Cultura & Società
La storia: quando dalla Libia partirono gli italiani
Famiglie forzatamente separate, con i padri destinati a restare su quella sponda del Mediterraneo e le madri costrette a scegliere tra l’abbandonare i mariti e rientrare con i figli in Italia o lasciare questi ultimi al destino delle “colonie del Duce”, pronte ad accoglierli anche in tenerissima età.
Tra quei bambini costretti a lasciare la Libia, assieme alla madre e alle sorelle, c’era anche Giuliana Polvani, nata a Tripoli il 2 dicembre 1929 da genitori italiani originari di Monte San Savino e partita per l’Italia il 6 giugno 1940. Dopo una lunga serie di vicissitudini, una volta finita la guerra, si diploma maestra nel 1948 e ottiene l’insegnamento come profuga dell’Africa Italiana, iniziando la sua avventura di insegnante in lontane sedi di montagna, ma sempre con tanta passione. Sposa Aldo Pecciarini (scomparso improvvisamente a fine 2009); ha tre figli – Paolo, Giovanni e Grazia – e sei nipoti: Veronica, Maria, Emanuele, Gabriele, Marco e Michele. Raggiunta la pensione, la sua attività educativa prosegue come catechista, servizio che l’ha vista impegnata per quasi 70 anni.
Nel 1990, alla vigilia del 50° anniversario della sua partenza dalla città natale, spinta da una trasmissione radiofonica in cui viene ribadita l’importanza di trasmettere la memoria di certi eventi alle giovani generazioni, Giuliana decide di raccontare in un memoriale la sua storia travagliata ma vissuta sempre con grande dignità e fiducia nella Provvidenza di Dio.
Accolto nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, il racconto vince nel 2014 a Monte San Savino il concorso “Un salto… nella scrittura creativa femminile” per la sezione Autobiografie. Lo riproponiamo qui nella sua veste integrale, con il corredo di alcune foto d’epoca, come testimonianza tuttora preziosa.