Fiesole

La sfida: un anno dalla parte dei giovani

La Chiesa non può rinunciare all’annuncio del Vangelo. Oggi più che mai, nell’«epoca in cui nel mondo intero è possibile comunicare in tempo reale, la Chiesa parla a tutti di Gesù». Inizia così il vescovo Mario gli Orientamenti pastorali («Giovani… la Parola di Dio rimane in voi») che la diocesi di Fiesole seguirà nell’anno pastorale 2012-2013. In particolare, mettendo al centro dell’annuncio i giovani: «Se una parrocchia non mette ogni sforzo, da sola o in concorso con le parrocchie vicine, per annunciare Gesù e il suo Vangelo ai propri giovani, rinuncia alla propria stessa sopravvivenza, lasciando cadere il titolo più vero per essere considerata parrocchia».

Ma i giovani non solamente destinatari del Vangelo: ne sono anche annunciatori. «Ecco allora l’esigenza per tutti noi – spiega il Vescovo – di un autentico desiderio di conversione, da maturare anche attraverso una generosa attenzione a quanto i giovani ci domandano e alle risposte sincere che si aspettano da noi. Prima di chiedere ai giovani attenzione alla fede, dobbiamo noi stessi prestare attenzione a quello che, del Vangelo i giovani stessi, in vario modo e a modo loro, ci propongono»

Il mondo dei giovani viene spesso descritto in termini molto negativi: «È più facile evocare lo sballo, che evidenziare i molteplici impegni». Il Vescovo sottolinea come non sia «compito di questi orientamenti addentrarsi in analisi, pur necessarie e quanto mai importanti, a livello sociologico, culturale e anche pastorale». È invece «compito di questi orientamenti invitare tutti i cristiani della nostra Chiesa a cercar di guardare i singoli giovani come li guardava Gesù». Innanzitutto «guardiamo ai giovani sinceramente impegnati come cristiani»: «Le statistiche ci dicono che sono una minoranza, ma che sono comunque un buon numero». Guardiamo poi «ai giovani che non hanno ancora preso una decisione vera»: sono alla ricerca della Verità, ma non hanno trovato una risposta chiara, capace di motivare una loro decisione. «Dobbiamo poi guardare ai giovani che vivono situazioni di disagio nel corpo e nello spirito»: giovani senza lavoro, giovani dediti allo sballo o vittime di dipendenze, persone che in età ancora tenera si sentono falliti, giovani feriti negli affetti, incompresi nei loro desideri, frustrati nella ricerca di relazioni vere, delusi dalla Chiesa o da alcune persone sulle quali avevano riposto fiducia, scoraggiati nella ricerca del lavoro o di un proprio ruolo nella società. «Dobbiamo infine – continua il Vescovo – saper guardare anche ai giovani che rifiutano la Chiesa e l’annuncio del Vangelo. Come cristiani non possiamo sottrarci a queste sfide».

Il Vescovo parla di sfida senza farsi prendere dallo «scoraggiamento»: «Spesso anche se non sempre la risposta dei giovani all’annuncio del Vangelo appare immediata e decisa, abbiamo talvolta la bella consolazione di rilevare che la maggior parte di loro è disposta a reagire positivamente quando si parla di Gesù. Forse più ancora di quanto non siano disposti gli adulti». Per questo indica un passo del Vangelo di Giovanni (1, 37-42) «particolarmente illuminante su come può avvenire e di fatto avviene l’incontro di Gesù con i giovani e in genere con le singole persone». E poi il Natale e la Pasqua possono essere altre importanti occasioni di incontro da valorizzare proponendo ai giovani un percorso per «vivere bene l’Avvento» e «un serio itinerario quaresimale».

Ma c’è anche un’altra sfida da raccogliere: «Se capita con una certa frequenza di trovare giovani, anche apparentemente lontani dalla fede, che stimano Gesù e il suo Vangelo, è altrettanto frequente trovare giovani, anche di fatto vicini alle nostre parrocchie, che non sentono stima e apprezzamento per la Chiesa». E allora come «è possibile cercar di ricostruire un circolo virtuoso giovani-Chiesa?», si chiede il Vescovo. La Chiesa deve mostrare il suo «volto amico e materno». «Non si tratta – precisa – di fare sconti sopra gli impegni morali, o peggio ancora di velare la profondità del mistero della fede… Si tratta piuttosto di dare una testimonianza coerente di vita cristiana e di presentare la fede della Chiesa nei suoi contenuti essenziali e più vitali». Insomma è necessario «esser capaci a presentare la Chiesa per quel che è, non per quello che possono farla apparire i mezzi di comunicazione, o la cattiva testimonianza che a volte noi cristiani offriamo al mondo». Così «è importante giungere a far sì che, quando si parla di Chiesa, venga subito in mente Gesù con il Vangelo e i sacramenti, senza lo schermo dell’apparato strutturale, pur necessario alla vita concreta della comunità cristiana» e «vigilare perché le nostre comunità non siano segnate dall’incoerenza o dalle divisioni».

E allora è necessaria la riscoperta della Pentecoste: «L’accento posto sulla dimensione sociologica della Chiesa ci porta a perdere il senso della Pentecoste: lo Spirito Santo rimane lo sconosciuto, la Chiesa viene assimilata ad una società fra le tante che affollano il mondo. È uno dei cortocircuiti che impediscono la buona relazione fra i giovani e la Chiesa».

LA SCHEDA

E allora, l’obiettivo fondamentale indicato dagli Orientamenti pastorali diocesani è quello «di proporre ai giovani la gioiosa scoperta di essere destinatari del Vangelo e di esserne anche qualificati annunciatori». Ma chi è chiamato a mettere in campo questo impegno? «Tutte le componenti della nostra Chiesa fiesolana», risponde il Vescovo.

DIOCESI. In primo luogo ai responsabili diocesani della pastorale giovanile. A loro il Vescovo chiede di confermare e rinnovare «tutte le belle iniziative che da molti anni si sono consolidate in diocesi». E poi di «promuovere e favorire iniziative straordinarie di nuovo annuncio del vangelo» e di «avviare tenere sempre aperto quel virtuale luogo di incontro, affollato soprattutto da giovani, che è il web».

PARROCCHIE. «Mi rivolgo poi alle parrocchie, ben sapendo che, dopo la famiglia e insieme alla famiglia, proprio la parrocchia è il luogo privilegiato per la trasmissione della fede alle nuove generazioni». Il Vescovo chiede a tutti i parroci un’«attenzione rispettosa e propositiva verso i giovani» e «una effettiva collaborazione fra parrocchie vicine». Per questo «in tutte le parrocchie si facciano conoscere fin dall’autunno le direttive di questi Orientamenti» e in ogni occasione di riunione (Consigli pastorali parrocchiali e altro) «ci si domandi sempre quanto e come si stanno attuando». Poi «si presti ogni attenzione a coltivare le relazioni personali con gli adolescenti e i giovani». E «una cura particolare va offerta poi a quei giovani che accettano di compiere un vero e proprio itinerario spirituale» con la direzione spirituale. È importante poi «proporre anche alcuni momenti di incontro per i giovani, magari associandosi con le parrocchie vicine» pur tenendo conto «delle reali difficoltà dei giovani a fare gruppo». Poi devono essere valorizzati gli oratori come «luoghi di incontro e validi centri di formazione cristiana». I giovani devono essere invitati anche a fare «esperienza di volontariato». E, infine, ciascuna parrocchia, o insieme di parrocchie, «entri nella piazza virtuale del Web».

RELIGIOSI. Anche i religiosi e le religiose, con la loro «presenza assai numerosa» in diocesi, sono chiamati secondo il loro carisma all’«attuazione di questi Orientamenti Pastorali». Con la preghiera, la presenza nelle scuole e nelle parrocchie, con la direzione spirituale.

ASSOCIAZIONI. Il Vescovo chiama all’impegno diretto anche le tante associazioni e aggregazioni presenti in diocesi. In primo luogo l’Azione cattolica «incentivando nelle parrocchie un serio itinerario formativo da svolgere nel corso dell’anno». E poi l’Agesci, l’Opera per la gioventù «Giorgio La Pira», il Movimento dei Focolari, il Rinnovamento dello Spirito. Il Vescovo si rivolge anche alle associazioni che propongono il volontariato, particolarmente alle Misericordie e all’Unitalsi, alle associazioni collegate con la Caritas e ad altre realtà che svolgono attività particolari («La Formica» e «Nottedinote» a Rignano sull’Arno). Infine un invito anche alla Fraternità di Romena. A tutte chiede di partecipare alla piazza Web dando il loro contributo.

USCIRE NELLE PIAZZE. Per questo il Vescovo chiede a tutti di «uscire nelle piazze». In quelle reali del territorio: «Chiedo alle singole parrocchie (da sole, o più opportunamente in sinergia con le parrocchie vicine) di attivarsi perché almeno un evento particolare sia proposto nel corso dell’anno». E in quella «virtuale» del Web: «Sarà compito del Servizio diocesano per la pastorale giovanile aprire questa piazza virtuale, farla gestire intelligentemente ad alcuni giovani capaci e perseveranti, aprirla anche al alcuni adulti saggi che sappiano parlare ai giovani con rispetto e coraggio, invitare tutti coloro che vogliono affacciarsi e magari restare in relazione». L’obiettivo? «Lì ogni giovane – spiega il Vescovo – può discretamente farsi avanti, può aprirsi ad altri e condividere i problemi e le speranze, come può restare nel segreto di una relazione personale con chi gli ispira fiducia e verificare con lui le proprie scelte e decisioni di vita». Infine il Vescovo chiede l’impegno nel volontariato «soprattutto nel servizio ai più poveri e ai malati». «È l’annuncio del Vangelo vissuto con i fatti. È l’annuncio – conclude – più persuasivo e più credibile».