Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La suora centenaria a fianco degli «ultimi».

Cento anni di vita, sessanta dei quali da consacrata e negli occhi un vita vissuta accanto a chi soffre, spesa in tre diversi manicomi toscani e nell’ospedale civile di Ancona e in quello militare di Perugia. Suor Delfina Fambrini, nata a Lucca il 23 novembre 1909, prima di quattro fratelli, uno dei quali ancora in vita che ha 90 anni, consorella delle Figlie della Carità di San Vicenzo de’ Paoli di Arezzo, con il 2009 fa cifra tonda. Un secolo sempre in movimento, tanto da far esclamare un giorno a un dottore: «Quando invecchierà, non avrà la ruggine nelle ossa».La sua vocazione è nata e cresciuta in mezzo ai letti degli ospedali psichiatrici di Lucca, Firenze e Arezzo. «Tutto quello che ho in visto durante il mio lavoro non è semplice da esprimere in parole. Mi sono trovata di fronte, giovanissima, a realtà dure, con pazienti abbandonati dalle proprie famiglie e a cui spesso veniva negata anche la minima dignità». Tante le storie raccontate da suor Delfina con una straordinaria lucidità, a dispetto dei suoi cent’anni. «A Firenze una delle nostre pazienti era una madre di famiglia. Aveva quattro figli – uno dei quali nato proprio in manicomio – che il marito non le permetteva mai di vedere. I bambini potevano vedere solo lei attraverso il buco della serratura».Era il dramma di tutti coloro che venivano bollati come «matti» e rinchiusi in strutture dove la vita era difficile. Ma è proprio in mezzo a tanta sofferenza che suor Delfina scopre la propria vocazione. «È negli occhi di quelle persone dimenticate da tutti che ho riconosciuto la mia “chiamata”», spiega la suora centenaria. «Nel mio lavoro di infermiera mi trovavo spesso accanto a suore che si prendevano cura dei malati con una pazienza e un amore che mi hanno segnato».Una missione compiuta sempre con grande passione, anche durante la Seconda guerra mondiale quando le bombe non risparmiavano nemmeno le strutture sanitarie. «Piovevano schegge dappertutto», racconta. Bastone in mano e memoria lucida, suor Delfina dopo un secolo di vita è ancora in cammino, senza «ruggine» alle ossa.Lorenzo Canali