Firenze

La solidarietà non va in vacanza: le attività estive della Caritas di Firenze

Le serrande abbassate, le scuole chiuse, il medico in ferie, tutto contribuisce ad incrementare quella sensazione di isolamento. Proprio per questo la Caritas Diocesana, da sempre vicina agli ultimi, in questo periodo dell’anno raddoppia le sue forze. Perché la carità non va in vacanza, non si dimentica di chi si trova in difficoltà.«Il periodo estivo per la Caritas è sempre molto impegnativo», afferma don Fabio Marella, vicedirettore della Caritas di Firenze. «Perché coincide, per i nostri ospiti, con un momento particolare dell’anno, così come avviene per il Natale, la Pasqua, le festività. Momenti forti che possono essere vissuti con diversa intensità, a volte in maniera più gioiosa, a volte in maniera più difficoltosa, come ad esempio facendo sentire ancor più il senso di solitudine. Questo capita anche nella vita di ognuno di noi». «Chiaramente i nostri ospiti – spiega don Fabio Marella – percepiscono tutto in maniera più accentuata perché spesso si trovano in fasi molto delicate della propria vita, degli affetti, in situazioni difficili di salute». «Proprio per tale motivo il compito della Caritas, è quello di cercare di far sentire loro la vicinanza, che non sono soli, ancor prima di offrire loro un sostegno materiale come un pasto caldo o un letto su cui dormire», sottolinea don Fabio.«E per far ciò, soprattutto d’estate – prosegue – cerchiamo di creare tanti momenti spensierati, di gioia, di intrattenimento, come quelli dedicati agli anziani ma anche ai giovani delle Case famiglia, dove i bambini con le madri partecipano a piccole gite, vengono accompagnati in piscina, anche per fargli sentire meno il caldo». «Da alcuni anni, inoltre, grazie alla generosità di Ghita Vogel (una delle fondatrici dell’Associazione “Obiettivo Giovani San Procolo”, costituita sotto l’egida del Sindaco La Pira), possiamo gestire un campeggio a Vada. Tante casette sul mare, immerse nel fitto verde della pineta, che da giugno a settembre ci consentono di portare a piccoli gruppi, molti degli ospiti delle nostre strutture per permettere loro di fare una settimana di mare». «L’idea del Campeggio San Frediano – continua ancora don Fabio – nasce in realtà nel 1954 da don Danilo Cubattoli e don Renzo Rossi, sacerdoti fiorentini, che avevano partecipato nel 1947, alla “colonia estiva” promossa dalla parrocchia di San Frediano in Cestello e organizzata da Ghita Vogel, per portare al mare le persone più in difficoltà. Un sostegno fondamentale che oggi come Caritas ci impegniamo a portare avanti». «Durante la giornata – continua don Marella – sono tante le attività che svolgiamo insieme agli ospiti delle nostre Case. Abbiamo anche cenato in riva al mare e celebrato la Messa in spiaggia». «Il tutto in un clima di grande fraternità e amicizia. Perché alla Caritas non esiste un “io” e un “voi” ma un unico grande “noi”, un’unica grande famiglia», sottolinea in conclusione.A richiedere un impegno maggiore durante il periodo estivo, è anche l’assistenza ai malati, come precisa Luisa Sanvito, responsabile Area salute Caritas Diocesana: «I servizi pubblici in estate funzionano in modo molto ridotto, e quindi gli ospiti delle nostre strutture come Casa Elios e Casa Vittoria, entrano in forte difficoltà. Si sentono abbandonati dal sistema sanitario». «Si tratta di persone con patologie gravi e fragili psicologicamente – aggiunge – che nella maggior parte dei casi hanno bisogno di un’assistenza continua. Ed è per questo che cerchiamo di essergli ancora più vicini, soprattutto con il nostro affetto e dedizione, organizzando ad esempio, per farli distrarre, serate al cinema, grigliate in giardino con musica e intrattenimento». Anche secondo Francesco Grazi, responsabile Area carcere Caritas, nei periodi particolari come l’estate, è necessario intensificare il proprio impegno. «Per gli ospiti della Casa “Il Samaritano” (per soli uomini) e “Il Pozzo di Sicar” (per donne), le due strutture Caritas che accolgono persone in condizioni di disagio sociale, sia in caso di domiciliari che di affidamento in prova ai servizi sociali o di permessi-premio, luglio e agosto sono due mesi di attesa. Di attesa perché tutti i processi a loro carico, si fermano». «Ad aggravare la situazione c’è poi il fatto che i ragazzi in affidamento ai servizi sociali sono anche costretti ad interrompere le proprie attività (gli unici momenti in cui possono uscire), perché le aziende e le cooperative dove lavorano o svolgono il tirocinio sono chiuse per ferie».«Il nostro impegno – afferma infine il responsabile Caritas – è dunque quello di creare dei rapporti profondi con i nostri ospiti, per non lasciare indietro nessuno».