Italia
La storia di Gemma Calabresi: l’omicidio del marito commissario, la disperazione e il perdono
Il marito è Luigi Calabresi, commissario di polizia: quella mattina viene assassinato, vicino a casa, da un commando terroristico di Lotta Continua. Lei aveva appena appena 25 anni, due figli piccoli e uno in grembo. Avevano una vita davanti. Invece tutto è finito con una raffica di pallottole sparate alle spalle. In quel momento poteva iniziare un percorso di distruzione. Invece, grazie alla forza e alla fede di Gemma, è iniziato un cammino che l’ha portata a rinascere. Gemma Calabresi Milite sta girando l’Italia per presentare il suo libro «La crepa e la luce» nel quale racconta la sua storia. Nella tappa fiorentina abbiamo avuto l’occasione di incontrarla.
A proposito di incontri, lei ne ha avuto un altro davvero emozionante il 9 maggio 2009. Ha incontrato la vedova di Giuseppe Pinelli, l’anarchico della cui morte veniva accusato suo marito. Cosa ha pensato quando è arrivata la richiesta e come ricorda quel momento?
«È stato un incontro bellissimo. L’allora presidente della repubblica Giorgio Napolitano in occasione della giornata per la memoria delle vittime del terrorismo chiese di far incontrare queste due vedove, messe spesso in contrapposizione dalla politica e dalla stampa, per dare un chiaro segno di pacificazione al paese. Ma, vorrei sottolineare, che noi non ci siamo mai odiate. Anzi. Ho pensato che anche in quella casa un giorno il papà non era più tornato e quindi condividevamo lo stesso dolore. Così quando ci siamo viste al Quirinale, ci siamo date la mano, ci siamo guardate negli occhi e ci siamo abbracciate. Io le ho detto “Finalmente” e lei mi ha risposto “Peccato non averlo fatto prima”. È uno dei ricordi che conservo nel mio cuore».