Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La sfida immigrati Sempre più stranieri nell’aretino La carica di romeni e albanesi.

L’arrivo di stranieri sul nostro territorio è sempre motivo di discussione e confronto. Che la loro presenza sia in costante aumento è innegabile anche nell’aretino. Tuttavia per comprendere il fenomeno è doveroso dare un’occhiata ai dati. La Caritas e Migrantes lo fanno oramai da diciassette anni e il lavoro svolto tutti giorni a contatto con gli ultimi ne permette un punto di vista privilegiato.Concentrandoci sulla lettura del Dossier immigrazione 2007 di Caritas e Migrantes, andiamo a vedere quali sono le caratteristiche del fenomeno migratorio nel nostro territorio. In Toscana l’8% dei regolarmente soggiornanti è di origine straniera: un dato superiore all’anno precedente (6,8%), e superiore alla media nazionale arrivata quest’anno al 6,2%. Arezzo si trova in regione dietro solo a Prato e Firenze, due realtà tutto sommato non assimilabili al contesto aretino. Gli stranieri regolarmente soggiornanti sul nostro territorio sono il 10,3% della popolazione, mentre se guardiamo ai residenti il 6,7% di essi è di origine straniera. Disaggregando ancora il dato, scopriamo come il Casentino e il Comune di Arezzo siano le zone con una presenza più massiccia, rispetto ad altre zone del territorio provinciale, tutto sommato ancora poco toccate dal fenomeno. La presenza femminile ha oramai superato quella maschile grazie ai ricongiungimenti familiari e alla consistente richiesta di lavoratrici domestiche ed assistenti domiciliari per anziani. La nazionalità di provenienza più diffusa è quella romena con il 26,2% sul totale degli stranieri residenti, seguita da quella albanese al 19,4%. Se in molti guardano all’immigrazione dai paesi di tradizione islamica con apprensione, bisogna dire che gli stranieri provenienti da paesi di tradizione musulmana come il Marocco, il Bangladesh e il Pakistan, rispettivamente la terza, quarta e settima nazionalità di provenienza, raggiungono il 15% delle presenze di stranieri: meno delle persone di origine albanese.Dando uno sguardo alle motivazioni che hanno spinto alla migrazione, scopriamo che l’81,9% dei migranti è costretto in questa situazione per motivi di lavoro, il 14,1% da motivi familiari, il 3,3% per motivi legati allo studio. In questo settore, Arezzo, con il 6,9% sul totale delle presenze regionali per motivi di studio, si colloca subito dietro a Firenze, Pisa e Siena, le città universitarie. Il mercato del lavoro guarda con interesse agli stranieri e a volte vede in loro un bacino di manodopera difficilmente reperibile altrimenti. Così il 67,1% dei lavoratori che svolge attività presso famiglie è di origine straniera, mentre nel settore delle costruzioni si arriva al 25,6% e in agricoltura al 21,3%.Rispetto al luogo comune che vede negli stranieri una fonte di pericolo, emerge che l’incidenza percentuale di espulsioni in rapporto ai permessi di soggiorno più elevate le ottengono le nigeriane con il 14,3% e le moldave con l’8,9% sul totale. Questo dipende principalmente dallo sfruttamento della prostituzione e dunque dalla complicità di italianissimi clienti. Naturalmente l’integrazione non è mai facile. E questo viene testimoniato per esempio anche dall’insuccesso scolastico dei ragazzi stranieri in età scolare: il 49,5% degli alunni immigrati è in ritardo, contro il 10,1% degli italiani.Chi ne volesse sapere di più è invitato giovedì 6 dicembre alle 16.30 presso la sede della Caritas diocesana in via Fonte Veneziana ad Arezzo, dove verrà presentato il Dossier immigrazione 2007. Tema dell’incontro: «Accoglienza e sicurezza: l’immigrazione e le sue rappresentazioni». L’appuntamento è organizzato dalla Caritas diocesana, dal Centro di documentazione «Città di Arezzo», da Migrantes e dalle Acli insieme all’Mcl. La tavola rotonda sarà aperta dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, e dalla direttrice della Caritas diocesana, suor Rosalba Sacchi. Poi toccherà a Delfina Licata spiegare il pianeta immigrazione in Italia e nell’aretino. Quindi il dibattito con il pedagogista dell’ufficio studio di Acli nazionale Antonio Nanni e il vicedirettore de «La Nazione» Antonio Lovascio.L’incontro sarà coordinato da Lorenzo Tanzini dell’università di Cagliari. di Luca Primavera