Massa Marittima Piombino
La sede vescovile itinerante
Con Gabriella Garzella si è poi parlato dei cambiamenti avvenuti nella sede vescovile che da Populonia è trasmigrata due volte nell’arco di due secoli e mezzo, dopo il saccheggio dell’antica città nell’809. Le fonti scritte che possono dare una certezza su quelle vicissitudini non ci sono, ma alcune prove confermano che i vescovi di Populonia si rifugiassero una prima volta all’interno della Val di Cornia (Cornino). Un contratto a firma di un vescovo riporta la sua stipula nella chiesa di S.Giusto in Cornino e con quel nome in Val di Cornia esiste solo la millenaria chiesa di Suvereto, dove sembrano portare anche altri indizi e considerazioni. Ma anche in quel castello non c’era la sicurezza sperata e i mutamenti politici successivi consigliarono di trovare una nuova sede che poi è diventata quella definitiva di Massa Marittima.
Il convegno è continuato con l’intervento di Maria Luisa Ceccarelli Lemut sull’organizzazione della cura d’anime nella diocesi che nel medioevo svolse un ruolo fondamentale come polo di aggregazione della società. Sono scarsissime le documentazioni scritte prima dell’XI secolo, così come mancano significativi elenchi di enti ecclesiastici, prima di quelli per la riscossione delle decime di fine duecento e inizio trecento, anch’essi però largamente incompleti e che rendono difficile l’individuazione delle chiese e delle circoscrizioni, per ricostruire al meglio l’assetto della zona.
Claudio Saragosa e Riccardo Farnesi hanno poi presentato l’iniziativa di una commissione diocesana che, radunando esperti e appassionati di storia delle varie realtà parrocchiali, hanno raccolto molti dati e documenti anche fotografici su tutte le chiese esistenti sul territorio. Con questo materiale sono stati realizzati anche supporti computerizzati e, entro l’anno, dovrebbe anche uscire la pubblicazione di un volume con tutta questa interessante documentazione.
Anna Benvenuti ha infine manifestato soddisfazione per il successo dell’iniziativa e l’interesse dimostrato dal pubblico, a dimostrazione che «Memoria Ecclesiae» sta dando i suoi frutti, sperando di poter avere un grande archivio delle chiese della Toscana, come importante patrimonio comune. Tra l’altro ha anche auspicato di potere un domani esaminare gli stessi resti di San Cerbone per cercare, con le moderne tecniche, di dare anche un volto a questo grande testimone della cristianità.
Le origini della diocesi di Populonia, agiografia e storia (Anna Benvenuti)