essere protetti e tutelati.
Il 7 luglio i rappresentati dei 114 «Comitati toscani per la difesa del territorio», che lo scorso marzo si sono riuniti nel «Coordinamento dei comitati toscani», si sono ritrovati a Firenze per fare il punto della situazione ma soprattutto per dimostrare alle istituzioni la loro voglia di esserci e di dire la loro: «Quest’assemblea ha esordito il professor Alberto Asor Rosa, responsabile del coordinamento è espressione di tutti i comitati qui riuniti. In questi tre mesi dalla nostra costituzione è stato fatto un lavoro sorprendente che ci ha permesso di creare la recensione di tutti i comitati che compongono il nostro coordinamento. Questo ci consente di sapere e dire quanti siamo, chi siamo ma soprattutto, e la conferma ce l’ho qui davanti ai miei occhi, che ci siamo».
Determinato il discorso di Asor Rosa che, di fronte ad un’assemblea nutrita e dinamica, ha ribadito la necessità di andare oltre, definendo i termini e gli obbiettivi del coordinamento e la modalità di comunicare con i politici che «a parole e in termini generali confermano la loro disponibilità a dialogare con noi. Alcune rotelle del sistema sono sempre parole di Asor Rosa stanno reagendo più o meno nervosamente o più o meno attentamente alla nostra attività».
Le cause di questo movimento sarebbero da attribuire in parte ai media, che dimostrerebbero un’attenzione maggiore nei confronti dei comitati, in parte all’opinione pubblica, il cui accresciuto interesse (Asor Rosa parla di «plusvalenza») deriverebbe dalla maggiore visibilità che i comitati avrebbero ottenuto grazie alla loro unione.
Di fatto, comunque, all’assemblea la politica era poco presente. Tra gli altri i consiglieri regionali dei Verdi Fabio Roggiolani e di Forza Italia Stefania Fuscagni, la capogruppo del Prc in Regione Monica Sgherri, la consigliera comunale fiorentina Ornella De Zordo del gruppo Unaltracittà.
Tra i grandi assenti spiccava Legambiente. «Non abbiamo potuto per altri impegni ha spiegato Piero Baronti, presidente toscano dell’associazione . In ogni caso sarebbe stata una partecipazione da esterni: non facciamo parte del coordinamento perché riteniamo che raccolga anche comitati a noi antitetici. Non escludiamo però che su singole battaglie potremmo essere d’accordo».
Ribadito il concetto che il coordinamento non sarà «ne ora né mai» un partito politico, in quanto «non approderemo mai ad un organo rigido e costituito», Asor Rosa ha voluto però precisare la necessità di avere delle guide politiche da seguire e con le quali dare voce alle esperienze dei singoli comitati. Un lungo applauso ha seguito l’opposizione alla delega assoluta di cui i politici abuserebbero nell’esercitare il proprio potere: «I cittadini devono poter esprimere la propria opinione in merito a decisioni che toccano la loro vita da vicino e la loro opinione non deve emergere solo in difesa dei loro diritti. Auspichiamo di fatto una vera democrazia territoriale partecipata».
S.d.O.
Monticchiello, divisi sulle nuove case
Il «Teatro povero», una delle realtà che insieme alla bellezza naturale e artistica ha fatto conoscere Monticchiello nel mondo, si cimenta quest’anno sullo spinoso tema del cosiddetto «ecomostro». Non potevano non farlo gli abitanti del paese, visto che da oltre 40 anni portano in scena loro stessi e i loro problemi, a volte i loro drammi. E quello dei nuovi insediamenti poco fuori le mura medievali, se non è un dramma, certamente un grosso problema lo è, tanto da avere spaccato in due la stessa comunità a distanza di quasi un anno da quando, il 24 agosto 2006, un articolo di giornale, grazie all’autorevole firma del suo autore, Alberto Asor Rosa, scatenò il putiferio. Forse il caso dei nuovi 95 appartamenti su una delle colline più fotografate del mondo non sarebbe uscito dalle beghe locali se il noto intellettuale romano non avesse lì casa e podere. E addirittura non avesse una questioncella ancora irrisolta con la gente del posto a proposito della chiusura di una strada vicinale che passa accanto alla sua terra. Fatto sta che Asor Rosa l’ha presa di punta divenendo il «capopopolo» dei Comitati toscani.
Polemico anche se disponibile a collaborare, se davvero la svolta in Val d’Orcia ci sarà, Alberto Asor Rosa. «Se tutto questo interesse è stato suscitato dal caso Monticchiello, si può dire che si è aperta una nuova fase. Io raccolgo questo messaggio, lo faccio mio ha detto . Ma è inconfutabile che l’insediamento speculativo di Monticchiello sia un grave errore storico. Inoltre, su questa responsabilità e sulla sua difesa si è costruita in zona una campagna politica e politico-culturale di notevole violenza. Se l’ apertura di una polemica produce questi effetti vuol dire che questo sistema non prevede dialettica». Lungo l’elenco delle speculazioni edilizie in Val d’Orcia, secondo il professore. «Perché questo è potuto accadere? si è chiesto . Perché il parco non c’è e non è mai esistito. Un parco non può svolgere la sua funzione di tutela se è gestito da un comitato dei sindaci, inadeguati per questo ruolo».
Pronta la replica di Marco Del Ciondolo, sindaco di Pienza e presidente della Conferenza dei sindaci della zona, che dopo aver riconfermato l’assunzione in proprio delle responsabilità di quanto avvenuto, ha rivendicato la piena competenza degli amministratori a gestire lo sviluppo armonico e controllato di una terra e di un paesaggio protetti dell’Unesco come Patrimonio dell’umanità.
A.F.
Il caso Peccioli: Felici per la discarica
Il magico violino di Salvatore Accardo sullo sfondo di un tramonto estivo in Valdera. Un «Vivaldi en plein air» con «Le quattro stagioni» e la magia degli archi. Anche le «Note sotto le stelle» sono il frutto di una discarica, quella di Legoli, nel Comune di Peccioli, in provincia di Pisa.
Caso unico in Italia, anziché protestare, i cittadini di Peccioli, il 29 giugno scorso, hanno brindato ai dieci anni della «Belvedere», la società che gestisce l’«impianto di internamento controllato», che nel giro di pochi anni ha trasformato i rifiuti in oro con benefici per tutta la popolazione.
Nel 1988 l’impianto era un problema, simile a quello di tanti altri comuni in Italia. Poi gli studi voluti da Renzo Macelloni (per due legislature sindaco di Peccioli e oggi presidente della «Belvedere») con la scoperta che i rifiuti si possono stoccare senza troppi danni per l’ambiente, che possono produrre energia e persino denaro.
Oggi i rifiuti di mezza Toscana arrivano a Peccioli, che in poco tempo è diventato uno dei centri di smaltimento più grandi ed efficienti della Penisola trasformando un borgo medievale in un centro ricco e fiorente con scuole ristrutturate, viabilità rinnovata, servizi efficienti e persino un museo di icone russe che con la sua collezione ha già fatto il giro del mondo.
Il sindaco di Peccioli, Silvano Crecchi, snocciola con orgoglio alcuni dati: «Abbiamo destinato 5 milioni di euro per la messa a norma del polo scolastico, abbiamo nel 2006 investito 1 milione e 500 mila euro in un centro servizi per l’infanzia che alle famiglie costa 159 euro al mese, meno della metà di quello che costa in Comuni come il nostro. Lo stesso dicasi per lo scuolabus: da noi costa 10 euro al mese a fronte di almeno 30 in altri Comuni. Non applichiamo l’addizionale Irpef, l’Ici per i residenti è al 4 per mille. Una famiglia con 2 figli spende a Peccioli 313 euro l’anno in tasse comunali. Nei Comuni limitrofi ne spende 750».
Ogni anno Peccioli, grazie alla discarica, investe anche in cultura: l’ultima «trovata» è un moderno anfiteatro in mattoni di tufo, con mille posti, che in questi giorni, oltre alle «Note sotto le stelle», ospita il «Sipario di notte»: eventi teatrali a ingresso gratuito.